Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-02629
presentata da
LUCIANA SBARBATI
martedì 7 febbraio 2012, seduta n.670
SBARBATI, AMATI, MAGISTRELLI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:
negli anni 2009-2011 circa 5.000 donne di Poste italiane nonché di altre aziende, proprio su invito dell'azienda stessa, hanno lasciato il lavoro con la formula dell'esodo incentivato;
l'incentivo doveva coprire il periodo intercorrente tra l'uscita dal lavoro e la prima rata di pensione: ad esempio, vi ricadeva chi, nata nel 1953, usciva dal lavoro il 31 dicembre 2010 con maturazione dei requisiti per la pensione nel 2013 (60 anni) e con decorrenza della pensione dal 2014 dopo 12 mesi di finestra;
nel dicembre 2011 è stata cambiata l'età per la pensione di vecchiaia per le donne che, nel caso di specie, passa dal 2014 al 2020;
tutti coloro che hanno utilizzato l'esodo incentivante si trovano in questa spiacevole situazione: senza stipendio e senza pensione, situazione che per le famiglie monoreddito è una vera tragedia;
il presidente Monti, nel discorso di fine anno, ha dichiarato che non avrebbe lasciato senza protezione alcuna le migliaia di ex lavoratori che si trovavano in questa situazione;
durante la discussione alla Camera dell'Atto Camera 4865 di conversione in legge del decreto milleproroghe (decreto-legge n. 216 del 2011), nei giorni scorsi, è stato approvato un emendamento che mette al riparo solo una parte di coloro che vengono definiti "esodati" e cioè solamente quelli che hanno maturato il diritto a riscuotere la pensione entro 24 mesi dalla data di approvazione del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, e che, attraverso la finestra dei 12 mesi, hanno maturato il diritto entro il 2012;
con questo emendamento sono stati garantiti non più del 30-40 per cento dei lavoratori in questione, con una profonda ingiustizia nei confronti dell'altro 60-70 per cento,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno promuovere l'eliminazione del limite dei 24 mesi, fermo restando che la firma dell'accordo di dimissioni deve comunque essere avvenuta prima dell'entrata in vigore della legge in modo da estendere a tutti la stessa garanzia in nome del principio dell'equità a cui il Governo dice di ispirarsi.
(3-02629)
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