Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-00497
presentato daInterrogazione a risposta in commissione 5-00497
LIUZZI Mirella
testo di
Martedì 2 luglio 2013, seduta n. 44
LIUZZI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
secondo l'ultimo bilancio analizzato dalla Corte dei conti denominato «Determinazione e relazione della sezione del controllo sugli enti sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Poste Italiane s.p.a. per l'esercizio del 2011» il costo dei 584 dirigenti del gruppo Poste Italiane s.p.a. ammonta a 142 milioni di euro l'anno;
al paragrafo 7.5, inerente alla gestione del personale dirigente del succitato documento, si evince un aumento del costo pari al 42 per cento rispetto all'esercizio del 2010;
il gruppo Poste Italiane s.p.a. e le altre 26 società italiane controllate direttamente e indirettamente dalla società in questione hanno chiuso l'esercizio del 2011 con un utile pari a 846 milioni di euro, 171 milioni di euro in meno rispetto all'anno precedente;
il trend delle maggiori società interessate all'area postale e controllate dal gruppo risulta essere in negativo con ingenti cali di fatturato;
per citare alcuni casi, dalla relazione della Corte dei conti n. 19 del 2013 si rileva che la Sda Express Courier s.p.a. ha perso 24 milioni di euro, Italia Logistica s.r.l. 3 milioni di euro, la compagnia aerea Mistral Air Srl oltre 2 milioni di euro e Poste s.p.a. vanta un debito di 25 milioni di euro;
alcuni manager dell'azienda ricoprirebbero contemporaneamente più ruoli dirigenziali, tra i casi più eclatanti sarebbero presenti quelli relativi a Massimo Sarmi, Giovanni Ialongo, Vincenzo Falzano, Claudio Picucci, Pasquale Maechese, Stefano Grassi, Maria Farina Bianca, Pierangelo Scappini, Vincenzo Pompa e Valter Catoni;
i procedimenti intrapresi dai lavoratori dipendenti contro Poste Italiane s.p.a. per presunte violazioni del contratto collettivo nazionale risultano essere 1846, un dato, quest'ultimo che, a detta dell'interrogante sembrerebbe essere tutt'altro che fisiologico, così come invece dichiarato dalla stessa società –:
se i fatti sopra citati corrispondano al vero;
se il Governo intenda assumere ogni iniziativa di competenza per ridimensionare il costo della dirigenza in relazione alla spending review e ai risultati effettivamente ottenuti dai manager. (5-00497)
secondo l'ultimo bilancio analizzato dalla Corte dei conti denominato «Determinazione e relazione della sezione del controllo sugli enti sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Poste Italiane s.p.a. per l'esercizio del 2011» il costo dei 584 dirigenti del gruppo Poste Italiane s.p.a. ammonta a 142 milioni di euro l'anno;
al paragrafo 7.5, inerente alla gestione del personale dirigente del succitato documento, si evince un aumento del costo pari al 42 per cento rispetto all'esercizio del 2010;
il gruppo Poste Italiane s.p.a. e le altre 26 società italiane controllate direttamente e indirettamente dalla società in questione hanno chiuso l'esercizio del 2011 con un utile pari a 846 milioni di euro, 171 milioni di euro in meno rispetto all'anno precedente;
il trend delle maggiori società interessate all'area postale e controllate dal gruppo risulta essere in negativo con ingenti cali di fatturato;
per citare alcuni casi, dalla relazione della Corte dei conti n. 19 del 2013 si rileva che la Sda Express Courier s.p.a. ha perso 24 milioni di euro, Italia Logistica s.r.l. 3 milioni di euro, la compagnia aerea Mistral Air Srl oltre 2 milioni di euro e Poste s.p.a. vanta un debito di 25 milioni di euro;
alcuni manager dell'azienda ricoprirebbero contemporaneamente più ruoli dirigenziali, tra i casi più eclatanti sarebbero presenti quelli relativi a Massimo Sarmi, Giovanni Ialongo, Vincenzo Falzano, Claudio Picucci, Pasquale Maechese, Stefano Grassi, Maria Farina Bianca, Pierangelo Scappini, Vincenzo Pompa e Valter Catoni;
i procedimenti intrapresi dai lavoratori dipendenti contro Poste Italiane s.p.a. per presunte violazioni del contratto collettivo nazionale risultano essere 1846, un dato, quest'ultimo che, a detta dell'interrogante sembrerebbe essere tutt'altro che fisiologico, così come invece dichiarato dalla stessa società –:
se i fatti sopra citati corrispondano al vero;
se il Governo intenda assumere ogni iniziativa di competenza per ridimensionare il costo della dirigenza in relazione alla spending review e ai risultati effettivamente ottenuti dai manager. (5-00497)
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