venerdì 27 settembre 2013

BOLZANO: QUESTURA, RILEVATO FENOMENO VISHING A DANNO POSTE ITALIANE SPA

(AGENPARL) - Bolzano, 27 set - La Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bolzano comunica che è 
stato rilevato un nuovo fenomeno, così detto di “vishing”, a danno della società “Poste Italiane S.p.A”.
Detto fenomeno consiste, come nel “phishing”, nell’invio di email spam, dove, il testo contenuto invita il cliente a contattare l’utenza telefonica indicata; ciò per ragioni di sicurezza connesse al blocco della carta di credito Postepay per attività sospette.
Solitamente l’utenza telefonica indicata nelle mail è una numerazione italiana.
Alla composizione della numerazione un risponditore automatico, che recita in un italiano non perfetto, si presenta come il servizio clienti della società “Poste Italiane S.p.A.” ed invita l’utente ad inserire i dati relativi alla propria carta di credito, confermando ad inserimento avvenuto lo sblocco della carta stessa.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni ricorda quindi ai risparmiatori che, né “Poste Italiane S.p.A.” e neppure altri Istituti di Credito, inviano alla propria clientela email con le quali vengono successivamente richiesti  dati sensibili.
Quindi, la regola, è quella di non rispondere mai a dette richieste ma, eventualmente, di recarsi presso un ufficio di “Poste Italiane S.p.A.” o presso la propria banca per chiedere chiarimenti in merito.

Reggio Calabria. Poste Italiane presenta le novità del mondo del Recapito

FLOTTA AZIENDALE, DIVISE PORTALETTERE, NUOVI SERVIZI TECNOLOGICI 
Reggio Calabria. La Divisione Servizi Postali di Poste Italiane ha dato avvio ad un importante cambiamento del proprio modello di servizio che vede al centro dell’attenzione il mondo del Recapito, con l’introduzione di soluzioni tecnologiche che possano facilitare il lavoro degli operatori, rispondendo sempre meglio alle esigenze degli utenti.
Anche la provincia di Reggio Calabria è interessata dai nuovi progetti e investimenti aziendali che saranno presentati alle Istituzioni e ai Media, in un incontro dedicato che si terrà Giovedì 26 settembre, ore 16.30 Presso il Centro di Distribuzione della Corrispondenza RC Nord Via San Francesco (accanto Palasport di Pentimele).
Per Poste Italiane interverranno il Responsabile Area Logistica Territoriale Sud, Dr. Roberto Arcuri, la responsabile del Servizio Qualità per il Sud, Ing. Gabriella De Florio, e il Responsabile Recapito per la Calabria, Dr. Salvatore Arena.
Nell’occasione, verrà presentata la flotta aziendale messa a disposizione dei Centri di Recapito cittadini, con l’ampliamento dei mezzi “ecologici” in dotazione, in coerenza con le pratiche di tutela e sicurezza dell’ambiente promosse da Poste Italiane, i progetti di raccolta differenziata avviati nelle strutture lavorative, e le nuove divise dei portalettere, essendo la Calabria la prima regione a ricevere la fornitura.
Sarà inoltre illustrato il sistema innovativo di recapito della Corrispondenza grazie al “Postino Telematico” dotato di palmare, pos e stampante, che consente ai cittadini di fruire di servizi postali e finanziari al proprio domicilio e nella propria sede di lavoro.
Mercoledì 25 settembre 2013

Primo posto per Balsorano tra gli uffici postali a medio traffico dell’Area Centro

Poste italiane
Balsorano. Poste Italiane ha premiato l’ufficio postale di Balsorano per l’ottimo primo posto raggiunto nell’offerta di prodotti di Investimento (Obbligazioni e Fondi BancoPosta) durante i primi sette mesi del 2013 tra tutti gli uffici postali a medio traffico di clientela dell’Area Centro (Lazio, Abruzzo e Sardegna). La premiazione si è svolta nell’ambito dell’annuale Meeting tra Poste Italiane e Cassa Depostiti e Prestiti sul tema del risparmio postale e la qualità dei servizi mirati alla soddisfazione di milioni di clienti che ogni giorno si recano negli uffici postali. Ad introdurre i lavori è stato il Responsabile dell’Area Territoriale Centro, Gino Frastalli. Presenti all’incontro numerosi dirigenti nazionali di Poste Italiane, i Responsabili delle 17 Filiali Provinciali delle tre regioni e i circa quattrocento Direttori degli Uffici Postali più rappresentativi dell’intera Area. La Direttrice Provinciale dell’Aquila, Roberta Iacovozzi, intervenendo a margine dell’incontro, ha così commentato: “Questo risultato così brillante deve essere motivo di orgoglio per l’ufficio, per la Filiale e per l’intera Area Centro. Ci tengo comunque a rivolgere le mie congratulazioni al personale impiegato nell’ufficio di Balsorano non solo per il risultato raggiunto, ma soprattutto per la professionalità e l’attenzione che ogni giorno dedicano alla clientela. Un successo che si aggiunge ai recenti numeri della nostra provincia in tema di risparmio, i quali evidenziano un incremento del +8% sui nuovi libretti di risparmio aperti negli ultimi due anni a testimonianza dell’evidente fiducia che la clientela nutre nei confronti di Poste Italiane”.

martedì 24 settembre 2013

Il sindaco, dipendente di Poste Italiane, si raddoppia lo stipendio: da 1300 a 2500 euro al mese, è bufera


Il Gazzettino.it
di Camilla Bovo
Il primo cittadino di Solesino, Roberto Beggiato, attaccato
su Facebook. La difesa: «Lavoro in municipio a tempo pieno»
Solesino
SOLESINO (PD) - È bufera a Solesino, per la decisione della giunta comunale di raddoppiare l'indennità percepita mensilmente dal sindaco Roberto Beggiato, esponente del Pd. La delibera appena pubblicata nell'albo pretorio del Comune, visibile on line, prevede infatti per il primo cittadino un nuovo stipendio mensile di 2.509,98 euro lordi: il massimo consentito dalla normativa. 

L'aumento di stipendio non è passato inosservato ad Orfeo Dargenio, che alle scorse amministrative ha sostenuto il candidato sindaco Elvis Bentani correndo nella lista «Insieme per Solesino»: è stato il primo a commentare la notizia, postando la delibera di giunta in Facebook. 

«È bello sapere che ci sono bravi amministratori come il sindaco di Solesino - scrive polemico -
 sindaci che sanno cosa è la crisi e in questo momento di problemi economici si raddoppiano lo stipendio.1300€ non bastavano, come succede al 90% delle famiglie Italiane, ed allora portiamoli a 2600€ e così facciamo tornare i conti. Questa è la sana politica che vogliamo? Vergogna». 

Non si è fatta attendere a lungo la replica del primo cittadino, il quale stronca le critiche, che ritiene fatte a fini propagandistici e che reputa essere basate su
 informazioni non corrette. 

«In seguito alla
 riduzione del numero di assessori e consiglieri comunali previsto dalla spending review, al conseguente aumento di deleghe di diretta responsabilità in capo al sindaco e per garantire un servizio migliore ai cittadini con la presenza quotidiana del sindaco in comune - spiega - la scelta effettuata è stata quella di prevedere per il sindaco un impiego a tempo pieno all'interno della struttura comunale». 

Per questo il sindaco, dipendente di Poste Italiane, ha chiesto di poter
 entrare in aspettativa, senza percepire nel frattempo alcuna retribuzione. 

«Il compenso annuale
 è in linea con la retribuzione annuale percepita da Poste Italiane e facilmente verificabile dalla denuncia dei redditi degli anni precedenti - recita una nota - si fa notare che il compenso da sindaco non prevede tredicesima, quattordicesima e premio di produttività. Importante sottolineare chenessuno degli amministratori usufruisce dei rimborsi per spese di carburante, spese telefoniche e che sempre ha utilizzato i propri mezzi per le missioni amministrative».

Colpisce comunque il fatto che gli assessori abbiano invece deciso di dimezzarsi le indennitàspettanti per legge e di ridurre ulteriormente, quindi di oltre il 50%, l'importo mensile lordo: 475,00 euro invece di 1.129,49.


24 settembre 2013 

lunedì 23 settembre 2013

Rubavano i dati delle Postepay e riciclavano i soldi al poker online. Sgominata banda a Como


Corriere di Como.it
DOMENICA 22 SETTEMBRE 2013

La stangata allo sportello
Denunciato un dipendente dell’ufficio centrale delle Poste

L’accusa, alla fine, è di truffa informatica. Il cuore della frode, però, è di vecchio stampo, tutt’altro che digitale.
Perché a “rubare” i codici segreti, indispensabili per avere accesso ai soldi di ignari risparmiatori, era un dipendente dell’ufficio postale centrale di Como. Forte della fiducia dei clienti, si faceva consegnare la carta personale e spiava i dati per poi riferirli ai complici.
Oltre una cinquantina le vittime già accertate, più di 100mila gli euro sottratti dai conti dei truffati, anche se gli agenti della polizia postale sono convinti che il raggiro possa essere stato più ampio.
La svolta di un’indagine che procedeva da mesi è avvenuta giovedì scorso.
Il dipendente infedele è stato denunciato a piede libero e, in attesa degli accertamenti, mandato in ferie forzate.
Il complice è stato invece arrestato e rinchiuso a San Vittore. È un 35enne di Alserio che, seppure agli arresti domiciliari, “lavorava” da casa. Perquisendo la sua abitazione, gli agenti di polizia hanno scoperto un personal computer portatile nascosto tra le tegole del sottotetto e numerose chiavette prepagate Internet disseminate nel fienile.
Il cuore della frode, come detto, era l’ufficio centrale di Poste Italiane di Como, in via Gallio.
Il dipendente denunciato, secondo quanto accertato dai poliziotti, con una scusa qualsiasi si faceva consegnare la tessera Postepay dai clienti che andavano allo sportello per una ricarica o altre operazioni. Una volta avuta la card tra le mani, senza farsi notare controllava il codice riservato indicato sul retro della tesserina.
Ottenere tutte le altre informazioni, regolarmente registrate nella banca dati di Poste Italiane, richiedeva al dipendente pochi secondi.
Il pacchetto di informazioni, compreso di codice segreto, veniva poi girato al 35enne di Alserio.
Gli agenti della polizia postale, però, non escludono il coinvolgimento di altri complici, tra i quali un romeno arrestato già alcuni mesi fa nell’ambito di un’altra inchiesta per reati simili. Dalla sua abitazione, il comasco si occupava di gestire i soldi rubati alle Postepay delle vittime, spesi per acquisti online ma soprattutto ricariche telefoniche e trasferimenti di denaro a complici all’estero o in Italia. Le somme rubate venivano inoltre utilizzate per ricaricare conti- gioco, ad esempio per il poker online.
«Si tratta di una nuova modalità per “pulire” soldi sporchi - ha detto Nicola Pagani, ispettore capo della polizia postale di Como - Una volta caricati i soldi sul sito, il giocatore sfida quello che in realtà è un complice, che “casualmente” vince tutte le partite e intasca in questo modo l’intera somma».
Gli agenti della postale hanno già accertato oltre 50 vittime, per una somma totale sottratta che supera i 100mila euro.
Oltre alle card di Postepay, sembra che l’organizzazione clonasse anche altre carte di credito di diversi istituti bancari, ipotesi sulla quale ora sono in corso ulteriori indagini.
«Abbiamo motivo di pensare che il numero dei truffati possa essere più ampio - sottolinea l’ispettore capo Pagani - Tra le denunce già presentate andremo a verificare se ci siano casi riconducibili a questa indagine. Se ci fossero poi altri cittadini che pensano di poter essere stati raggirati li invitiamo a farsi avanti».
«Il nostro impegno contro questo tipo di reati è sempre massimo - ha aggiunto Sebastiano Scarabelli, responsabile territoriale Lombardia di Poste Italiane specializzato proprio nel contrasto alle frodi - Purtroppo, nel caso del coinvolgimento di un dipendente la prevenzione è praticamente impossibile. La posizione dell’impiegato denunciato al momento è al vaglio degli organi disciplinari. I clienti in grado di dimostrare di essere stati derubati possono farsi avanti per il risarcimento».
Anna Campaniello


domenica 22 settembre 2013

Poste: Cisl, "con privatizzazione a rischio 30mila posti"


Mario Petitto - Segr.Gen. SLP/CISL
"Privatizzare oggi Poste Vita
significa privare l'azienda postale di circa il 50% dei ricavi con la conseguenza del dissesto economico e di una ecatombe occupazionale con la perdita di oltre trenta mila posti di lavoro. Sarebbe una scelta devastante per l'azienda postale e per il Paese". Lo afferma in una nota il segretario generale della Cisl Poste, Mario Petitto, sottolineando che "ogni qualvolta si parla di privatizzazioni in questo paese, le Poste finiscono sempre in mezzo alla discussione". Ma se "tutti parlano di quanto si può ricavare dalla vendita del Bancoposta o di Poste Vita", "nessuno riflette che senza uno di questi asset l'azienda postale muore". "Oggi - aggiunge - Poste Italiane sono considerate uno dei migliori operatori postali del mondo grazie allo sviluppo di attività diversificate come la finanza, le assicurazioni, la telefonia mobile, i servizi informatici, la logistica e il recapito. Non capiamo quindi perché, mentre gli Operatori postali stranieri cercano di copiare il nostro modello, il Governo italiano pensa a distruggere quello che di buono abbiamo creato in 15 anni di durissime ristrutturazioni. Non capiamo se si tratta di masochismo nazionale o di favoreggiamento verso le grandi lobbies che come avvoltoi aspettano di piombare sul business postale".

Revisioni false, fermati tre furgoni postali


La verifica risultava effettuata a Napoli, ma i veicoli non si erano mai mossi da Belluno
Tre furgoni sospesi dalla circolazione, in quanto risultanti non idonei alla stessa, un quarto mezzo “fermato” perchè non abilitato per il trasporto di cose per conto terzi e un 36enne napoletano denunciato.
È il bilancio dell’operazione condotta dalla Digos della questura di Belluno, che nel corso delle indagini ha riscontrato come i mezzi in uso alla cooperativa Piga di Avellino (aggiudicatrice di un appalto nazionale per il servizio di trasporto dei prodotti postali per conto di Poste italiane) riportavano sulla carta di circolazione l’avvenuta revisione periodica, risultante effettuata a luglio a Napoli, sebbene tali mezzi non si fossero mai mossi da Belluno.
D’intesa con la Polstrada di Belluno, nella giornata di martedì 17 settembre sono stati effettuati dei controlli su strada, al termine dei quali è stata imposta la sospensione dalla circolazione di tre furgoni in uso alla cooperativa, nonchè di un quarto mezzo risultato non immatricolato per il trasporto di cose per conto terzi. Nell’occasione sono state contestate altre violazioni, tra le quali la non efficienza degli pneumatici, e segnalato alla competente Autorità giudiziaria il titolare dell’autofficina, un 36enne, che ha falsamente attestato di aver sottoposto i mezzi alla verifica.
Corriere delle Alpi
21 settembre 2013

Colpo grosso alle Poste Italiane. Novantacinque miliardi di euro il bottino



21 settembre 2013
L’HUFFINGTON POST
di Marco Di Gregorio
È una cattiva usanza Italiana quella di nascondere nei commi di leggi e decreti misure che con gli obiettivi delle leggi nulla hanno a che vedere. È quello che sta succedendo con il decreto recentemente emanato dal governo in tema di mutui e affitti.
L'idea presentata è di sostenere i giovani ad accedere ai finanziamenti e di aiutare chi non poteva pagare a causa della perdita del posto di lavoro, entrambi intenti condivisibili. Quando però si va guardare alle cifre concretamente stanziate a questo scopo si trovano numeri piccoli, nell'ordine di qualche decina di milioni di euro in tutto, quanto basta ai giornali per dire che ora è più facile ottenere mutui. 
Poi ci sono una serie di cose il cui senso sfugge ai non addetti ai lavori ma che proveremo a tradurre in fatti concreti. Il fondo è destinato a sostenere "prioritariamente" l'acquisto della prima casa; questo significa che le banche potranno usare il denaro della Cassa Depositi e Prestiti (tra un momento vediamo di che denaro si tratta) anche per finanziare l'acquisto di villette al mare.
E mentre per i denari destinati a giovani e disoccupati ci sono limiti precisi, in questo caso nessun limite. Nella prima bozza del piano casa, infatti, era scritto che l'ammontare massimo a disposizione delle banche per i mutui sarebbe stato definito "annualmente con decreto del ministro dell'economia e delle finanze". Il testo pubblicato in Gazzetta che non fa però alcun riferimento ai limiti della provvista a disposizione della Cdp per questo scopo.
Ma c'è di peggio. Lo stesso decreto (lo ha scoperto il Sole 24 ore) autorizza anche la Cdp a "acquistare obbligazioni bancarie garantite emesse a fronte di portafogli di mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali e/o titoli emessi ai sensi della legge 30 aprile 1999, n. 130, nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione aventi ad oggetto crediti derivanti da mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali".
Anche qui nessun limite è posto all'intervento della Cdp. Sentendo parlare di cartolarizzazione di mutui, di garanzia statale, a qualcuno sono fischiate le orecchie? Non è per caso la stessa cosa che è successa negli Usa dove le banche hanno concesso mutui che sapevano non sarebbero stati ripagati tanto garantiva lo Stato (lì Fannie Mae da noi la Cdp) e poi li hanno cartolarizzati rifilando il bidone ai risparmiatori? 
Bene il nostro Governo ha appena invitato le banche Italiane a fare la stessa cosa. Poverine, d'altronde questi soldi gli serviranno esclusivamente a concedere nuovi mutui ovviamente? Neanche per idea, sono soldi che vengono dati alle banche che potranno utilizzarli come vorranno, possibilmente rischiandoli in qualche operazione di finanza creativa.
Ma di chi sono questi soldi? Per capirlo dobbiamo conoscere questo gigante ibrido che è la Cdp, un ente che è formalmente fuori dai confini pubblici ma che in realtà dipende in tutto e per tutto dal Governo che ne possiede il 70%, il resto è delle fondazioni bancarie. A dirigerla è l'ex plurideputato Franco Bassanini che molti ricorderanno essere l'autore delle leggi che dovevano semplificare la burocrazia Italiana (ne fecero 4  in 4 anni).
Secondo il Corriere Bassanini è un esperto di banche; era lui che a Siena indicava per conto del Pd a chi affidare la guida del Mps, con quali risultati si è visto. Questi siede su 224 miliardi di euro frutto del risparmio di 24 milioni di famiglie Italiane che li hanno messi sui libretti postali. Quindi può permettersi di dire che lui usa risorse private e non pubbliche. In realtà non è così perché si tratta di denaro garantito dallo Stato. 
Vedete che si tratta dello stesso format della crisi subprime degli Usa?
A fianco di Bassanini, col ruolo di A.d., c'è un ex manager di Jp Morgan che ha anticipato a Repubblica la sua "manovra" che prevede di spendere quasi la metà dei depositi della Cdp (95 miliardi) nel prossimo biennio per "sostenere l'economia Italiana".
Un esempio recente di cosa ciò significhi è l'acquisto di mezza Sea effettuato da una delle società di Cdp, F2i, che intervenne per comprare la quota che la giunta Moratti aveva deciso di vendere in Borsa. Peccato però che nessun risparmiatore se la sentisse di acquistare una delle più decotte e malgestite aziende d'Italia. Una società che, operando in regime di monopolio, dovrebbe generare profitti anziché colossali perdite.
Senza quella vendita il Comune di Milano avrebbe fatto bancarotta e allora ecco che arriva la Cdp con il suo aiutino un tanto sospetto visto che se ne sta occupando la magistratura.
Se è questo il modo di operare della Cdp, è possibile che anziché aiutare l'economia Italiana la spesa dei miliardi di depositi postali in attività a rischio l'affossi definitivamente.
Riassumo e concludo: gli stanziamenti decisi dal governo in favore di chi ha bisogno andranno ad aiutare meno di 10.000 persone con un massimo pro capite di 30.000 euro. In compenso il decreto, garantendo le banche, le autorizza a finanziare illimitatamente qualsiasi operazione edilizia. E soprattutto permette alle banche (cioè ai loro azionisti) di prendere i mutui "cattivi", impacchettarli e rifilarli alla Cdp (cioè a noi).
Inoltre decide di dirottare i soldi di persone che tutto vogliono fuorché il rischio (se no non li metterebbero in libretti postali) in attività che al rischio sono soggette. La cosa terribile non è che ci provino ma che con minimissime eccezioni la cosa passi inosservata.
 

venerdì 20 settembre 2013

Pachino, soldi spariti alle Poste di via Pascoli Il direttore dell’Ufficio sott’accusa


19 aettembre 2013
Giornale di Sicilia.it/Siracusa
di SEBASTIANO DIAMANTE
PACHINO. I conti all'ufficio postale non quadravano: mancavano 40 mila euro, somme che erano nella disponibilità del direttore. Ed a rispondere del reato di peculato sarà proprio il direttore dell'ufficio postale "Pachino 1" di via Giovanni Pascoli, di Poste italiane, R. G, rosolinese di 60 anni, denunciato dai carabinieri della stazione di via Maucini. A porre chiarezza ai tanti dubbi che giravano attorno alla cassaforte della filiale delle poste numero 1 di via Pascoli, sono stati gli ispettori della società di servizi, inviati a sorpresa nella sede periferica delle Poste. Quando sono piombati dentro l'ufficio, il sessantenne direttore, stando al racconto di chi ha assistito all'ispezione, si è fatto prendere dal panico e con una scusa si è allontanato dall'ufficio postale. E dopo aver fatto i conti più volte, gli ispettori della società hanno scoperto l'irregolarità: un ammanco di 40 mila euro dalle casse dei servizi. Somme che erano nella disponibilità proprio del direttore. 

giovedì 19 settembre 2013

Interrogazione in Commissione sulla nomina di dirigente del dott. Alessandro Alfano nella società di servizi internet "Postecom" del gruppo Poste Italiane



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01035
presentato da
COLLETTI Andrea
testo di
Mercoledì 18 settembre 2013, seduta n. 79
  COLLETTI e CATALANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   nell'anno 2009, Alessandro Antonio Alfano ha conseguito la laurea in economia e finanze;
   già nel 2008, però, ancora privo di titolo, è stato docente del laboratorio di «Principi e strumenti di marketing» presso la facoltà di comunicazione dell'università di Roma «La Sapienza»;
   nel 2010 al dottor Alfano è stata contestata la veridicità di alcuni punti del curriculum vitaepresentato per partecipare al concorso – poi vinto – per un posto di segretario generale della camera di commercio di Trapani;
   in quell'occasione, le forze dell'ordine sequestrarono la documentazione relativa al concorso. Il dottor Alfano lasciò il posto di segretario generale dopo circa un anno per presunte cause «di forza maggiore»;
   ad agosto 2013, la vicenda è stata anche oggetto di un'interrogazione parlamentare, tuttora rimasta inevasa, presentata dal deputato del gruppo Sinistra Ecologia e Libertà, Erasmo Palazzotto;
   all'inizio di settembre 2013, Alessandro Alfano è stato nominato, senza concorso, dirigente di «Postecom» società di servizi internet del gruppo Poste Italiane partecipato al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze, e avrà diritto ad uno stipendio annuo di oltre centomila euro –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della nomina del dottor Alessandro Alfano a dirigente di Postecom ed intenda accertare se tale nomina sia avvenuta in seguito ad una scrupolosa valutazione del curriculum vitae del candidato e/o all'esito di una comparazione tra diversi profili professionali idonei a ricoprire quell'incarico dirigenziale;
   se risulti al Ministro interrogato, nell'ottica di contenimento delle spese delle società a parziale e totale partecipazione pubblica, assolutamente necessaria tale nomina e quali siano le motivazioni che hanno portato il management di Postecom a tale irrinunciabile scelta;
   se sia nelle intenzioni del Ministro, in caso di illegittima nomina, inviare un dettagliato esposto alla competente Corte dei Conti e se si intendano, eventualmente, prendere provvedimenti verso i dirigenti della società Postecom. (5-01035)

mercoledì 18 settembre 2013

Gil: "Contro Poste Italiane i lavoratori riscoprano di essere uomini"

Il leader Russo D'Auria: "Bisogna uscire dal recinto dello scioperetto e coinvolgere il territorio"

Il Faro on line - “Non è con uno scioperetto quà e là di qualche ora che si risolvono i problemi. Oggi i lavoratori non hanno il coraggio di difendere veramente il pane per i propri figli”. La dichiarazione choc è del leader di Gil (Gruppo indipendente libero per Fiumicino) Mario Russo D'Auria. Destinatari sono i lavoratori sel comparto meccanizzazione delle Poste, giudicati in esubero da nuovo gestore dei servizi. “So bene di dire una cosa forte, ma questa nostra società ha bisogno di una scossa. Abbiamo già visto altri lavoratori chiusi nei loro recinti di protesta fare la fine del topo. Bisogna uscire allo scoperto, coinvolgere le associazioni del territorio, i politici, il Comune. Bisogna avere la capacità di andarseli a cercare uno per uno, e creare un fronte comune d'impegno per salvare la situazione. Altrimenti è solo tempo perso”.

L'analisi di Russo D'Auria è lucida e al contempo spietata. “E gran parte della colpa di ciò che sta accadendo è dei sindacati. Cosa stanno facendo? Promettono un interessamento che non arriva, organizzano scioperi che la maggior parte delle volte vanno a toccare quel poco di stipendio che è rimasto. Non invoco l'unità sindacale, ma l'unità dgli uomini. Uomini e lavoratori, non di serie A o di serie B. Ma spetta agli uomini fare delle scelte, e scrollarsi di dosso chi non li ha saputi garantire, scrollarsi di dosso l'apatia che arriva quando in agonia si aspetta la fine. E chi con loro sta facendo questa battaglia. Primo obiettivo deve essere allargare le truppe, creare interesse, fare sinergia. Poi arriverà il tavolo delle trattative. Al contrario – e lo stiamo vedendo – troveremo solo cinica indifferenza”.
Angelo Perfetti
18 settembre 2013

martedì 17 settembre 2013

Poste Italiane: arricchisce l'offerta di servizi per l'e-commerce



Roma, 17 set. (Adnkronos) - ''Poste Italiane sigla una partnership con Google e diventa Premium Partner Google AdWords, il programma pubblicitario del motore di ricerca che permette alle aziende di ogni dimensione di promuovere i propri prodotti e servizi su Google e sul Google Display Network, consentendo di raggiungere nuovi clienti e di incrementare la notorieta' del brand''. E' quanto si legge in una nota di Poste Italiane. ''Grazie a questa partnership, il Gruppo Poste Italiane arricchisce la gamma dei servizi della piattaforma Poste e-Commerce, la soluzione per fare commercio elettronico destinata alle piccole e medie imprese Italiane. A partire da oggi Poste integrera' Google AdWords all'interno della sua offerta e-Commerce, offrendo una soluzione pubblicitaria chiavi in mano che sfrutta le potenzialita' della piattaforma di Google: audience, targeting e misurabilita' dei risultati'', prosegue la nota. "Siamo molto felici di aver siglato un accordo di collaborazione con Poste Italiane -dichiara Fabio Vaccarono, Country Director di Google Italy-.Crediamo fermamente che Internet sia una leva fondamentale di crescita per le aziende del nostro Paese, che grazie al web e alle nostre soluzioni possono trovare opportunita' di sviluppo e anche raggiungere nuovi mercati all'estero''.

sabato 14 settembre 2013

Dipendente delle poste rubava carburante, denunciato

Quando faceva benzina al proprio furgone, riempiva anche una tanica per la propria auto

Si appropriava indebitamente del carburante per rifornire la propria autovettura, ma è stato smascherato dalla Polizia. Per questo un dipendente delle Poste Italiane è stato denunciato.

L’uomo, G. S. di 58 anni, della provincia di Siena, con mansioni di autista, ogni volta che, a fine turno, doveva rifornire il furgone della società da lui usato per svolgere il di servizio, si recava nel distributore convenzionato e, utilizzando la card personale che le  Poste concedono ai propri dipendenti per consentire loro il prelievo del gasolio senza utilizzare denaro contante, riempiva anche una tanica di carburante precedentemente prelevata dalla sua autovettura, lasciata in sosta nei pressi di Piazzale Rosselli, a Siena.

Gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni, avuta notizia di quanto stava accadendo nell’ambito di un’intensa attività investigativa, dopo vari appostamenti e pedinamenti lo hanno fermato, cogliendolo in flagranza di reato,  e denunciato per appropriazione indebita.
14 settembre 2013
Fonte: Questura di Siena
gonews.it

venerdì 13 settembre 2013

Guarda chi ti nomino alle Poste Il fratello di Angelino Alfano

Alessandro Alfano
L'Unità
13 settembre 2013
di Bianca Di Giovanni

Un posto alle Poste non si nega a nessuno. Si diceva così durante la prima Repubblica. Epoca finita ormai un ventennio fa, ma forse le abitudini di allora hanno resistito al terremoto dei primi anni ’90. Almeno a guardare gli ultimi arrivi nella linea direttiva del gigante postale. Una decina di giorni fa a sbarcare tra i dirigenti di Postecom (la società dei servizi internet di Poste italiane) è stato Alessandro Alfano, fratello minore del più celebre Angelino, vicepremier e ministro dell’Interno nel governo delle larghe intese. Nulla da ridire, per carità. Formalmente un dirigente può essere «nominato» senza alcun concorso, senza selezione: in un giorno si può anche accedere all’incarico di direttore commerciale di una controllata del Tesoro, dove lo stipendio medio per una figura apicale può arrivare a 200mila euro annui.

Succede, ma certamente non è proprio il massimo dell’eleganza. Tanto più se si tratta di un gruppo in cui il vertice è in scadenza - è il caso di Massimo Sarmi - dopo un decennio di riconferme durante l’era targata Letta-Tremonti-Grilli.
Il «giovane» Alfano è già finito sulle pagine di giornale diverse volte nelle ultime settimane. Era stato accusato di aver falsificato alcuni esami per ottenere la laurea in Economia, ma dopo gli accertamenti la Procura di Palermo ha archiviato il caso. Nel frattempo Alfano junior aveva partecipato al concorso per diventare segretario generale della Camera di commercio di Trapani. Anche su quella selezione sono stati avanzati dubbi, tanto che le forze dell’ordine avevano sequestrato la documentazione, dopo alcune segnalazioni su scritti anonimi che prevedevano in largo anticipo la nomina di Alfano. Alla fine si è dimesso, lasciando una poltrona a cui aveva aspirato per parecchio tempo e dove ha tentato di essere riammesso, ma l’ente se n’è guardato bene. Il caso è stato sollevato anche in Parlamento, da un’interrogazione del deputato Sel, Erasmo Palazzotto. Il quale nella sua interrogazione ha parlato anche della laurea triennale di Alfano in Economia, titolo non idoneo a ricoprire un ruolo apicale all’interno della pubblica amministrazione. 

Quel titolo di studio triennale è stato conseguito nel 2009, quando il giovane Alfano aveva già raggiunto l’età di 34 anni. Certo, anche in questo caso non c’è nulla di grave odi illegale: non è mai troppo tardi per studiare. Ma se poi dopo la laurea si aprono inchieste e interrogazioni su possibili compravendite di titoli, spuntano interrogazioni, sorgono dubbi, allora ci si chiede se tra i tanti giovani che non riescono a trovare un lavoro adatto al loro livello di studio, magari la pubblica amministrazione potrebbe trovare di meglio.

giovedì 12 settembre 2013

Sentenza Cassazione del 9 settembre 2013, n.20598 contro Poste Italiane: scatta il tempo indeterminato se la mole di lavoro è invariata



Il lavoro interinale diventa a tempo indeterminato se il fabbisogno lavorativo all’interno dell’azienda non muta. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza 20598/2013, respingendo il ricorso di Poste italiane contro un proprio contrattista assunto per un supposto incremento di lavoro a seguito del varo del progetto ‘week end’.

La Suprema corte ha dunque ritenuto corretta la motivazione della Corte di appello di Ancona che ha “accertato che la somministrazione di lavoro di cui al contratto di fornitura datato 22 marzo 2004, prorogato sino al 30 settembre 2004, è avvenuta fuori dei limiti e delle condizioni di cui all’art. 20, comma 4, del DIgs 276 del 2003”, in quanto “dalla documentazione versata in atti e dalle circostanze riferite dai testimoni … emerge la conferma della predisposizione a livello nazionale - all’epoca - del progetto della nuova rete logistica nonché l’avviamento della nuova rete di trasporti locali ‘week end’, senza tuttavia apprezzabili variazioni, in termini di consequenziali necessità di adeguamento delle risorse umane estese al CPO di Pesaro, che, viceversa, seguitava a funzionare nella modalità ‘manuale’”.

Sentenza 09 settembre 2013, n. 20598

1. Poste italiane spa stipulò con Obiettivo lavoro spa un contratto di fornitura di lavoro temporaneo in data 17 marzo 2004 per l’utilizzazione, nel periodo 22 marzo – 31 maggio 2004, di 10 lavoratori nei “casi previsti dal ccnl maggiore fabbisogno di personale connesso a situazioni di mercato congiunturali e non consolidabili”. In base a tale contratto l’agenzia inviò a Poste italiane spa il lavoratore F. Z.. In seguito il medesimo lavoratore venne nuovamente avviato presso Poste per altri due periodi di lavoro.
2. Il signor Z. convenne in giudizio Poste italiane spa chiedendo che venisse dichiarata la nullità della clausola di apposizione del termine al contratto di lavoro temporaneo con conseguente conversione del rapporto a tempo indeterminato, riammissione in servizio alle dipendenze di Poste italiane spa e pagamento delle retribuzioni a decorrere dalla data di messa in mora.
3. Il Tribunale di Pesaro rigettò il ricorso.
4. Il lavoratore propose appello.
5. La Corte di Ancona lo ha accolto, provvedendo in questi termini: “‘accertato che la somministrazione di lavoro di cui al contratto di fornitura datato 22 marzo 2004, prorogato sino al 30 settembre 2004, è avvenuta fuori dei limiti e delle condizioni di cui all’art. 20, comma 4, del d. lgs. 276 del 2003, dispone la costituzione dall’inizio della somministrazione, del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, tuttora in essere alle dipendenze della datrice di lavoro utilizzatrice e condanna la società alla riammissione del ricorrente nel posto di lavoro disponibile nella filiale di Pesaro ovvero nella filiale più vicina.
Condanna la società al pagamento, a titolo risarcitorio, con decorrenza dal 23 gennaio 2007, fino alla effettiva riassunzione, di una somma mensile corrispondente all’ultima retribuzione mensile globale di fatto, oltre interessi e rivalutazione”.
6. La Corte in motivazione ha precisato che, considerata la data di stipulazione del contratto, 22 marzo 2004, si applicava la disciplina del contratto di somministrazione dettata dal d. lgs. n. 276 del 2003, il cui art. 85, comma 1. lett. f) aveva abrogato la disciplina previgente, ma il cui art. 86, terzo comma, faceva salva in via transitoria e sino alla scadenza manteneva in vigore le clausole dei contratti collettivi vigenti “con esclusivo riferimento alla determinazione per via contrattuale delle esigenze di carattere temporaneo che consentono la somministrazione a termine”.
7. Di conseguenza, secondo la Corte, la disposizione dell’art. 20, quarto comma, va integrata con la previsione collettiva, che rende quindi legittima la causale indicata nel contratto di fornitura.
8. Tuttavia la Corte ha ritenuto che l’apposizione del termine sia illegittima non per genericità della causale, ma perché la prova documentale e testimoniale (testi e T.) aveva dimostrato che “la predisposizione a livello nazionale del progetto della nuova rete e l’avviamento della nuova rete di trasporti postali ‘week end’, allegate come ragione del fabbisogno di personale connesso a situazioni di mercato congiunturali e non consolidabili, non avevano comportato apprezzabili variazioni in termini di conseguenziali necessità di adeguamento delle risorse umane estese al CPO di Pesaro che, viceversa, seguitava a funzionare nella modalità manuale mentre era stato meccanizzato il centro di smistamento della corrispondenza dì Ancona”.
9. Il ricorso della società è articolato in sette motivi.
10. Il signor Z. si difende con controricorso.
11. La società ha anche depositato una memoria.
12. Con il primo motivo la società denunzia violazione degli artt. 20, 21 e 27 d.lgs. 276. Nel corso del motivo si sostiene che la Corte non avrebbe considerato che il lavoratore aveva denunziato vizi del contratto di lavoro a termine stipulato con l’agenzia e non del contratto di somministrazione stipulato tra l’agenzia e Poste italiane spa.
13. Il motivo non è fondato perché la Corte dà atto del fatto che il contratto di lavoro a termine stipulato tra il lavoratore e l’agenzia riproduce la clausola del contratto di somministrazione, che a sua volta riproduce l’art. 25 del ccnl 11 luglio 2003 (come viene ribadito anche dalla società a pag. 16 del ricorso per cassazione).
14. A ciò devono aggiungersi le decisive considerazioni concernenti il secondo motivo, con il quale si denunzia violazione dell’art. 86, terzo comma, del d. lgs, 276 del 2003, che avrebbe mantenuto in vigore l’art. 25 del ccnl 11 luglio 2003 e per questa via legittimato l’apposizione del termine al contratto in esame.
15. La norma invocata si esprime così: “In relazione agli effetti derivanti dalla abrogazione delle disposizioni di cui agli articoli da 1 a 11 della legge 24 giugno 1997, n. 196, le clausole dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulate ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lettera a), della medesima legge e vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, mantengono, in via transitoria e salve diverse intese, la loro efficacia fino alla data di scadenza dei contratti collettivi nazionali di lavoro, con esclusivo riferimento alla determinazione per via contrattuale delle esigenze di carattere temporaneo che consentono la somministrazione di lavoro a termine. Le clausole dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulate ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 24 giugno 1997, n. 196, vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, mantengono la loro efficacia fino a diversa determinazione delle parti stipulanti o recesso unilaterale”.
16. Si tratta di una norma di diritto transitorio che ha creato un ponte tra la disciplina del lavoro interinale dettata dalla legge n. 196 del 1997 (abrogata dall’art. 85, lett. f, del d. Igs. 276/2003) e la disciplina del lavoro in somministrazione dettata dagli artt. 20 e ss. del decreto legislativo 276 del 2003.
17. In base a questa disciplina di diritto transitorio viene prorogata l’efficacia temporale delle clausole dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulate ai sensi dell’art. 1, comma 2, lett. a) della legge 196 del 1997 (che individuano i casi in cui è consentita la stipulazione di contratti di fornitura dì lavoro temporaneo) e dal terzo comma della medesima norma (concernente le intese sulla sperimentazione del lavoro temporaneo in agricoltura e nell’edilizia).
18. Nel caso in esame, per questa via, è stata prorogata l’efficacia del ccnl 11 luglio 2003 per il personale non dirigente delle Poste, il cui art. 25 autorizza la stipulazione di contratti di fornitura di lavoro temporaneo per “maggiore fabbisogno di personale connesso a situazioni di mercato congiunturali e non consolidagli”.
19. Tutto ciò premesso, deve rilevarsi che il motivo di ricorso con il quale si denunzia la violazione di tale norma è eccentrico rispetto alla motivazione della Corte di Ancona, che non pone in discussione la perdurante vigenza della previsione dell’autonomia collettiva e la sua idoneità ad individuare una causale che risponda ai requisiti richiesti dalla legge.
20. Il punto è un altro: la legittimità della causale indicata nel contratto in somministrazione non significa che la stessa renda legittima l’apposizione del termine a prescindere dalla prova della sussistenza in concreto di una situazione che sia riconducibile alla ragione indicata in contratto. E la Corte di Ancona ha ritenuto illegittima la clausola non per la sua genericità, bensì perché “dalla documentazione versata in atti e dalle circostanze riferite dai testimoni qualificati R. R. (direttore del centro postale operativo CPO di P. e F. T. (funzionario del servizio logistica, applicato al Polo corrispondenza delle Marche) emerge la conferma della predisposizione a livello nazionale – all’epoca – del progetto della nuova rete logistica (in attuazione tuttavia a partire dal 2005) nonché l’avviamento della nuova rete di trasporti locali ‘week end’, senza tuttavia apprezzabili variazioni, in termini di conseguenziali necessità di adeguamento delle risorse umane estese al CPO di P., che, viceversa, seguitava a funzionare nella modalità ‘manuale’ (mentre era stato meccanizzato il Centro di smistamento della corrispondenza di Ancona)”.
21. In definita, a seguito di queste ed ulteriori valutazioni di merito, la Corte ha ritenuto “carente la prova che tale situazione avesse comportato per la filiale di P. una contingente necessità temporanea di fabbisogno di ulteriore personale” e non è stata dimostrata “una specifica situazione in relazione alla filiale di P. di un maggiore fabbisogno di personale connesso a situazioni di mercato congiunturali e non consolidabili” (come invece richiesto dal ccnl invocato).
22. Analoga sfasatura tra le ragioni della decisione e le motivazioni della impugnazione si rileva con riferimento al terzo motivo, con il quale si sostiene che la causale è legittima perché il ccnl contiene una previsione che deve essere considerata esemplificativa di alcune ipotesi che sono considerate rientranti nella previsione dell’art. 20 del d. lgs. 276 del 2003.
23. Inammissibile è, invece, il quarto motivo, che si risolve nella richiesta di una rivalutazione della prova testimoniale, non consentita in sede di giudizio di legittimità.
24. Rimangono assorbiti il quinto ed il sesto motivo poiché riguardano la pronuncia della Corte di Ancona su di un secondo motivo di appello assorbito a seguito dell’ accoglimento del primo motivo. Il rigetto dei motivi di ricorso per cassazione nei confronti della decisione basata sul primo motivo, implica l’assorbimento anche in sede di legittimità dei motivi concernenti il secondo motivo di appello.
25. È infondato il settimo motivo con il quale si denunzia una pretesa violazione dell’art. 27, del d. Igs. 276 del 2003, assumendo che la violazione della normativa in esame comporta l’instaurazione del rapporto di lavoro direttamente con l’utilizzatore della prestazione, ma non anche la trasformazione del rapporto in rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Le ragioni della infondatezza di questa tesi sono state più volte esposte nella giurisprudenza di legittimità. Cfr., per tutte, da ultimo, anche per ulteriori richiami, Cass. 13404 del 2013.
26. Con la memoria la società ha chiesto che il risarcimento del danno sia determinato ai sensi dell’art. 32 della legge 183 del 2010. La richiesta è inammissibile perché il capo della decisione relativo al risarcimento del danno è passato in giudicato, in quanto non è stato oggetto di impugnazione nonostante il ricorso sia stato proposto quando la legge 183 del 2010 era già entrata in vigore.
27. Il ricorso, pertanto, deve essere rigettato.
28. Le spese del giudizio di legittimità devono essere poste a carico della parte che perde il giudizio e vengono liquidate secondo i parametri previsti dal D.M. Giustizia, 20 luglio 2012, n. 140 (cfr. Cass. Sez. un. 17405 e 17406 del 2012).
P.Q.M.
Rigetta il ricorso e condanna la società ricorrente alla rifusione al controricorrente delle spese del giudizio di legittimità, che liquida in 4.000,00 euro per compensi professionali, 50,00 euro per esborsi, oltre accessori.




martedì 10 settembre 2013

L'aeroporto regionale dell'Abruzzo di Pescara perde i voli postali notturni - Interrogazione alla Camera



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01744
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Lunedì 9 settembre 2013, seduta n. 73
  MELILLA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   l'aeroporto regionale dell'Abruzzo di Pescara perde i voli postali notturni in coincidenza con la chiusura del centro di meccanizzazione delle poste di via Volta di Pescara;
   tale scelta oltre che danneggiare l'occupazione locale, crea seri problemi alle prospettive dell'aeroporto regionale dell'Abruzzo di Pescara avendo l'ENAC deciso di ridurre l'assistenza al volo da 24 ore giornaliere a 18 ore;
   Poste italiane, attraverso il proprio operatore Mistral Air, ha scelto l'aeroporto di Ancona rinunciando a quello di Pescara per i voli postali –:
   quali siano le motivazioni di questa scelta di Poste italiane e quali iniziative intendano assumere per evitare questo progetto negativo per il futuro dell'aeroporto regionale dell'Abruzzo di Pescara.
(4-01744)

Poste Italiane: Bonanni, ok a cessione di parte quote


Per il segretario generale della Cisl, sindacato maggiormente rappresentativo in Poste Italiane, "BancoPosta è uno strumento sociale per calmierare il mercato bancario"

Per Poste sono favorevole alla cessione di parte delle quote, purché nella nuova governance ci sia spazio per i dipendenti, non si ceda la maggioranza e si mantenga l'unitá aziendale". Lo afferma in un'intervista Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, sindacato maggiormente rappresentativo in Poste Italiane, aggiungendo "BancoPosta è uno strumento sociale per calmierare il mercato bancario". Per Bonanni il modello da seguire è "esattamente" quello di Royal Mail, in cui vengono assegnate gratuitamente ai dipendenti quote dell'azienda privatizzata. Per quanto riguarda i gioielli di Stato, Bonanni dice che "vendere quote di aziende che fanno utili, o che garantiscono la sicurezza energetica del Paese come Eni ed Enel, sarebbe una stupidaggine".

09 settembre 2013
Corporate News / MF Gazzetta

sabato 7 settembre 2013

LAVORO: INVITALIA, DISSERVIZI, MA ORA PIATTAFORMA PER CONTRIBUTI STARTUP E' STABILE


(AGENPARL) - Roma, 06 set - "Due giorni fa, Mercoledì 4 settembre, all’apertura dello sportello telematico per accedere ai contributi Smart&Start, si sono verificati oltre mille accessi contemporanei, un numero di gran lunga superiore alla media storica registrata per misure analoghe, che hanno stressato la piattaforma realizzata per Invitalia da Postecom, società pubblica del gruppo Poste Italiane, generando difetti nella sua funzionalità". E' quanto comunica in una nota Invitalia.
" Sono passati due giorni e, dopo i disservizi registrati e gli interventi effettuati, il fornitore ha assicurato che il sistema funziona, è stabile ed in grado di garantire il corretto flusso della presentazione delle domande, secondo i requisiti stabiliti dal bando. Al di là dei disservizi, ovviamente non giustificabili, è la prima volta che la Pubblica Amministrazione garantisce l’accesso a un incentivo con procedure interamente “on line”. Si tratta di un’innovazione di non poco conto rispetto al tradizionale utilizzo della posta cartacea (lettera raccomandata) o elettronica (posta certificata) e che, ovviamente, come tutti gli esordi, non è esente da problematiche. Ma è, al tempo stesso, doveroso spiegare che cosa è successo mercoledì 4 settembre e quali conseguenze avranno i cittadini, potenziali utenti delle agevolazioni. I principali problemi riscontrati si riferiscono a tre tipologie di disservizi. La prima tipologia ha riguardato il mancato invio, previsto dal sistema via email, del codice di accesso allo stesso. L’anomalia, verificatasi in apertura della piattaforma, è stata risolta nelle ore successive e gli utenti che avevano richiesto il codice di accesso ai fini della registrazione lo hanno ricevuto. La seconda tipologia ha riguardato la mancata ricezione del suddetto codice a mezzo di posta elettronica certificata, peraltro correttamente inviata dal sistema. Non basta, infatti, che il codice venga inviato all’utente da parte della piattaforma ma è ovviamente necessario che lo stesso dimostrabilmente lo riceva. Dopo le segnalazioni, Invitalia ha provveduto a inoltrare nuovamente a mezzo posta elettronica agli utenti il codice di accesso, verificando che gli stessi lo avessero ricevuto, permettendo così la regolare prosecuzione delle procedure. La terza tipologia ha riguardato alcune anomalie funzionali connesse alla presentazione delle domande di agevolazione, anch’esse affrontate e corrette. Per risolvere i problemi si è immediatamente provveduto a potenziare l’infrastruttura hardware, intervenendo su alcune componenti applicative allo scopo di ottimizzare le performance complessive del sistema rispetto al rilevante volume di accessi. La cosa essenziale, però, è che nonostante i disservizi, Invitalia è in grado di assicurare che nessuno degli utenti, che sino a questo momento ha attivato la procedura di presentazione della proposta, subirà un pregiudizio lungo il percorso valutativo. La piattaforma, infatti, è in grado di tracciare la storicità degli accessi degli utenti registrati che dispongono di un codice di accesso. Il che consente, tra l’altro, di evitare improprie o non univoche interpretazioni circa il momento dell’accesso, quello dell’acquisizione del previsto codice e quindi la potenziale ammissibilità, anche cronologica, alle agevolazioni previste dalla misura. Questo, inoltre, consente di poter dire che saranno tutelati tutti i diritti acquisiti. Ancora più chiaramente, nessun ritardo nel sistema, nessun cattivo funzionamento, potrà influire sul diritto eventuale di ottenere le agevolazioni da parte di alcun cittadino. Attualmente gli utenti registrati sono 1248, le domande in corso di elaborazione sono 1525, quelle complete 102, di cui 12 formalmente protocollate. L’attuale disponibilità di fondi previsti per Smart&Start (190 milioni di euro) è in grado, quindi, di garantire la copertura di tutte le richieste ad oggi pervenute, qualora approvate. E’ peraltro utile ribadire al riguardo che parlare di click day per l’accesso alle agevolazioni è un errore grossolano. Non si tratta, infatti, di agevolazioni a pioggia: i progetti devono avere un carattere fortemente innovativo e tecnologico la cui valutazione non è soggetta ad alcun automatismo. Resterà comunque operativo l’help desk di Invitalia ( helpdesk.smartstart@invitalia.it) che garantirà il servizio senza soluzione di continuità. Così come restano a disposizione degli utenti i profili social già attivati da Invitalia, un’ulteriore apertura ad una modalità più aperta e trasparente di interazione fra pubblica amministrazione e cittadini. In conclusione, anche se sembrerà paradossale, l’innovazione nelle modalità di erogazione di agevolazioni pubbliche, ha ricevuto un sorprendente riscontro dell’utenza, in parte inaspettato. Purtroppo ciò ha generato un insopportabile e irripetibile disservizio nel funzionamento della piattaforma dedicata. Tale disservizio non ha, però, prodotte conseguenze irreversibili sui diritti dei cittadini di concorrere ad ottenere le agevolazioni previste dalla misura. Ha invece prodotto una serie di problematiche per chi ha messo in campo queste agevolazioni, circostanza che è sempre da mettere in conto, soprattutto di questi tempi, da parte di chi confida che, dopo il fisiologico periodo di assestamento, i benefici delle innovazioni per i cittadini saranno superiori ai disagi a loro purtroppo inizialmente arrecati".

Venerdì 06 settembre 2013






POSTE:BELLOT INTERROGA ZANONATO, CONSEGNE A RISCHIO


(AGENPARL) - Roma, 06 set - “La riorganizzazione aziendale operata da Poste Italiane ha generato un utile netto di oltre un miliardo di euro. A fronte di questi dati, ricollocare 23 postini nell'area di Belluno è semplicemente superfluo. Un'azienda con i conti a posto non ha bisogno di riduzioni di personale. La Lega Nord ha presentato un'interrogazione parlamentare ai Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi e dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, perché salvaguardino sia i posti di lavoro, sia la qualità del servizio offerto da Poste italiane. La specificità del territorio della nostra provincia impone un ragionamento diverso da quello applicato in altre zone d'Italia. La distanza fra le diverse abitazioni e gli uffici postali è più ampia che altrove. Gli stessi collegamenti viari, soprattutto durante il periodo invernale, sono difficoltosi a causa delle frequenti precipitazioni nevose e del freddo. Non si può chiedere ai portalettere di correre lungo strade ghiacciate o ai cittadini di recarsi quotidianamente negli uffici postali per recuperare la corrispondenza”. Lo dichiara la senatrice del Carroccio Raffaela Bellot, che ha depositato un'interrogazione parlamentare per Zanonato e Lupi, firmata anche dal Capogruppo Massimo Bitonci. “Nelle prossime settimane il territorio bellunese potrebbe perdere 23 postini, di cui 8 nell’area Belluno, Alpago, Valbelluna, 11 tra il Feltrino e l'Agordino, e 4 nel Cadore. Chiediamo al Governo di impedire che ciò succeda. Il ministro Zanonato conosce bene queste zone, visto che qui viene in ferie. Sa benissimo che una tale riduzione d'organico finirebbe per mettere in grave difficoltà i nostri cittadini. Lo sfido a sostenere il contrario”.

Interrogazione alla Camera dei Deputati sul centro di smistamento postale di Roma Fiumicino: " sono stati fermi per vari giorni circa 11 mila quintali di posta, 5 milioni di lettere e 3 quintali di raccomandate"


ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01733
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 72 del 06/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 06/09/2013
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/09/2013
Stato iter: 
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01733
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Venerdì 6 settembre 2013, seduta n. 72

MELILLA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
nelle ultime settimane al centro di smistamento di Fiumicino (RM) sono stati fermi per vari giorni circa 11 mila quintali di posta: 5 milioni di lettere e 3 mila quintali di raccomandate;
a denunciare la gravissima situazione è stata una organizzazione sindacale che lo scorso febbraio non ha firmato con Poste italiane il piano di riorganizzazione che prevede, dal 10 giugno scorso ed entro il 7 ottobre, il taglio di quasi seimila portalettere, di 4.600 zone di recapito – che vengono unite alle altre – e di 1.407 centri di meccanizzazione e la consegna a giorni alterni nei centri con meno di 20 mila abitanti;
il risultato di questo grave disservizio è stato che interi quartieri di Roma non hanno ricevuto corrispondenza, e sono stati registrati numerosi ritardi nelle città italiane;
enormi i disagi creati a singoli cittadini da pubbliche amministrazioni che minacciano ora azioni legali nei confronti di Poste italiane per i danni creati da questi ritardi –:
se non intenda assumere iniziative al fine di promuovere una revisione del piano di riorganizzazione di Poste italiane che ha provocato gravissimi danni a singoli cittadini, aziende pubbliche e private per evitare che disservizi di questo tipo si ripetano in futuro. (4-01733)