venerdì 28 febbraio 2014

Interpellanza alla Camera sui prossimi rinnovi degli organi sociali delle aziende partecipate dal Ministero dell'Economia e delle Finanze


Atto Camera

Interpellanza 2-00425
presentato da
VALLASCAS Andrea
testo di
Giovedì 27 febbraio 2014, seduta n. 181
  Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   con le assemblee fissate nel mese di maggio 2014 dovranno essere rinnovati gli organi sociali di molte aziende direttamente e indirettamente partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze. Per effetto di ciò tale Ministero dovrà presentare le liste degli amministratori di propria competenza entro il 13 aprile 2014;
   fra le società i cui organi amministrativi e di controllo sono in scadenza alcune (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa; ARCUS; Istituto Luce - Cinecittà; Italia Lavoro; SOGIN; SOSE e Studiare Sviluppo) che appaiono all'interpellante perfettamente inutili e improduttive; le loro funzioni, in un processo di logica razionalizzazione delle competenze, ottimizzazione dei processi decisionali e contenimento delle spese, potrebbero essere attribuite a esistenti strutture ministeriali;
   le attenzioni e l'interesse della politica si appuntano maggiormente su quelle aziende, i cuibusiness e bilanci si fondano spesso su tariffe interamente a carico dei cittadini utenti e consumatori, che rappresentano un pezzo importante dell'economia nazionale quali Eni, Enel, Terna, Poste Italiane e Gestore dei servizi energetici (GSE) (quest'ultimo, in realtà, rinnova solo il collegio sindacale dopo che con un «blitz» di metà luglio 2012 il consiglio di amministrazione è stato ridotto a tre membri per consentire il raddoppio della carica al presidente-amministratore delegato, Nando Pasquali, già membro della segreteria del Ministro forzista dell'industria Antonio Marzano);
   debbono rinnovare il proprio consiglio di amministrazione anche aziende considerate «strategiche» come Finmeccanica e STMicroelettronics nonché realtà come il Coni, la CONSAP, l'ENAV e l'istituto Poligrafico dello Stato, meno visibili ma a giudizio dell'interpellante veri e propri centri di potere e di interesse;
   sui media è quotidianamente e diffusamente descritto l'avvincente gioco di società denominato «carica alle poltrone», poltrone il cui numero è imprecisato – si sfida il Ministro interrogato a conoscerlo precisamente – a causa del proliferare perverso di controllate da parte delle società di Stato. A tal proposito, solo a titolo esemplificativo, si ricorda che Eni nomina a sua volta i vertici di Saipem, Versalis e Syndial; Enel quelli di Enel Green Power, Enel Distribuzione, Enel Produzione e un'altra mezza dozzina di partecipate; Terna quelli di Terna Rete Italia e Terna Plus; Finmeccanica quelli di Alenia Aeronautica, Thales Alenia Space, Telespazio, Selex Sistemi Integrati, AnsaldoBreda e Oto Melara; Poste Italiane quelli di Poste Energia, Poste Vita, Poste Assicurazione, Mistral Air e altri;
   si evidenzia che nel 2011 i due super manager che guidano Eni ed Enel hanno visto aumentare notevolmente i loro già elevatissimi stipendi. Paolo Scaroni, l'anno scorso ha ricevuto compensi per un totale di oltre 5,8 milioni, il 30 per cento in più del 2010. Il suo collega Fulvio Conti, amministratore delegato dell'azienda elettrica, ha invece percepito 4,37 milioni, con un balzo del 40 per cento circa rispetto a quanto, dedotte alcune voci di competenza dell'anno precedente, gli era stato accordato nel 2010;
   ciò conferma che nulla cambia visti i risultati aziendali e i numeri di bilancio a cui, almeno in teoria, dovrebbe essere legati i compensi di dirigenti e amministratori. L'Eni, nel 2011 ha chiuso un bilancio con utili in aumento. La crescita dei profitti però si è fermata al 9 per cento, quindi di gran lunga inferiore all'incremento in busta paga del numero uno Scaroni. All'Enel è andata ancora peggio. Il gruppo guidato da Conti si è messo alle spalle un esercizio non esattamente brillante, con profitti in calo del 5 per cento. Utili in calo quindi, al contrario dei compensi dell'amministratore delegato Conti saliti del 40 per cento e di quelli del gruppo di dirigenti di vertice, pure questi in netto aumento;
   inoltre Finmeccanica è sotto gli occhi di tutti che stia disperatamente cercando di vendere i propri gioielli per far quadrare i conti; Terna ha uncash flow elevato (derivante dalle tariffe di trasporto dell'energia elettrica probabilmente troppo alte) che non investe come dovrebbe in nuove infrastrutture e, per finire, Poste Italianemette i propri fondi in Alitalia di fatto assecondando alcune spinte politiche;
   nonostante queste performance non proprio esaltanti nelle aziende pubbliche stazionano più o meno da un decennio gli stessi top manager(Scaroni all'Eni da nove anni più tre passati all'Enel; Conti nove anni all'Enel; Sarmi dodici anni alle Poste; Cattaneo nove anni a Terna più tre passati alla Rai). L'unica eccezione è rappresentata da Finmeccanica dove gli attuali vertici, l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro e Alessandro Pansa, sono stati nominati lo scorso anno ma solo perché hanno preso il posto di Guarguaglini e Orsi entrambi finiti, insieme ad altri dirigenti del gruppo di Piazza Monte Grappa, nel mirino della magistratura;
   alcuni degli attuali manager pubblici sono stati o sono oggetto di procedimenti penali. È il caso dell'amministratore delegato del «cane a sei zampe», Scaroni, che ha alle spalle un patteggiamento per tangenti versate al partito socialista italiano all'epoca di Tangentopoli. Scaroni attualmente è indagato per corruzione internazionale in relazione a presunte tangenti pagate a esponenti governativi algerini ed è imputato per disastro ambientale, insieme a Fulvio Conti, amministratore delegato dell'Enel, per l'inquinamento incontrollato prodotto dalla centrale elettrica di Porto Tolle. È il caso dell'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato imputato per il disastro ferroviario accaduto a Viareggio;
   nell'ambito dell'inchiesta così detta P4 condotta dalla procura della Repubblica di Napoli che ha visto coinvolto il faccendiere Luigi Bisignani, sono emerse inquietanti relazioni fra lo stesso Bisignani e gli attuali vertici di molte aziende pubbliche (Masi di CONSIP, Mazzei del Poligrafico dello Stato, Moretti delle Ferrovie dello Stato e l'onnipresente Scaroni che, dalle numerosissime intercettazioni pubblicate dai media, sembra si consigliasse spessissimo al telefono con «l'uomo che sussurra – e non solo – ai potenti»). In realtà la rete di relazioni all'interno delle aziende pubbliche del Bisignani, sempre da quanto emerso dalle indiscrezioni giornalistiche all'epoca della citata inchiesta, appare avviluppare anche molti altri dirigenti pubblici;
   il 24 giugno 2013 è stata emanata la direttiva n. 14656 del Ministro dell'economia e delle finanze che, nella versione finale, in ordine all'adozione di criteri e modalità per la nomina degli organi di amministrazione delle società controllate dal Ministero, rafforza i requisiti di onorabilità e di professionalità richiesti agli amministratori e individua le tappe di un processo trasparente e oggettivo di valutazione di tali requisiti, preliminare alla designazione dei candidati da parte del Ministro, nell'ambito delle sue funzioni di indirizzo politico-amministrativo;
   tale direttiva non contempla un limite ai mandati e all'età degli amministratori e non impedisce ad avviso dell'interpellante alla folta schiera dei politici non rieletti di aspirare a un posto di primo piano. Inoltre, la parte della direttiva dove si parla della ineleggibilità legata a fatti giudiziari appare all'interpellante così elastica da non poter creare preoccupazioni in queimanager come ad esempio Scaroni e tanti altri;
   sempre il 24 giugno 2013 il Ministro pro tempore Saccomanni con decreto ha istituito il comitato di garanzia per le nomine (presidente Cesare Mirabelli e membri Vincenzo Desario e Maria Teresa Salvemini);
   a tale comitato risultano pervenuti nei mesi scorsi, da parte delle incaricate società di head hunters Spencer Stuart e Korn Ferry i curriculum vitae dei potenziali candidati all'assunzione dei ruoli di presidente, amministratore delegato e consigliere di amministrazione delle società controllate dallo Stato;
   la ventata «innovatrice» che attraversa la politica italiana lascia sperare che qualche boiardo possa finalmente essere lasciato a godere della meritata pensione;
   è opportuno che il Parlamento venga informato delle decisioni assunte dal Governo in materia di nomine pubbliche prima che le stesse vengano rese note attraverso la pubblicazione delle liste sui giornali –:
   se sia intenzione del Governo assumere ogni utile iniziativa, anche normativa, al fine di:
    a) sospendere le nomine in quelle società definite in premessa inutili e improduttive e le cui funzioni, in un processo di logica razionalizzazione delle competenze, ottimizzazione dei processi decisionali e contenimento delle spese, potrebbero essere attribuite a esistenti strutture ministeriali;
    b) fornire chiarimenti sullo stato di avanzamento della selezione dei manager pubblici e anticipare al Parlamento le decisioni assunte dal Governo in materia di nomine pubbliche;
    c) applicare strettamente i criteri, soprattutto quelli di onorabilità, di competenza e di professionalità, previsti dalla direttiva 24 giugno 2013 per la scelta dei manager pubblici, prevederne ulteriori come il limite ai mandati, e l'età degli amministratori e impedire alla folta schiera di politici non rieletti di essere nominati nelle società pubbliche.
(2-00425) «Vallascas».

Dipendente dell'Ufficio Postale di Caserta si ammala dopo un demansionamento, condannato il datore di lavoro



Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha riconosciuto lo stato di malattia professionale e con esso i benefici economici previsti dalla legge

La Filiale di Poste Italiane SPA di Caserta era divenuta l'ambiente nocivo che aveva fatto ammalare Silvio D'Andrea, dipendente con funzioni direttive che, probabilmente a seguito di un'azione per comportamento antisindacale che lo aveva visto vittorioso nei confronti dell'azienda, è stato fatto scivolare nel 2001 da mansioni di responsabile del servizio sportelli a quelle di dattilografia e archivista. Il lavoratore, assistito dal giuslavorista avvocato Domenico Carozza, ha promosso un ricorso al giudice del lavoro presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere perché gli venisse riconosciuto lo stato di malattia professionale e con esso i benefici economici previsti dalla legge. Sette anni di impegno e, con una sentenza di pochi giorni fa, destinata a rivoluzionare il panorama della giurisprudenza in materia, il giudice del lavoro dottoressa Rosa Del Prete ha ritenuto che anche una disfunzione organizzativa del lavoro consistente nel demansionamento del lavoratore può essere riconosciuta come malattia professionale. Non soltanto si punisce il datore di lavoro per aver posto in essere una condotta dequalificante del lavoratore, condannandolo al pagamento del risarcimento del danno, ma si amplia, nei fatti, il campo dei fattori che consentono di ottenere ristori dall'INAIL. "Si è trattato - ha dichiarato l'avvocato Carozza - di un'iniziativa innovativa nel panorama degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. E il risultato ottenuto - che il demansionamento possa essere considerato origine di una malattia professionale contratta sul posto di lavoro - è di straordinaria importanza anche per i giudizi futuri e per altre iniziative a tutela dei lavoratori".

Venerdì 28 febbraio 2014

Interno 18 - Redazione Cronaca
Laboratorio di Informazione
Caserta

giovedì 27 febbraio 2014

Interessante interrogazione alla Camera sulla vicenda di un dipendente delle Poste Italiane

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03655
presentato da
CATALANO Ivan
testo di
Mercoledì 19 febbraio 2014, seduta n. 176
  CATALANO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   con diversi atti di sindacato ispettivo (a partire dall'interrogazione n. 4/01963 del 25 settembre 2013 che, nonostante i solleciti del 12 novembre 2013 e del 28 gennaio 2014, non ha avuto riscontro) l'interrogante ha sottoposto all'attenzione del Governo la vicenda del dipendente di Poste italiane spa, Alessandro Carollo;
   benché il medesimo, nel ruolo di ispettore postale della struttura di fraud management di Palermo, abbia fornito un contributo particolarmente significativo all'inchiesta «lost pay» della Guardia di finanza relativa a una truffa organizzata ai danni della catena «Servizi postali» e «Posta più», è stata decisa la sua estromissione dalla citata struttura ispettiva con modalità che all'interrogante appaiono più che discutibili;
   a quanto risulta all'interrogante, l'ispettore Carollo sarebbe stato soggetto, negli anni, a comportamenti fortemente penalizzanti e vessatori nell'esercizio delle proprie funzioni; in tale contesto sarebbe maturato, a detta dello stesso ispettore, anche il provvedimento di estromissione dalla struttura ispettiva di Palermo;
   sono numerosi gli accadimenti – alcuni di questi ad avviso dell'interrogante sconcertanti – che hanno riguardato l'attività lavorativa dell'ispettore Carollo. Si fa riferimento, in particolare, al ripetersi di atteggiamenti di delegittimazione personale e professionale, al verificarsi di episodi di ostruzionismo rispetto alle ordinarie incombenze lavorative dell'ispettore (inclusa la mancata assegnazione di un mezzo di servizio), all'esercizio di pressioni in relazione alle delicate attività di accertamento svolte in collaborazione con le forze di polizia, al determinarsi di clamorose fughe di notizie su indagini in corso atte a ostacolarne gli esiti e a esporre l'ispettore a evidenti rischi e «malumori» (al punto che le attività ispettive sarebbero venute spesso a conoscenza delle persone coinvolte o di organi esterni);
   i fatti e le anomalie in questione – secondo quanto risulta all'interrogante – sarebbero, direttamente o indirettamente, imputabili all'atteggiamento tenuto dal management di Poste Italiane e, segnatamente, dal dirigente Salvatore Malerba, referente dell'Ufficio Atta Sud 1 (al quale sarebbero state inviate circostanziate relazioni), e da un suo stretto collaboratore;
   solo a titolo esemplificativo è il caso di riportare una grave circostanza che sarebbe occorsa presso la citata struttura ispettiva nel 2009: uno stretto collaboratore del dottor Malerba si sarebbe addirittura appropriato di documenti contraffatti riportanti il sigillo dell'Arma dei carabinieri, dopo aver allontanato il dott. Carollo dalla sua stanza;
   analogamente, desta molte perplessità – e dovrebbe essere quindi approfondita – la vicenda concernente un dipendente che, per quanto consta all'interrogante, benché oggetto di segnalazioni per gravi irregolarità documentali, avrebbe beneficiato nel 2011 da parte di Poste Italiane di un cospicuo incentivo per l'esodo volontario;
   a seguito delle svariate vicende pregiudizievoli per la sua attività nel 2012 l'ispettore Carollo non ha potuto fare a meno di sporgere denuncia querela (poi oggetto di remissione, peraltro in circostanze che andrebbero approfondite) per fatti lesivi della sua dignità professionale;
   risulta all'interrogante che più volte l'ispettore Carollo abbia chiesto aiuto e supporto anche al responsabile della struttura centrale di fraud management, affinché i descritti accadimenti potessero avere fine, senza alcun concreto effetto;
   l'ispettore versa attualmente in critiche condizioni di salute per un «disturbo post-traumatico ingravescente da stress» con «acufeni», in assenza di patologie a carico dell'apparato uditivo; su questo specifico aspetto sarebbe peraltro opportuno verificare la regolarità e tempestività delle dovute comunicazioni all'Inail, circostanza sulla quale, secondo quanto riportato dall'ispettore, sembrerebbero sussistere concreti dubbi;
   la vicenda, a prescindere da eventuali profili di responsabilità dei singoli dipendenti e dirigenti coinvolti, è ad avviso dell'interrogante emblematica di un modo poco trasparente, poco efficiente e scarsamente funzionale di gestire una grande società pubblica interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze;
   le organizzazioni sindacali, inoltre in una nota del 15 febbraio 2014, denunciano procedure non trasparenti in relazione ai provvedimenti disciplinari, che generano uno squilibrio nel rapporto tra azienda e lavoratore, rapporto che sembrerebbe sbilanciato in favore della prima, con bassissime possibilità di tutela per il lavoratore –:
   di quali notizie disponga il Governo in ordine a quanto esposto in premessa;
   se non ritengano di acquisire elementi circa le iniziative che Poste Italiane intende intraprendere nei confronti di coloro che risultano coinvolti nelle narrate vicende, anche ai sensi e per gli effetti della legge n. 300 del 1970;
   se non si intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, in relazione a verifiche condotte nei confronti di un dipendente di Poste Italiane, cui fu corrisposta  una cospicua somma come incentivo all'esodo nell'anno 2011, pur essendo stato lo stesso coinvolto in vicende poco chiare; in caso affermativo, se e quali iniziative per quanto di competenza intenda intraprendere, anche con riguardo ad un'eventuale segnalazione alla Corte dei Conti;
   se non si intenda intervenire per far sì che la gestione del personale sia improntata a criteri di trasparenza, correttezza e legalità che nella vicenda in questione appaiono all'interrogante ab initio infranti e per di più in danno di un ispettore che negli anni ha dato prova di non assoggettarsi ad alcun tentativo di corruttela;
   se non si intenda intervenire ai fini di una verifica delle modalità di conduzione della struttura di tutela aziendale, che sembrerebbe all'interrogante essere improntata a criteri poco trasparenti.
(4-03655)

giovedì 13 febbraio 2014

KITPOINT: interrogazione in Commissione alla Camera

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02112

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 171 del 11/02/2014
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/03346
Firmatari
Primo firmatario: SCAGLIUSI EMANUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/02/2014
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 11/02/2014
Stato iter: 
IN CORSO


Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02112
presentato da
SCAGLIUSI Emanuele
testo di
Martedì 11 febbraio 2014, seduta n. 171
SCAGLIUSIMANNINODE LORENZISL'ABBATE e MANLIO DI STEFANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
KIPOINT spa nasce nel 2002 ed è, ancora oggi, la rete di negozi in franchising di SDA Gruppo Poste italiane che opera come centro servizi per spedizioni nazionali e internazionali, servizi di imballaggio, servizi di fotocopisteria ed invio fax, stampa digitale,mailing e direct mailing e come rivenditore a catalogo di prodotti di cancelleria e cartoleria;
Sviluppo Italia (oggi Invitalia), che agisce su mandato del Governo come si legge nella mission sul proprio sito istituzionalewww.invitalia.it, proponeva nella propria rete di franchisor convenzionati KIPOINT;
tra il 2005 e il 2010 oltre 100 franchisee hanno chiuso il proprio punto vendita KIPOINT dal momento che le previsioni, indicate dai proponenti il franchising, di fatturato annuo realizzabile «a regime» di 200.000 euro, sono risultate a dir poco azzardate, inattendibili e infondate;
l'Associazione CODICI di Pescara si è fatta portavoce di 107 piccoli imprenditori affiliati al franchising KIPOINT per denunciare Poste Shop Spa;
altre numerose denunce individuali di aderenti all'iniziativa KIPOINT si sono susseguite nel corso di questi ultimi anni;
in data 30 marzo 2010, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (bollettino n. 13 del 19 aprile 2010 provv. N. 20951) ha condannato a una sanzione amministrativa pecuniaria di 100.000 euro Posteshop spa per aver ingannato gli aspiranti franchiseecon una serie di messaggi definibili nella «fattispecie di pubblicità ingannevole»;
nello specifico, le informazioni acquisite in fase istruttoria, evidenziano il carattere ingannevole, ai sensi degli articoli 1, 2, 3 del decreto legislativo n. 145 del 2007, dei messaggi diffusi da Posteshop sulle riviste AZ Franchising e Millionaire nel 2008 e 2009 e tramite la brochure e i dépliant diffusi negli stessi anni;
dopo che il TAR del Lazio ha confermato la sentenza dell'Antitrust; con l'ordinanza collegiale n. 201206636, in data 21 dicembre 2012 il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio e rinviato a una pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea;
nel frattempo, la maggior parte dei piccoli imprenditori che avevano aderito a KIPOINT, hanno perso decine di migliaia di euro in investimenti e rischiano di vendere la propria prima abitazione per rispettare gli impegni economici presi con gli istituti di credito;
oggi KIPOINT non è più fra i franchisor convenzionati con Invitalia –:
se sia al corrente della situazione e quali provvedimenti intenda adottare per affrontare le difficoltà in cui versano più di un centinaio di aderenti e delle rispettive famiglie;
quali siano stati i requisiti che, fino a qualche anno fa, hanno permesso al marchio KIPOINT di figurare tra i franchisor convenzionati con l'allora Sviluppo Italia e quali siano le ragioni per le quali oggi KIPOINT non sia più tra questi;
se non ritenga urgente valutare l'assunzione di iniziative per l'erogazione in tempi rapidissimi di un indennizzo sufficiente a consentire ai franchisee danneggiati di ottemperare agli impegni economici intrapresi, evitando soluzioni limite, quali la vendita della prima casa. (5-02112)

Emolumenti percepiti dai manager delle società partecipate dello Stato, "Paperopoli di Stato". Interrogazione alla Camera.


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03551
presentato da
D'INCÀ Federico
testo di
Mercoledì 12 febbraio 2014, seduta n. 172
  D'INCÀDE LORENZISBUSINAROLOCOLLETTI,CASTELLIGAGNARLIDE ROSASPADONI,L'ABBATEBONAFEDETONINELLIDAGABRESCIA,TOFALOBRUGNEROTTOBARBANTIMUCCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il decreto legislativo 14 marzo 2013 numero 33 («Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni»), prevede l'obbligo di pubblicazione degli emolumenti percepiti dai manager delle società partecipate dallo Stato;
i dati sulle retribuzioni, relative agli esercizi 2010-2012, resi noti sul sito istituzionale del Ministero dell'economia e delle finanze e riportati dai maggiori organi di stampa, configurano quella che agli interroganti appare una vera e propria «Paperopoli di Stato»;
dal dettaglio degli emolumenti complessivi percepiti a qualsiasi titolo dagli amministratori delle varie società partecipate dallo Stato spiccano i compensi percepiti dall'amministratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi, che nel 2012 ha ottenuto 2.201.820,20 euro; il compenso dell'amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti Giovanni Gorno Tempini 1.035.000,00 euro; quello dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, con uno stipendio erogato nel 2012 di 873.666,03 euro, di Invitalia Domenico Arcuri 788.985 euro, dell'amministratore delegato di Anas Pietro Ciucci 750 mila euro, del presidente e amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato Maurizio Prato (601.370 euro), dell'amministratore delegato di Sogin Giuseppe Nucci (570.500 euro) e dell'amministratore delegato di Enav Massimo Garbini (502.820 euro). Ci sono poi l'amministratore delegato di Consip Domenico Casalino (475.410,25 euro), l'amministratore delegato di Consap Mauro Masi (473.768,33 euro), l'amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala (428 mila euro), il presidente e amministratore delegato di Sogei Cristiano Cannarsa (415.844,78 euro) e il presidente e amministratore delegato di Sogesid Vincenzo Assenza (326 mila euro);
peraltro il decreto-legge n. 95 del 2012 convertito dalla legge n. 135 del 2012 entrata in vigore il 15 agosto 2012, la cosiddetta «spending review», prevede, di regola, un limite di massima, per i compensi degli amministratori delegati delle società che non emettono strumenti finanziari quotati nei mercati, direttamente o indirettamente controllate da pubbliche amministrazioni, pari al trattamento economico del primo presidente della Corte di cassazione, fissato per l'anno 2011 in euro 293.658,95;
malgrado la previsione del decreto-legge n. 95 del 2012 convertito dalla legge n. 135 del 2012 entrata in vigore il 15 agosto 2012, questa situazione inaccettabile continua a persistere;
pare a questo punto improrogabile assumere le necessarie iniziative volte a recuperare somme eventualmente percepite in maniera illegittima –:
se e quali iniziative intendano adottare, al fine di adeguare i compensi degli amministratori delle società partecipate dallo Stato, a quanto prescritto dalla legge n. 135 del 2012 anche attraverso lo smantellamento delle odiose prassi di deroga e proroga. (4-03551)

lunedì 3 febbraio 2014

Interrogazione alla Camera relativo al mancato inquadramento al livello retributivo A1 di un dipendente di Poste Italiane




Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03405
presentato da
CATALANO Ivan
testo di
Venerdì 31 gennaio 2014, seduta n. 164
  CATALANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   l'ispettore Alessandro Carollo, dipendente di Poste italiane nella sezione fraud management, ha maturato, dal 1o luglio 2006, il diritto al passaggio dal livello quadro A2 al livello quadro A1;
   nello specifico, il 1o marzo 2005 è stato nominato quadro di livello A2 e trasferito, il 1oaprile, al presidio ispettivo di Palermo, atta sud 1, di tutela aziendale;
   sebbene egli già svolgesse, in sede vacante, le medesime mansioni dei funzionari succitati dal 1oluglio 2006, ha ricevuto solo il 4 giugno 2009, dalla funzione risorse umane centrale, il modulo relativo all'inquadramento al superiore livello retributivo A1;
   l'ispettore non ha ancora beneficiato della progressione di carriera;
   il 20 luglio 2009, l'ispettore ha testimoniato davanti al tribunale di Palermo per la vicenda giudiziaria del dirigente Carbone, in relazione alla quale l'interrogante ha presentato l'atto n. 4-02495;
   ha svolto un ruolo fondamentale nell'indagine «lost pay», del 19 marzo 2013 di cui all'atto n. 4-01963;
   risulterebbe all'interrogante che negli altri presidi dell'atta sud 1, con referente Salvatore Malerba, vi sarebbero funzionari inquadrati nella superiore posizione di livello A1 (Foggia, Bari, Lecce, Messina, Catania e Caltanissetta) –:
   se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, valutare la gestione delle risorse umane da parte dell'azienda, con particolare riferimento alla situazione dell'ispettore Carollo. (4-03405)