mercoledì 18 dicembre 2013

Interrogazione alla Camera per sapere come Poste Italiane affida incarichi per gestire fondi


Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-01736
presentato da
CATALANO Ivan
testo di
Martedì 17 dicembre 2013, seduta n. 139
  CATALANONICOLA BIANCHI e DE LORENZIS. —Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   il Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua «Fondimpresa», è stato costituito a seguito dell'accordo interconfederale del 18 gennaio 2002, tra: Confederazione generale dell'industria italiana – Confindustria, Confederazione generale italiana del lavoro – CGIL, e Confederazione italiana sindacati lavoratori – CISL, secondo quanto previsto dall'articolo 118 della legge n. 388/2000 e successive modificazioni;
   Fondimpresa finanzia gli interventi di formazione continua delle imprese associate a Confindustria, a qualunque settore economico esse appartengano, e di tutte le aziende che liberamente scelgano di versare a Fondimpresa il contributo dello 0,30 per cento istituito dall'articolo 25, comma 4, della legge n. 845 del 1978 e successive modificazioni;
   Fondimpresa accantona nel conto individuale di ciascuna azienda aderente, denominato «Conto Formazione», una quota pari al 70 per cento del contributo obbligatorio dello 0,30 per cento sulle retribuzioni dei propri dipendenti versato al fondo tramite l'INPS;
   Poste italiane, con la presentazione all'INPS del decreto ministeriale 10 del mese di aprile 2009, ha formalmente comunicato l'adesione al fondo;
   il settore risorse umane è un asset strategico fondamentale per una crescita equilibrata e per la costante creazione di valore, nonché elemento centrale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo dell'azienda, particolarmente importanti in considerazione del ruolo di Poste italiane di erogatore del servizio universale;
   come si legge nel verbale di accordo tra l'azienda e le Organizzazioni sindacali, le continue evoluzioni del quadro normativo che disciplina alcune delle attività di Poste italiane rendono necessario prevedere programmi di formazione che consentano di adeguare le conoscenze e le competenze degli addetti;
   risulterebbe all'interrogante che l'azienda avrebbe organizzato, nelle giornate dal 14 novembre al 3 dicembre 2013, un seminario sui processi di intelligence e la gestione di frodi ed illeciti a cura di Angelo Jannone;
   il 21 novembre 2008 la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di 34 imputati, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione dei delitti di corruzione, intrusione informatica, rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio ed appropriazione indebita;
   si apprende dalla stampa che Angelo Jannone, ex responsabile della security di Telecom Brasile, è stato condannato ad un anno e con pena sospesa, ma è stato assolto con formula piena dall'accusa di associazione per delinquere, per non aver commesso il fatto, e non è stato condannato in solido con gli altri imputati ai risarcimenti nei confronti delle parti civili –:
   se ciò che risulta all'interrogante sia vero;
   quale sia lo stato di attuazione delle iniziative rese possibili dall'utilizzo del fondo;
   se non si intenda, nel caso in cui le affermazioni succitate corrispondano al vero, assumere iniziative per una più corretta gestione delle risorse del fondo.
(5-01736)


FONDO BUONUSCITA POSTE ITALIANE. Iniziativa del sindacato FILP – Federazione Italiana Lavoratori Postali con l’interrogazione del Sen. Aldo Di Biagio rivolta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali per sapere come sia possibile che il Fondo Buonuscita, “congelato” al 28 febbraio 1998, dei dipendenti delle Poste Italiane è esaurito e la Gestione Commissariale provvede alla liquidazione delle indennità attingendo dal bilancio dello Stato.

Senato della Repubblica

Senato della Repubblica
Atto 4-01375
Pubblicato il 17 dicembre 2013, nella seduta n. 153

DI BIAGIO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
in data 28 febbraio 1998 l'ente Poste italiane è stato trasformato in società per azioni;
il passaggio di Poste italiane in società per azioni ha avuto inizio con l'emanazione del decreto-legge n. 390 del 1993, non convertito in legge, reiterato con il decreto-legge n. 487 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 71 del 1994, che ha sancito l'avvio della privatizzazione;
al decorrere del 1° agosto 1994, il provvedimento ha stabilito che ad occuparsi del trattamento di fine rapporto di tutti i dipendenti di Poste italiane fosse l'Istituto postelegrafonici (Ipost), applicando la normativa prevista per il personale statale;
il corrispettivo delle liquidazioni dei dipendenti di Poste Italiane è confluito in un fondo chiuso presso l'Ipost ed affidato ad una gestione commissariale;
la gestione del fondo commissariale è stata istituita con la legge del 27 dicembre 1997, n. 449, art. 53, comma 6, con finalità di provvedere alla liquidazione delle indennità di buonuscita maturata fino alla data del 28 febbraio 1998 dai lavoratori dell'amministrazione postale prima del passaggio di Poste Italiane in società per azioni;
il comma 6 citato stabilisce quanto segue: «A decorrere dalla data di trasformazione dell'Ente poste italiane in società per azioni (...) al personale dipendente della società medesima spettano (...) il trattamento di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile e, per il periodo lavorativo antecedente, l'indennità di buonuscita maturata, calcolata secondo la normativa vigente prima della data di cui all'alinea del presente comma», ovvero che la prestazione debba essere calcolata sulla base dei valori retributivi utili in vigore al 28 febbraio 1998;
tenuto conto che:
nel 1998 il personale di Poste Italiane era di 186.000 unità ed oggi ha un organico di 148.000, di cui quasi la metà in servizio prima del 1998, quindi non ancora beneficiario della liquidazione di buonuscita;
nella risposta scritta pubblicata il 7 novembre 2013 all'interrogazione 4-00512 della Camera dei deputati, il Ministro in indirizzo ha dichiarato quanto segue: "Le dotazioni iniziali del Fondo si sono infatti progressivamente esaurite e, allo stato, la gestione commissariale provvede alla liquidazione dell'indennità di buonuscita attingendo dal bilancio dello Stato",
si chiede di sapere:
a quanto ammontasse la somma complessiva del fondo affidata alla gestione commissariale;
quale iniziativa il Ministro in indirizzo intenda prendere per verificare come sia stato possibile esaurire un fondo congelato al 28 febbraio 1998;
come sia possibile che la stessa gestione commissariale risulti essere in possesso di numerosi immobili su tutto il territorio nazionale, alcuni destinati anche ad attività commerciali, atteso che allo stato attuale la gestione commissariale provvede alla liquidazione delle indennità attingendo dal bilancio dello Stato.

lunedì 16 dicembre 2013

RISPOSTA DEL VICE MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO SULL’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PRESENTATA DAL SEN. ALDO DI BIAGIO IL 3 APRILE 2013 SU INIZIATIVA DELLA ORGANIZZAZIONE SINDACALE FILP – FEDERAZIONE ITALIANA LAVORATORI POSTALI SUL CENTRO DI MECCANIZZAZIONE POSTALE DI LAMEZIA TERME.



ATTO SENATO

CMP Lamezia Terme 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00030
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura : 17
Seduta di annuncio : 9 del 03/04/2013
Firmatari:
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 03/04/2013
Destinatari:
Ministero destinatario :
  MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere e data delega :
  MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 03/04/2013


Classificazione EUROVOC
GEO-POLITICO:
LAMEZIA TERME,CATANZARO - PROV,CALABRIA

EUROVOC:
AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE,PROFESSIONI TECNICHE, PROTEZIONE DEL CONSUMATORE, RISTRUTTURAZIONE INDUSTRIALE, SOCIETA' DI SERVIZI,SOPPRESSIONE DI POSTI DI LAVORO



TESTO ATTO
Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00030
presentata da
ALDO DI BIAGIO 
mercoledì 3 aprile 2013, seduta n.009
DI BIAGIO - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
il 28 febbraio 2013 è stata siglata l'intesa tra le Organizzazioni sindacali e la società Poste Italiane SpA sulla nuova riorganizzazione dei servizi postali;
la nuova organizzazione prevede un taglio di 5.841 unità di personale e 1.190 reimpieghi nell'ambito dello stesso settore tramite il potenziamento delle attività di integrazione logistica pacchi, l'incremento delle Articolazioni Servizi Innovativi (Asi) e la valorizzazione dei Recapiti Area Manager (Ram) e dei settori produttivi;
l'intesa prevede la riduzione del personale: per i lavoratori anziani il ricorso a forme di prepensionamento di cui all'art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, per altri lavoratori la possibilità di scelta con esodi incentivati, per altri, infine, la ricollocazione presso la sportelleria e in altri servizi del settore Mercato privati (MP);
la riorganizzazione dei servizi postali prevede, inoltre, l'evoluzione dei nodi logistici nazionali, riducendo i 21 Centri meccanizzazione postali (CMP) a 10 CMP multiprodotto e 6 CMP specializzati con un taglio di 1.407 unità di personale;
il Centro di meccanizzazione di Lamezia Terme fornisce dal 1984 il servizio postale di smistamento di tutta la corrispondenza, in arrivo e in partenza, della regione Calabria, funzione a cui oggi adempie attraverso la lavorazione con moderni impianti automatizzati SIACS (Sistema integrato di accumulo, codifica e smistamento) per la posta massiva e per la posta prioritaria, e con sistema CFSM (Compact Flat Sorting Machine) per le raccomandate (CFSM-R) e per la corrispondenza voluminosa (CFSM-V);
il costo per la realizzazione del CMP di Lamezia Terme è stato di 64 miliardi di lire nei primi anni Ottanta; sono occorsi 25 milioni di euro, nella metà del decennio scorso, per la ristrutturazione e l'ammodernamento dello stesso CMP con nuovi impianti automatizzati, e circa un milione di euro, nel 2007, per l'esecuzione dei lavori di adeguamento ed implementazione dell'impianto elettrico;
il CMP di Lamezia Terme esprime l'innovazione tecnologica all'avanguardia assoluta nel settore e, con la massimizzazione del livello di meccanizzazione ed automazione, consente di integrare e semplificare i processi produttivi, anche per soddisfare le esigenze dei clienti; ha posto altresì basi concrete nel settore postale della regione, che hanno consentito al Centro di assumere un ruolo ed una funzione molto significativi nell'ambito della distribuzione della corrispondenza;
il CMP di Lamezia Terme è dotato di un ottimo servizio di trasporti per i collegamenti con i centri di recapito di tutta la regione nonché di un Reparto di accettazione grandi clienti, creato per far pervenire direttamente presso il CMP la posta fornita da clienti che impostano elevati quantitativi di corrispondenza;
dal CMP di Lamezia Terme la corrispondenza, già sottoposta ad elaborazione, viene avviata ai vari centri di recapito con dispacci etichettati e già divisa per zona al momento della consegna al portalettere;
il CMP di Lamezia Terme lavora giornalmente 443.931 oggetti di corrispondenza su impianti automatizzati, di cui 348.895 su impianti SIACS, 93.294 con sistema CFSM e 58.456 di posta registrata (raccomandate). La posta assicurata e raccomandata veloce viene lavorata manualmente;
la nuova organizzazione dei servizi postali del 28 febbraio 2013 intende trasformare il CMP di Lamezia Terme da ex Centro primario a Centro specializzato;
con la riorganizzazione dei servizi postali, la posta massiva e stampa non sarà più lavorata dal CMP di Lamezia Terme, ma verrà inviata per la lavorazione al CMP di Bari;
a tutt'oggi il personale della direzione Ram Calabria è collocato negli uffici di Reggio Calabria e non nei locali disponibili nel CMP di Lamezia Terme. Questa eventuale collocazione agevolerebbe, a parere dell'interrogante, l'efficacia del controllo di qualità e il monitoraggio contestuale alla partenza della corrispondenza dal CMP per i punti di recapito della regione Calabria, nonché permetterebbe di poter correggere o modificare eventuali irregolarità in tempo reale, avendo la direzione della Ram la possibilità di presenziare e di farsi assistere dal responsabile della produzione del CMP e dai tecnici degli impianti automatizzati nel riscontro di eventuali anomalie e nell'intervento per migliorare il buon funzionamento del servizio di recapito;
nel CMP di Lamezia lavorano 206 dipendenti di Poste Italiane SpA e altre unità di personale esterno per la manutenzione degli impianti e per la pulizia dei locali;
la nuova organizzazione dei servizi postali prevede la riduzione di 84 unità di personale, per una futura consistenza di 122 unità da distribuire su tre turni lavorativi (mattino - pomeriggio - notte) nei vari reparti di produzione: a tal riguardo sarebbe opportuno, a parere dell'interrogante, evidenziare l'esigenza di mantenere anche il personale in servizio per la gestione amministrativa, considerando che l'eventuale taglio del lavoro di solo smistamento della posta massiva e stampa influirebbe sul ridimensionamento per 30 unità di personale e non per 84 come previsto dall'accordo tra le organizzazioni sindacali e la società;
alla perdita definitiva in organico di 84 posti di lavoro nella Unità produttiva di Lamezia Terme - CMP vanno ad aggiungersi le successive perdite dei posti di lavoro per gli addetti esterni alla manutenzione degli impianti automatizzati e per il personale addetto alla pulizia dei locali, configurando, a parere dell'interrogante, una situazione di grave impasse non soltanto per la corretta funzionalità del centro ma per lo scenario socio-economico dell'area, considerando anche il periodo di crisi economica e occupazionale che attraversa il Paese, in particolare il Sud d'Italia e soprattutto la regione Calabria,
si chiede di sapere quali iniziative di propria competenza il Ministro in indirizzo intenda avviare al fine di garantire la corretta funzionalità del CMP specializzato di Lamezia Terme, consentendo il mantenimento di un numero adeguato ed operativamente efficace di unità di personale.
(4-00030)
RISPOSTA ATTO
Risposta all'interrogazione n. 4-00030
Fascicolo n.19

Risposta. - Il fornitore designato del servizio postale universale ha rappresentato che l'accordo nazionale riguardante la riorganizzazione del settore dei servizi postali, sottoscritto in data 28 febbraio 2013, consente in un quadro condiviso con le Parti sociali di apportare i correttivi necessari a garantire maggiore efficienza, qualità e sviluppo.
Nello specifico, l’evoluzione riguarda la riorganizzazione del servizio di recapito, dei trasporti e della rete logistica dei servizi postali, ed è finalizzata ad incontrare le esigenze sempre più diversificate della clientela.
Per quanto concerne il territorio calabro, la società ha reso noto che gli interventi previsti comportano la trasformazione del centro di meccanizzazione postale (CMP) di Lamezia Terme in centro di meccanizzazione postale specializzato ed il relativo trasferimento di alcune attività di smistamento presso altri nodi della rete. Tali interventi sono il risultato di un progetto di riorganizzazione complessivo che mira al miglioramento dell'efficacia del processo di smistamento e recapito ed al mantenimento dei previsti standard di qualità.
Poste italiane ha evidenziato che il centro di Lamezia continuerà a garantire, nel rispetto dei previsti standard di qualità, tutti i collegamenti logistici per il territorio di competenza e, in particolare, la consegna della corrispondenza dallo stesso CMP specializzato di Lamezia verso i centri di recapito, per i prodotti da distribuire ai clienti attraverso le reti di recapito. La stessa struttura continuerà a garantire tutti i collegamenti logistici per il territorio di competenza per il ritiro della corrispondenza, presso gli uffici postali e/o centri di recapito, diretti al centro postale di Lamezia per le successive fasi di lavorazione.
Con riferimento alle ripercussioni sul personale, l’azienda ha assicurato che la riorganizzazione non comporta alcun licenziamento ed ha comunicato che il numero totale di unità che, al termine del processo, saranno applicate alla struttura logistica di Lamezia, pari a 122 persone, risulta idoneo a garantire la gestione dei flussi di prodotto che si prevede possano derivare dal nuovo assetto organizzativo.
Inoltre, per quanto concerne il confronto con le organizzazioni sindacali, Poste italiane ha sottolineato che con l'accordo del 28 febbraio 2013 le parti hanno definito, tra l’altro, anche gli strumenti utili per la gestione delle risorse interessate, come la riduzione del ricorso al personale flessibile, gli esodi volontari incentivati, gli esodi ex art. 4 della legge n. 92 del 2012, le trasformazioni del rapporto di lavoro da full time in part time. Sono altresì previsti percorsi pianificati che consentiranno di attivare tutte le leve di riqualificazione, diversificazione e valorizzazione delle risorse, attraverso l’applicazione di personale ai servizi di sportelleria, la riassegnazione delle risorse ad altre attività nell’ambito dei servizi postali o la confluenza delle stesse in differenti strutture aziendali.
Infine, l’azienda ha reso noto che in data 30 aprile 2013 è stato sottoscritto con le organizzazioni sindacali l’accordo regionale riguardante il territorio calabro, che pone le basi per la progressiva e graduale implementazione della nuova organizzazione, anche attraverso ulteriori momenti di verifica relazionali.
Il Vice ministro per lo per lo sviluppo economico
CATRICALA'

(31 ottobre 2013)

giovedì 12 dicembre 2013

Interrogazione al Senato sulla prima Filiale mono-etnica di Poste Italiane


Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-01341
presentata da
RICCARDO MAZZONI
mercoledì 11 dicembre 2013, seduta n.149
MAZZONI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e per l'integrazione - Premesso che:
in data martedì 10 dicembre 2013 a Prato, in via Borgioli, è stata aperta la prima filiale mono-etnica di Poste Italiane;
il servizio è concepito per far fronte specificatamente alle esigenze della comunità cinese;
è previsto uno spazio di 200 metri quadrati complessivi con personale cinese, con idiomi cinesi e un percorso studiato per venire incontro alle esigenze della clientela cinese di Prato;
la sede è definita da Poste italiane come "il nuovo ufficio mono-etnico";
dalle poche informazioni filtrate dall'azienda, all'interno della filiale ci sarà "una grande attenzione alla comunità orientale" con dipendenti cinesi, ma anche brochure e volantini scritti con idiomi in cinese;
l'idea di aprire questa nuova filiale è nata in seguito alla chiusura della sede di via Filzi, dove la grande presenza di cinesi aveva creato diverse difficoltà costringendo Poste italiane ad adeguarsi, dotandosi di traduttori agli sportelli,
si chiede di sapere:
se il Ministro dell'economia e delle finanze, che detiene il 100 per cento del capitale di PosteItaliane SpA e il Ministro dell'integrazione non ritengano che questa, a giudizio dell'interrogante, improvvida iniziativa non sia discriminatoria degli utenti italiani e di tutte le altre etnie presenti nella realtà pratese, e se non vada nella direzione esattamente opposta a quell'auspicato percorso di integrazione della comunità cinese, da sempre ritenuta, a parere dell'interrogante, molto chiusa e restìa ad imparare la lingua italiana e ad aprirsi al confronto con la città che li ospita.

(4-01341)

mercoledì 11 dicembre 2013

Letta: Poste Italiane modello Deutsche Post

Di Roberta Castellarin

Letta: Poste Italiane<br>modello Deutsche Post
Nel discorso alla Camera in occasione della richiesta della fiducia il premier Enrico Letta ha annunciato l'intenzone di aprire il capitale di Poste e di altre aziende ai capitali privati, prevedendo anche la partecipazione dei lavoratori, sul modello tedesco. Abbattere il debito pubblico per ridurre l'inutile spesa per interessi è una priorità. E i proventi che deriveranno dal rientro dei capitali dall'estero serviranno a ridurre ulteriormente il cuneo fiscale.

"Studieremo con l'azienda e i sindacati l'apertura del capitale di Poste e di altre aziende e la partecipazione dei lavoratori all'azionariato, permettendo loro una rappresentanza negli organi societari. E' un'esperienza unica, un tentativo, ne parleremo insieme".  Lo afferma il presidente del Consiglio alla Camera, spiegando che in questo modo si vuole seguire un modello tedesco già esistente e rafforzare i rapporti tra imprese e lavoratori.

l governo procederà con il piano di cessioni del patrimonio pubblico, ma non per "svendere e fare cassa", ha aggiunto il presidente del Consiglio: "Il primo blocco presentato vale tra i 10 e i 12 mld di euro, che andranno a riduzione del debito. Troppi errori sono stati fatti nel passato, nessuno si sogna di svendere per fare cassa, credo profondamente nel ruolo dello stato. Ma credo anche che lo stato per essere credibile e funzionante non possa fare di tutto. L'arrivo di capitali privati può essere il momento di svolta per iniettare risorse fresche, rilanciare la produzione e garantire lo sviluppo delle aziende coinvolte: il caso è quello di Fincantieri e di Sace".

Letta ha ricordato che "ridurre il debito pubblico non è importante solo perché ce lo chiede l'Europa, è importante perché un debito pubblico cosi' alto in rapporto al Pil ci costa troppo. Quest'anno spenderemo 90 miliardi di euro in interessi, soldi buttati, sono una decina di Leggi di Stabilità, immaginate cosa potremmo fare anche solo con un quarto di quei 90 miliardi".

Sul tema del cuneo fiscale il Premier ha detto: "Per la riduzione del costo del lavoro abbiamo cominciato con la legge di stabilità e qui alla Camera abbiamo deciso l'automatismo per cui i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall'estero vanno nella riduzione del costo del lavoro e lo inseriremo nel ddl dopo il confronto con le parti sociali".

Letta propone "quattro obiettivi" per il 2014 all'Aula della Camera. In primis la riduzione del numero dei parlamentari, poi l'abolizione delle province, "occorre procedere subito", inoltre "la fine del bicameralismo perfetto", con "un'unica Camera che dia la fiducia e l'altra che sia espressione di autonomia", infine "una riforma del Titolo V che metta ordine tra centro e poteri decentrati". "Chi proverà a far saltare il banco ne rispondera' davanti ai cittadini", dice il premier.

Letta ha anche annunciato che venerdì nel piano destinazione Italia che avrà il via libera del Consiglio dei ministri "interverremo sul costo dell'energia" con "una riduzione di 600 milioni sulle bollette", una riduzione "che si somma a quella già prevista dal decreto Fare".

sabato 7 dicembre 2013

Poste Italiane: Il Viceministro dello sviluppo economico risponde all’interrogazione sulle problematiche relative agli appalti affidati da Poste Italiane Spa ad agenzie di recapito in materia di servizi postali.


Antonio Catricalà
ATTO CAMERA


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00516
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura : 17
Seduta di annuncio : 20 del 21/05/2013
Firmatari:
Primo firmatario: MICCOLI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/05/2013

Cofirmatario
Gruppo
Data firma
PIAZZONI ILEANA CATHIA
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
21/05/2013
Destinatari:
Ministero destinatario :
  MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere e data delega :
  MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 21/05/2013


Partecipanti allo svolgimento/discussione :
RISPOSTA GOVERNO
02/12/2013
  CATRICALA' ANTONIO
VICE MINISTRO SVILUPPO ECONOMICO
Fasi iter :
RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/12/2013
CONCLUSO IL 02/12/2013
Classificazione EUROVOC
SIGLA O DENOMINAZIONE:
POSTE ITALIANE SPA

EUROVOC:
AGGIUDICAZIONE D'APPALTO,CONSERVAZIONE DEL POSTO DI LAVORO,CONTRATTAZIONE COLLETTIVA, DIRETTIVA COMUNITARIA, LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO, POLITICA OCCUPAZIONALE



TESTO ATTO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00516
presentato da
MICCOLI Marco
testo di
Martedì 21 maggio 2013, seduta n. 20
 MICCOLI e PIAZZONI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: 
   da circa novant'anni operano nel mercato dei servizi postali le agenzie di recapito meglio note come imprese private di appalti postali, le quali, sino all'anno 1999, hanno operato in regime di concessione dell'allora Ministero delle poste;
 
   successivamente al recepimento della direttiva comunitaria 97/67/CE, mediante l'emanazione del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, che poneva fine a tali concessioni, il Governo invitava le Poste italiane a stipulare accordi di collaborazione con le agenzie di recapito al fine di salvaguardare le stesse imprese e i livelli occupazionali;
 
   tali accordi si traducevano in affidamenti di corrispondenza ordinaria e raccomandata e servizi accessori di Poste italiane prorogati sino al 2007, anno in cui con un documento sottoscritto da agenzie di recapito, Poste italiane e Ministero delle comunicazioni – meglio noto come
 memorandum11 dicembre 2007 – venivano definite le linee guida del processo di liberalizzazione dei servizi postali; 
   nell'anno 2008 Poste italiane affidava i servizi di consegna della propria corrispondenza ordinaria raccomandata e servizi accessori con appositi bandi di gara, determinando una contrazione considerevole del valore affidato alle imprese che da circa 70 milioni del 2000 si riduceva a 58 milioni nel 2008, a 40 milioni nel 2011 e infine a 28 milioni nell'ultimo bando del 2012; tale contrazione di fatturato ha comportato rilevanti riduzioni di personale nelle imprese private; solo nell'ultimo anno i livelli occupazionali a rischio ammontano a circa 2000 unità, di cui il 30 per cento già compromesse;
 
   in alcune realtà come Roma e Napoli la dimensione del problema ha assunto livelli socialmente preoccupanti;
 
   nel predetto
 memorandum si stabiliva che tra le parti sarebbero state avviate iniziative e soluzioni idonee a salvaguardare l'occupazione delle agenzie di recapito e di Poste italiane; quanto esposto si realizzava di fatto solo per Poste italiane a seguito dell'accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali del 28 febbraio 2013 firmata con le organizzazioni sindacali in cui si scongiuravano 9000 esuberi dichiarati dalla stessa azienda; 
   purtroppo, per le agenzie di recapito in appalto nessun intervento sino a oggi ha garantito la tenuta dei livelli occupazionali;
 
   nel citato accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali del 28 febbraio 2013 veniva sottoscritto tra le parti l'apertura di un tavolo entro il mese di aprile 2013 per la discussione delle problematiche legate alla contrazione dei volumi e dei livelli occupazionali delle aziende in appalto;
 
   a tutt'oggi nessuna trattativa nel merito si è mai instaurata, mentre aumenta lo stato di crisi economica e occupazionale delle imprese in appalto;
 
   Poste italiane – ente a totale partecipazione statale, il cui ruolo e risultato economico assumono rilevante importanza per ciò che attiene alla responsabilità sociale del nostro Paese – chiude da diversi anni bilanci con profitti in costante crescita, che si evidenziano con il risultato di un miliardo e trentadue milioni di utile ottenuto nel 2012 –:
 
   quali urgenti iniziative intenda adottare allo scopo di salvaguardare i duemila posti di lavoro nelle aziende degli appalti postali, anche mediante la convocazione di un tavolo di concertazione tra le parti interessate, le organizzazioni sindacali e gli organi istituzionali competenti, volto a garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. (4-00516)
RISPOSTA ATTO
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 2 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 129
4-00516
presentata da
MICCOLI Marco
  Risposta. — L'atto in esame attiene alle problematiche relative agli appalti affidati da Poste Italiane Spa ad agenzie di recapito in materia di servizi postali. 
  Al riguardo si osserva che, il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato nel tempo da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto regolatorio, il grado di concorrenzialità dei mercati e la marcata evoluzione dell'esigenze della clientela verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  Poste italiane spa riferisce, in tal senso, che, nel quadro normativo di riferimento, l'elemento essenziale è rappresentato dalla direttiva postale 2008/6/CE, recepita con decreto legislativo 31 marzo 2011 n. 58, che elimina esclusività del servizio postale prima assegnata a Poste Italiane (con la sola eccezione degli atti giudiziari) e che completa il processo di progressiva liberalizzazione del mercato, già avviato con le direttive 97/67/CE e 2002/39/CE, rispettivamente recepite nell'ordinamento nazionale con decreti legislativi 22 luglio 1999, n. 261 e 23 dicembre 2003, n. 384. 
  Corre l'obbligo di evidenziare, altresì, il mutato contesto normativo introdotto dall'articolo 21, comma 13, del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201, convertito con legge 22 dicembre 2011 n. 214, che ha previsto l'attribuzione delle funzioni di regolamentazione e vigilanza nel settore postale all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. 
  Entrando nello specifico dell'atto in esame, ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo 261 del 1999, in attesa della completa liberalizzazione del mercato, sono stati stipulati Accordi di collaborazione tra Poste Italiane e le agenzie di recapito ex concessionarie, allora operanti sul mercato. I citati accordi, relativi agli anni 2000 e 2001, prevedevano la concessione, da parte di Poste italiane, di servizi specifici riguardanti la posta registrata, con scadenze successivamente unificate al 31 dicembre 2006. 
  Nell'ottica di un innalzamento degli standardqualitativi del servizio postale e di una evoluzione futura dei rapporti con le agenzie, nell'anno 2004, Poste Italiane ha affidato, su richiesta di queste ultime ed inizialmente a titolo sperimentale, anche nuove attività aggiuntive attraverso accordi integrativi. 
  La prosecuzione dei rapporti è risultata, tuttavia, condizionata dalla capacità delle agenzie di adeguarsi ad un nuovo profilo d'impresa, stante il processo di liberalizzazione in atto, ed al rispetto degli standard di servizio in rapporto all'evoluzione del mercato. 
  Poste Italiane ha realizzato, pertanto, un Albo fornitori qualificati, con requisiti di selezione coerenti con il profilo d'impresa richiamato dagli accordi integrativi e redatto con tempistiche che consentissero alle agenzie di adeguarsi ai requisiti fissati. In particolare, al fine di agevolare l'iscrizione a tale albo anche delle imprese piccole e piccolissime, sono stati fissati dei requisiti minimi di carattere tecnico/economico, consentendo la possibilità di pervenire al possesso di tali requisiti anche tramite la costituzione di consorzi stabili. 
  Nel giugno del 2007 si è svolta, pertanto, la prima procedura di gara (Gara 1) alla quale ha partecipato un numero esiguo di agenzie di recapito, rispetto al totale delle agenzie invitate. 
  Successivamente, a seguito dell'istituzione di un tavolo tecnico tra il Ministero delle comunicazioni, Poste Italiane spa e le agenzie di recapito, nel dicembre 2007, tramite un «Memorandum», si è individuato un percorso finalizzato al raggiungimento condiviso della data di liberalizzazione del mercato. È stato inoltre stabilito che Poste italiane procedesse, sino al 31 marzo 2008, alla proroga dell'affidamento delle attività in oggetto per volumi proporzionali a quelli affidati nel corrispondente periodo del 2007. 
  In seguito, è stata pubblicata anche la nuova procedura di gara del 2008 («Gara 2»), recependo i contenuti degli impegni assunti nel citato «Memorandum». Oltre alle attività che già hanno formato oggetto della precedente gara, sono state aggiunte nuove attività e ridefinite quelle preesistenti. 
  Poste italiane ha sottolineato che, a tutela degli aspetti occupazionali, in tutti i contratti derivanti dalle procedure di gara del comparto «Recapito», è stata inserita la previsione dell'obbligo dell'assunzione, a carico dell'aggiudicatario, delle maestranze precedentemente coinvolte nell'appalto, secondo quanto previsto dall'articolo 7 del Contratto collettivo nazionale del lavoro per il personale dipendente da Imprese esercenti servizi postali in appalto. È stato, altresì, previsto il divieto di subappalto al fine di evitare che le attività di servizio postale potessero essere svolte da operatori non in possesso di adeguati requisiti. 
  Nel corso dell'anno 2009, la società ha deciso di indire una nuova procedura di gara (Gara 3), al fine di affidare in outsourcing alcuni contratti oggetto di risoluzione per gravi inadempienze dei rispettivi aggiudicatari. 
  A seguito dell'espletamento delle 3 differenti procedure di gara, bandite negli anni 2007, 2008 e 2009, si è giunti, nell'anno 2011, alla scadenza degli accordi quadro pluriennali aggiudicati, per i quali Poste aveva facoltà di rinnovo per ulteriori 12 mesi. 
  Nell'esercizio di detta facoltà, per tale motivo, nell'anno 2012, sono risultati vigenti 34 contratti con 27 fornitori. Detti contratti sono risultati tutti avere scadenza tra giugno e settembre 2012. 
  Al fine di garantire la continuità del servizio, Poste italiane ha quindi avviato, nel mese di aprile 2012, una nuova procedura di gara (Gara 4). 
  L'Azienda ha ribadito che il ricorso all'Albo dei fornitori, al quale hanno accesso solo le imprese che possiedono determinati requisiti amministrativi, economici e tecnico-organizzativi, costituisce una garanzia per il soddisfacimento delle proprie esigenze di mercato, permettendo, al contempo, di garantire i necessari livelli di servizio alla clientela. 
  Con riferimento al valore degli appalti affidati da Poste italiane, la stessa società ha evidenziato che gli importi di gara sono diminuiti, dal 2007 al 2012 e rispetto alle gare precedenti, a causa del notevole decremento dei volumi complessivi di corrispondenza, con una flessione pari al 36 per cento e con conseguenti impatti anche sull'utilizzo della stessa manodopera di Poste italiane spa. Pertanto, ad avviso dell'azienda, si ribadisce che la riduzione negli anni degli importi esternalizzati è dovuta anche a varie risoluzioni contrattuali, necessarie a seguito di gravi inadempienze, con inevitabili ricadute occupazionali, peraltro non dell'entità rappresentata nell'atto in esame. 
  Poste italiane ha precisato anche che il numero di risorse totali, censito prima della gara 4, ammontava a 1.166 unità: di queste, n. 678 sono state impiegate nei nuovi lotti contrattualizzati con la gara 4, mentre n. 56 risorse sono state impiegate nei lotti attualmente prorogati, per un totale di n. 734 unità attualmente occupate. 
  Sul piano delle relazioni sindacali, l'azienda ha comunicato di aver sottoscritto, in data 28 febbraio 2013, l'accordo di riorganizzazione del settore dei servizi postali che ha introdotto un nuovo modello organizzativo volto a razionalizzare e rendere maggiormente efficienti i servizi erogati. Poste italiane ha confermato, comunque, la propria disponibilità, nella consapevolezza delle difficoltà occupazionali del settore, ad avviare un confronto con le organizzazioni sindacali, finalizzato ad individuare una soluzione compatibile con le esigenze organizzative e produttive. 
  Nel luglio 2013, infatti, si sono tenute delle riunioni nell'ambito delle quali la società ha comunicato di aver proposto un percorso per i lavoratori coinvolti nella riorganizzazione, prevedendo, per lo svolgimento di attività di recapito nelle regioni del Piemonte, Lombardia e Veneto, l'assunzione dei lavoratori con contratto a tempo determinato per un periodo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 4 mesi per quelli provenienti da regioni diverse. 
  L'azienda ha evidenziato, altresì, che le aree territoriali individuate rappresentano le sedi nelle quali risulterebbe più proficuo l'utilizzo di tali risorse, non solo per un prevedibile sviluppo delle attività, ma anche, in applicazione dell'intesa nazionale del 22 maggio 2013 al fine di favorire eventuali processi di mobilità territoriale volontaria delle proprie maestranze, dalle regioni settentrionali a quelle meridionali. L'azienda ha formalizzato tale proposta alle organizzazioni sindacali nel corso dell'incontro che si è svolto in data 31 luglio 2013, anche mediante la consegna di una bozza di verbale di accordo. Tuttavia la soluzione prospettata, non ha trovato il pieno consenso di alcune organizzazioni Sindacali e ciò ha impedito la definizione di un'intesa anche con le altre Organizzazioni. In particolare, la SLC-CGIL ha ritenuto non accettabile la proposta, e ha chiesto alla società di prevedere assunzioni in ognuna delle Regioni nelle quali operavano precedentemente i lavoratori dipendenti delle Agenzie di recapito. 
  Poste italiane, nel prendere atto dell'impossibilità di giungere, in questa fase, alla sottoscrizione di un accordo in materia, ha sottolineato che la propria ipotesi di inserimento occupazionale, rappresenti, in ogni caso, un forte segnale di attenzione alle problematiche occupazionali, nel tentativo di coniugare le esigenze aziendali con quelle sociali. 
  Il Ministero dello sviluppo economico, tenendo conto della completa liberalizzazione del mercato postale e della piena autonomia organizzativa e gestionale del fornitore del servizio universale, si rende disponibile ad avviare un tavolo di incontro con le parti, al fine di individuare soluzioni tese allo sviluppo del mercato postale e prevedere azioni dirette a tutelare le piccole imprese del recapito ed i lavoratori del settore. 
  Da ultimo si rappresenta che l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha assicurato, per quanto di propria competenza, che, nell'istruttoria sui regolamenti per il rilascio di licenze e autorizzazioni, provvederà a valutare attentamente l'opportunità, anche alla luce dei principi della liberalizzazione del mercato, di subordinare l'abilitazione all'esercizio dei servizi postali al possesso di comprovati requisiti che assicurino la solidità, sotto il profilo tecnico ed organizzativo, delle imprese abilitate. 
Il Viceministro dello sviluppo economicoAntonio Catricalà.


Poste Italiane: Il Viceministro dello Sviluppo Economico risponde all’interrogazione sul servizio postale universale e il moderno sistema di servizi ai cittadini e alle imprese

Antonio Catricalà


ATTO CAMERA


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01508
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura : 17
Seduta di annuncio : 62 del 31/07/2013
EX :
Precedente numero assegnato 5/00191
Firmatari:
Primo firmatario: VELO SILVIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/07/2013

Cofirmatario
Gruppo
Data firma
BINI CATERINA
PARTITO DEMOCRATICO
31/07/2013
Destinatari:
Ministero destinatario :
  MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere e data delega :
  MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 31/07/2013


Partecipanti allo svolgimento/discussione :
RISPOSTA GOVERNO
02/12/2013
  CATRICALA' ANTONIO
VICE MINISTRO SVILUPPO ECONOMICO
Fasi iter :
RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/12/2013
CONCLUSO IL 02/12/2013
Classificazione EUROVOC
SIGLA O DENOMINAZIONE:
POSTE ITALIANE SPA

EUROVOC:
SERVIZIO POSTALE



TESTO ATTO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01508
presentato da
VELO Silvia
testo di
Mercoledì 31 luglio 2013, seduta n. 62
 VELO e BINI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: 
   il tema di un puntuale ed efficiente servizio postale universale deve tornare a rivestire centralità nella programmazione di un moderno sistema di servizi ai cittadini e alle imprese, quale contributo per il rilancio dell'economia e per il miglioramento della qualità della vita. Tali obiettivi, in un quadro di economicità della gestione, dovrebbero costituire la «mission» della società Poste italiane, soggetto economico interamente controllato dallo Stato;
 
   non tutte le scelte compiute dalla società Poste italiane nel corso degli ultimi anni sembrano corrispondere con tale impostazione e meritano un'attenta verifica circa le conseguenze che ne discendono dal punto di vista della qualità del servizio, dell'economicità, della razionalità gestionale e delle ricadute occupazionali, basti pensare al piano di riordino del servizio di recapito dell'aprile 2012;
 
   anche le modalità con le quali sono stati gestiti negli ultimi anni i rapporti con le Agenzie di recapito, imprese private operanti nel settore della distribuzione, del recapito e dei servizi postali, destano più di qualche perplessità e interrogativo;
 
   queste imprese, fino al 1999, operavano sulla base di concessioni rilasciate dal Ministero delle poste, e a fronte del versamento del 30 per cento del corrispettivo del servizio, erano autorizzate al recapito di tutti i prodotti postali;
 
   l'articolo 40 della legge 23 dicembre 1998, n. 448 (provvedimento collegato alla legge finanziaria 1999), ha delegato il Governo ad adottare un apposito regolamento (cosiddetto di delegificazione) di modifica del codice postale, volto ad assicurare la prestazione di un servizio postale universale con prezzi accessibili a tutti gli utenti, la determinazione dei servizi oggetto di riserva e la revoca delle concessioni di servizi postali previste dall'articolo 29 del codice postale, nonché a prevedere l'introduzione degli istituti dell'autorizzazione generale e della licenza individuale per l'espletamento dei servizi non riservati;
 
   con il decreto legislativo 22 luglio 1999, di recepimento della direttiva 97/67/CE, sono state pertanto revocate tali concessioni; le Agenzie di recapito sono state autorizzate al servizio di recapito delle raccomandate;
 
   l'articolo 23 del citato decreto, stabiliva che, in relazione a quanto disposto dal decreto del Ministro delle comunicazioni del 5 agosto 1997, le concessioni di cui all'articolo 29, numero 1, del codice postale e delle telecomunicazioni, decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 1973, fossero valide sino al 31 dicembre 2000; al comma 5 del medesimo articolo 23, veniva altresì previsto che le Poste italiane potessero realizzare accordi con gli operatori privati, anche dopo la scadenza delle concessioni, al fine di ottimizzare i servizi, favorendo il miglioramento della qualità dei servizi stessi anche attraverso l'utilizzazione delle professionalità già esistenti;
 
   con «Memorandum» sottoscritto l'11 dicembre 2007 presso il Ministero delle comunicazioni, tra il Ministro competente, le agenzie di recapito e le Poste italiane, sono state delineate le fasi essenziali del processo di liberalizzazione del settore;
 
   l'anno successivo le Poste italiane, con appositi bandi di gara, hanno disposto l'assegnazione di una variegata tipologia di servizi oltre alle raccomandate, in linea con la prevista ristrutturazione del sistema postale;
 
   numerosi ex concessionari sono stati esclusi da tali gare a vantaggio di nuovi soggetti; nel complesso, si è ridotto sensibilmente il numero degli operatori partner di Poste italiane così come – anche a seguito di internalizzazioni del servizio, conseguenti a situazioni di vario genere (è il caso di alcuni grandi capoluoghi) – si è ridotto il novero delle città in cui essi operano;
 
   allo stato attuale le agenzie di recapito – escluse dal mercato dei servizi postali nel 1999 – risultano affidatarie di servizi diversi di Poste italiane quali il recapito di prodotti a firma, nonché la consegna dei pacchi;
 
   in circa dieci anni il valore degli appalti affidati da Poste italiane, in controtendenza con l'auspicato processo di liberalizzazione del servizio, si è segnatamente ristretto: da un valore di circa 70 milioni di euro all'anno nel 2000, a 58 milioni nel 2008, a meno di 40 milioni nel 2011; le gare bandite di recente da Poste italiane prevedono l'affidamento di servizi per un valore non superiore a 28 milioni di euro, con ricadute significative sulle imprese, anche in termini di occupazione;
 
   le agenzie di recapito hanno fatto fronte alla contrazione del mercato dei servizi postali con grande impegno e flessibilità, evitando tensioni occupazionali, anche grazie alla fattiva collaborazione con le organizzazioni sindacali. Nonostante ciò, non si può non registrare che, a tutt'oggi, diverse centinaia di lavoratori hanno perso il lavoro e attendono, anche da anni, l'apertura di una vera e propria trattativa nazionale che veda il coinvolgimento delle autorità competenti;
 
   gli operatori privati, circa 70 fino al 2000, si sono moltiplicati a dismisura; si calcola che oggi le imprese titolari di licenza siano oltre 2.500; l'autorizzazione all'esercizio del servizio viene concessa a fronte di un versamento poco più che simbolico, senza alcun controllo dei requisiti di solidità, tecnico-organizzativi, imprenditoriali delle imprese e degli addetti al servizio in un settore molto delicato che prevede anche il contatto con il pubblico, la sicurezza e la riservatezza della corrispondenza e degli utenti del servizio;
 
   allo stato attuale, risulta che sul territorio nazionale, operano numerose aziende in regime di subappalto che non applicano il CCNL di settore –:
   quali iniziative intenda assumere al fine di verificare la coerenza delle strategie e delle scelte organizzative adottate negli ultimi tempi dalla società Poste italiane con gli indirizzi e con le finalità del servizio pubblico universale, con particolare riguardo alla gestione dei rapporti con gli operatori privati al fine di garantire elevati e omogenei standard qualitativi su tutto il territorio nazionale, procedure di selezione degli affidatari dei servizi che non penalizzino le piccole imprese e che prevedano l'applicazione e il rispetto del contratto nazionale di lavoro di settore, nonché la tutela dei livelli occupazionali;
 
   se non ritenga di dover attivare un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti cointeressati, allo scopo di concordare e di avviare nell'immediato un piano per lo sviluppo del settore postale, prevedendo iniziative specifiche per le piccole imprese del recapito e per i lavoratori del settore.
 
(4-01508)
RISPOSTA ATTO
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 2 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 129
4-01508
presentata da
VELO Silvia

  Risposta. — L'interrogazione in esame attiene alle problematiche relative agli appalti affidati da Poste italiane Spa ad agenzie di recapito in materia di servizi postali. 
  Al riguardo si osserva che, il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato nel tempo da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto regolatorio, il grado di concorrenzialità dei mercati e la marcata evoluzione dell'esigenze della clientela verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  Poste italiane spa riferisce, in tal senso, che, nel quadro normativo di riferimento, l'elemento essenziale è rappresentato dalla direttiva postale 2008/6/CE, recepita con decreto legislativo 31 marzo 2011 n. 58, che elimina l'esclusività del servizio postale prima assegnata a Poste italiane (con la sola eccezione degli atti giudiziari) e che completa il processo di progressiva liberalizzazione del mercato, già avviato con le direttive 97/67/CE e 2002/39/CE, rispettivamente recepite nell'ordinamento nazionale con i decreti legislativi 22 luglio 1999, n. 261 e 23 dicembre 2003, n. 384. 
  Corre l'obbligo di evidenziare, altresì, il mutato contesto normativo introdotto dall'articolo 21, comma 13, del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201, convertito con modificazione dalla legge 22 dicembre 2011 n. 214, che ha previsto l'attribuzione delle funzioni di regolamentazione e vigilanza nel settore postale all'autorità per le garanzie nelle comunicazioni. 
  Entrando nello specifico dell'atto in esame, ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo n. 261 del 1999, in attesa della completa liberalizzazione del mercato, sono stati stipulati accordi di collaborazione tra Poste italiane e le agenzie di recapito ex concessionarie, allora operanti sul mercato. I citati accordi, relativi agli anni 2000 e 2001, prevedevano la concessione, da parte di Poste italiane, di servizi specifici riguardanti la posta registrata, con scadenze successivamente unificate al 31 dicembre 2006. 
  Nell'ottica di un innalzamento degli standardqualitativi del servizio postale e di una evoluzione futura dei rapporti con le agenzie, nell'anno 2004, Poste italiane ha affidato, su richiesta di queste ultime ed inizialmente a titolo sperimentale, anche nuove attività aggiuntive attraverso accordi integrativi. 
  La prosecuzione dei rapporti è risultata, tuttavia, condizionata dalla capacità delle agenzie di adeguarsi ad un nuovo profilo d'impresa, stante il processo di liberalizzazione in atto, al rispetto degli standard di servizio in rapporto all'evoluzione del mercato. 
  Poste italiane ha realizzato, pertanto, un albo fornitori qualificati, con requisiti di selezione coerenti con il profilo d'impresa richiamato dagli accordi integrativi e redatto con tempistiche che consentissero alle agenzie di adeguarsi ai requisiti fissati. In particolare, al fine di agevolare l'iscrizione a tale albo anche delle imprese piccole e piccolissime, sono stati fissati dei requisiti minimi di carattere tecnico/economico, consentendo la possibilità di pervenire al possesso di tali requisiti anche tramite la costituzione di consorzi stabili. 
  Nel giugno del 2007 si è svolta, pertanto, la prima procedura di gara (gara 1) alla quale ha partecipato un numero esiguo di agenzie di recapito, rispetto al totale delle agenzie invitate. 
  Successivamente, a seguito dell'istituzione di un tavolo tecnico tra il Ministero delle comunicazioni, Poste italiane s.p.a. e le agenzie di recapito, nel dicembre 2007, tramite un «Memorandum», si è individuato un percorso finalizzato al raggiungimento condiviso della data di liberalizzazione del mercato. È stato inoltre stabilito che Poste italiane procedesse, sino al 31 marzo 2008, alla proroga dell'affidamento delle attività in oggetto per volumi proporzionali a quelli affidati nel corrispondente periodo del 2007. 
  In seguito, è stata pubblicata anche la nuova procedura di gara del 2008 («Gara 2»), recependo i contenuti degli impegni assunti nel citato «Memorandum». Oltre alle attività che già hanno formato oggetto della precedente gara, sono state aggiunte nuove attività e ridefinite quelle preesistenti. 
  Poste italiane ha sottolineato che, a tutela degli aspetti occupazionali, in tutti i contratti derivanti dalle procedure di gara del comparto «Recapito», è stata inserita la previsione dell'obbligo dell'assunzione, a carico dell'aggiudicatario, delle maestranze precedentemente coinvolte nell'appalto, secondo quanto previsto dall'articolo 7 del Ccnl per il personale dipendente da imprese esercenti servizi postali in appalto. È stato, altresì, previsto il divieto di subappalto al fine di evitare che le attività di servizio postale potessero essere svolte da operatori non in possesso di adeguati requisiti. 
  Nel corso dell'anno 2009, la società ha deciso di indire una nuova procedura di gara (gara 3), al fine di affidare in outsourcing alcuni contratti oggetto di risoluzione per gravi inadempienze dei rispettivi aggiudicatari. 
  A seguito dell'espletamento delle 3 differenti procedure di gara, bandite negli anni 2007, 2008 e 2009, si è giunti, nell'anno 2011, alla scadenza degli accordi quadro pluriennali aggiudicati, per i quali Poste aveva facoltà di rinnovo per ulteriori 12 mesi. 
  Nell'esercizio di detta facoltà, per tale motivo, nell'anno 2012, sono risultati vigenti 34 contratti con 27 fornitori. Detti contratti sono risultati tutti avere scadenza tra giugno e settembre 2012. 
  Al fine di garantire la continuità del servizio, Poste italiane ha quindi avviato, nel mese di aprile 2012, una nuova procedura di gara (gara 4). 
  L'Azienda ha ribadito che il ricorso all'albo dei fornitori, al quale hanno accesso solo le imprese che possiedono determinati requisiti amministrativi, economici e tecnico-organizzativi, costituisce una garanzia per il soddisfacimento delle proprie esigenze di mercato, permettendo, al contempo, di garantire i necessari livelli di servizio alla clientela. 
  Con riferimento al valore degli appalti affidati da Poste italiane, la stessa società ha evidenziato che gli importi di gara sono diminuiti, dal 2007 al 2012 e rispetto alle gare precedenti, a causa del notevole decremento dei volumi complessivi di corrispondenza, con una flessione pari al 36 per cento e con conseguenti impatti anche sull'utilizzo della stessa manodopera di Poste italiane spa. Pertanto, ad avviso dell'azienda, si ribadisce che la riduzione negli anni degli importi esternalizzati è dovuta anche a varie risoluzioni contrattuali, necessarie a seguito di gravi inadempienze, con inevitabili ricadute occupazionali, peraltro non dell'entità rappresentata nell'atto in esame. 
  Poste italiane ha precisato anche che il numero di risorse totali, censito prima della gara 4, ammontava a 1.166 unità: di queste, n. 678 sono state impiegate nei nuovi lotti contrattualizzati con la Gara 4, mentre n. 56 risorse sono state impiegate nei lotti attualmente prorogati, per un totale di n. 734 unità attualmente occupate. 
  Sul piano delle relazioni sindacali, l'azienda ha comunicato di aver sottoscritto, in data 28 febbraio 2013, l'accordo di riorganizzazione del settore dei servizi postali che ha introdotto un nuovo modello organizzativo volto a razionalizzare e rendere maggiormente efficienti i servizi erogati. Poste italiane ha confermato, comunque, la propria disponibilità, nella consapevolezza delle difficoltà occupazionali del settore, ad avviare un confronto con le organizzazioni sindacali, finalizzato ad individuare una soluzione compatibile con le esigenze organizzative e produttive. 
  Il mese di luglio 2013, infatti, si sono tenute delle riunioni nell'ambito delle quali la società ha comunicato di aver proposto un percorso per i lavoratori coinvolti nella riorganizzazione, prevedendo, per lo svolgimento di attività di recapito nelle regioni del Piemonte, Lombardia e Veneto, l'assunzione dei lavoratori con contratto a tempo determinato per un periodo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 4 mesi per quelli provenienti da regioni diverse. 
  L'azienda ha evidenziato, altresì, che le aree territoriali individuate rappresentano le sedi nelle quali risulterebbe più proficuo l'utilizzo di tali risorse, non solo per un prevedibile sviluppo delle attività, ma anche, in applicazione dell'intesa nazionale del 22 maggio 2013, al fine di favorire eventuali processi di mobilità territoriale volontaria delle proprie maestranze, dalle regioni settentrionali a quelle meridionali. L'azienda ha formalizzato tale proposta alle organizzazioni sindacali nel corso dell'incontro che si è svolto in data 31 luglio 2013, anche mediante la consegna di una bozza di verbale di accordo. Tuttavia la soluzione prospettata, non ha trovato il pieno consenso di alcune organizzazioni sindacali e ciò ha impedito la definizione di un'intesa anche con le altre organizzazioni. In particolare, la Slc-Cgil ha ritenuto non accettabile la proposta, e ha chiesto alla società di prevedere assunzioni in ognuna delle regioni nelle quali operavano precedentemente i lavoratori dipendenti delle agenzie di recapito. 
  Poste italiane, nel prendere atto dell'impossibilità di giungere, in questa fase, alla sottoscrizione di un accordo in materia, ha sottolineato che la propria ipotesi di inserimento occupazionale, rappresenti, in ogni caso, un forte segnale di attenzione alle problematiche occupazionali, nel tentativo di coniugare le esigenze aziendali con quelle sociali. 
  Il Ministero dello sviluppo economico, tenendo conto della completa liberalizzazione del mercato postale e della piena autonomia organizzativa e gestionale del fornitore del servizio universale, si rende disponibile ad avviare un tavolo di incontro con le parti, al fine di individuare soluzioni tese allo sviluppo del mercato postale e prevedere azioni dirette a tutelare le piccole imprese del recapito ed i lavoratori del settore. 
  Da ultimo si rappresenta che l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha assicurato, per quanto di propria competenza, che, nell'istruttoria sui regolamenti per il rilascio di licenze e autorizzazioni, provvederà a valutare attentamente l'opportunità, anche alla luce dei principi della liberalizzazione del mercato, di subordinare l'abilitazione all'esercizio dei servizi postali al possesso di comprovati requisiti che assicurino la solidità, sotto il profilo tecnico ed organizzativo, delle imprese abilitate. 
Il Viceministro dello sviluppo economicoAntonio Catricalà.