BRESCIA - Nel giorno del suo 98° compleanno Angela Robecchi si è dovuta recare alle Poste distesa su una barella, accompagnata in ambulanza. E' successo ad Iseo, nel bresciano. La signora Angela, come tante altre persone anziane e malate, aveva firmato una delega alla figlia per il versamento dell'indennità di accompagnamento sul libretto. Peccato che per dirigente e impiegati dell'ufficio postale quella delega non era valida e, sempre a detta loro, "non c'era altra soluzione".
La vicenda era iniziata qualche giorno prima quando, dopo la comunicazione dell'arrivo di 6.500 euro di arretrati, la figlia 65enne, Loedilla Fusini, si era recata alle Poste per fare le veci della madre, anziana e impossibilitata a camminare a causa della fratture a femore e spalla riportate lo scorso anno. Per gli impiegati, però, il documento firmato non era a norma di legge.
Loedilla ha provato in tutti i modi a spiegare la situazione della madre, ha persino invitato a far verificare ai carabinieri l'autenticità della delega, e a constatare di persona le condizioni dell'anziana donna. Tutto inutile, anche perché "gli impiegati non possono uscire a domicilio" e, ha poi fatto sapere Poste Italiane, la delega per l'indennità di accompagnamento dev'essere rilasciata in una sede Inps, sostituibile solamente con una procura firmata da un notaio. Alla fine, giovedì la povera Angela ha dovuto recarsi all'ufficio postale in ambulanza, ben imbragata su una barella.
In paese c'è chi dice che la dirigente ha fatto solo rispettare la legge, e chi invece la accusa di essere una "burocrate un po' ottusa". Forse, dopo aver verificato le condizioni della donna, sarebbe bastato semplicemente mettere da parte per un attimo codici e procedure: a volte basta un po' di buon senso. (da BresciaToday)
Redazione, 3 giugno 2013
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