giovedì 2 febbraio 2012

Interrogazione in Commissione rivolta al Ministro dello Sviluppo Economico per sapere se il Ministro non ravvisi una grossa contraddizione tra il varo del decreto liberalizzazioni che amplia gli orari di apertura dei negozi e la riduzione invece di un servizio universale, come quello erogato da Poste italiane, azienda il cui maggior azionista è il Governo.

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-06078
presentata da
LUCIA CODURELLI
mercoledì 1 febbraio 2012, seduta n.580

CODURELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico.- Per sapere - premesso che:

si apprende dalla stampa locale della Lombardia, ma anche di altre regioni, che poste italiane in data 29 gennaio 2012 ha introdotto un nuovo orario di apertura e chiusura degli sportelli al pubblico, alla luce di un piano di riorganizzazione e razionalizzazione degli uffici postali e del personale. Detto provvedimento è stato assunto, inoltre, in maniera repentina ed unilaterale, senza alcuna trattativa né concertazione con le amministrazioni dei comuni interessati; le relazioni sindacali sono state interrotte per questo ed è in atto la mobilitazione dei lavoratori per mancanza di organico;

nello specifico sono previste riduzioni d'orario per il servizio ai cittadini, che in concreto, comporteranno il funzionamento su due, massimo tre giorni alla settimana, per diversi uffici, soprattutto in quelli periferici delle province di Sondrio e Lecco;

infatti, soprattutto nelle zone collinari e pedemontane della Lombardia, l'attuazione del suddetto piano di riorganizzazione, con relativo cambio di orario, significa incidere pesantemente sull'erogazione del servizio postale, già carente in molti settori: in moltissimi comuni delle province di Lecco, Sondrio e altre, viene continuamente segnalata la mancata consegna della corrispondenza e le lunghe file agli sportelli. Nonostante le numerose denunce e i molteplici atti di sindacato ispettivo, la situazione è in continuo peggioramento;

va ricordato inoltre che poste italiane ha «esodato» più di 5000 lavoratori (oggi, moltissimi di loro sono senza lavoro e senza pensione in virtù delle nuove norme in materia di pensione) che però non sono stati sostituiti da nuove assunzione, pertanto molti sportelli rimangono chiusi, le file negli uffici aumentano così come i disagi per i cittadini ma anche per i dipendenti -:

quali opportune iniziative intenda assumere il Ministro al fine di garantire l'efficienza dell'essenziale servizio pubblico e in particolare nelle aree disagiate, colpite dagli imminenti provvedimenti di chiusura o di riduzione delle aperture dei citati sportelli postali;

se il Ministro non ravvisi una grossa contraddizione tra il varo del decreto liberalizzazioni che amplia gli orari di apertura dei negozi e la riduzione invece di un servizio universale, come quello erogato da Poste italiane, azienda il cui maggior azionista è il Governo.(5-06078)

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