Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-03655
presentato daInterrogazione a risposta scritta 4-03655
CATALANO Ivan
testo di
Mercoledì 19 febbraio 2014, seduta n. 176
CATALANO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
con diversi atti di sindacato ispettivo (a partire dall'interrogazione n. 4/01963 del 25 settembre 2013 che, nonostante i solleciti del 12 novembre 2013 e del 28 gennaio 2014, non ha avuto riscontro) l'interrogante ha sottoposto all'attenzione del Governo la vicenda del dipendente di Poste italiane spa, Alessandro Carollo;
benché il medesimo, nel ruolo di ispettore postale della struttura di fraud management di Palermo, abbia fornito un contributo particolarmente significativo all'inchiesta «lost pay» della Guardia di finanza relativa a una truffa organizzata ai danni della catena «Servizi postali» e «Posta più», è stata decisa la sua estromissione dalla citata struttura ispettiva con modalità che all'interrogante appaiono più che discutibili;
a quanto risulta all'interrogante, l'ispettore Carollo sarebbe stato soggetto, negli anni, a comportamenti fortemente penalizzanti e vessatori nell'esercizio delle proprie funzioni; in tale contesto sarebbe maturato, a detta dello stesso ispettore, anche il provvedimento di estromissione dalla struttura ispettiva di Palermo;
sono numerosi gli accadimenti – alcuni di questi ad avviso dell'interrogante sconcertanti – che hanno riguardato l'attività lavorativa dell'ispettore Carollo. Si fa riferimento, in particolare, al ripetersi di atteggiamenti di delegittimazione personale e professionale, al verificarsi di episodi di ostruzionismo rispetto alle ordinarie incombenze lavorative dell'ispettore (inclusa la mancata assegnazione di un mezzo di servizio), all'esercizio di pressioni in relazione alle delicate attività di accertamento svolte in collaborazione con le forze di polizia, al determinarsi di clamorose fughe di notizie su indagini in corso atte a ostacolarne gli esiti e a esporre l'ispettore a evidenti rischi e «malumori» (al punto che le attività ispettive sarebbero venute spesso a conoscenza delle persone coinvolte o di organi esterni);
i fatti e le anomalie in questione – secondo quanto risulta all'interrogante – sarebbero, direttamente o indirettamente, imputabili all'atteggiamento tenuto dal management di Poste Italiane e, segnatamente, dal dirigente Salvatore Malerba, referente dell'Ufficio Atta Sud 1 (al quale sarebbero state inviate circostanziate relazioni), e da un suo stretto collaboratore;
solo a titolo esemplificativo è il caso di riportare una grave circostanza che sarebbe occorsa presso la citata struttura ispettiva nel 2009: uno stretto collaboratore del dottor Malerba si sarebbe addirittura appropriato di documenti contraffatti riportanti il sigillo dell'Arma dei carabinieri, dopo aver allontanato il dott. Carollo dalla sua stanza;
analogamente, desta molte perplessità – e dovrebbe essere quindi approfondita – la vicenda concernente un dipendente che, per quanto consta all'interrogante, benché oggetto di segnalazioni per gravi irregolarità documentali, avrebbe beneficiato nel 2011 da parte di Poste Italiane di un cospicuo incentivo per l'esodo volontario;
a seguito delle svariate vicende pregiudizievoli per la sua attività nel 2012 l'ispettore Carollo non ha potuto fare a meno di sporgere denuncia querela (poi oggetto di remissione, peraltro in circostanze che andrebbero approfondite) per fatti lesivi della sua dignità professionale;
risulta all'interrogante che più volte l'ispettore Carollo abbia chiesto aiuto e supporto anche al responsabile della struttura centrale di fraud management, affinché i descritti accadimenti potessero avere fine, senza alcun concreto effetto;
l'ispettore versa attualmente in critiche condizioni di salute per un «disturbo post-traumatico ingravescente da stress» con «acufeni», in assenza di patologie a carico dell'apparato uditivo; su questo specifico aspetto sarebbe peraltro opportuno verificare la regolarità e tempestività delle dovute comunicazioni all'Inail, circostanza sulla quale, secondo quanto riportato dall'ispettore, sembrerebbero sussistere concreti dubbi;
la vicenda, a prescindere da eventuali profili di responsabilità dei singoli dipendenti e dirigenti coinvolti, è ad avviso dell'interrogante emblematica di un modo poco trasparente, poco efficiente e scarsamente funzionale di gestire una grande società pubblica interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze;
le organizzazioni sindacali, inoltre in una nota del 15 febbraio 2014, denunciano procedure non trasparenti in relazione ai provvedimenti disciplinari, che generano uno squilibrio nel rapporto tra azienda e lavoratore, rapporto che sembrerebbe sbilanciato in favore della prima, con bassissime possibilità di tutela per il lavoratore –:
di quali notizie disponga il Governo in ordine a quanto esposto in premessa;
se non ritengano di acquisire elementi circa le iniziative che Poste Italiane intende intraprendere nei confronti di coloro che risultano coinvolti nelle narrate vicende, anche ai sensi e per gli effetti della legge n. 300 del 1970;
se non si intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, in relazione a verifiche condotte nei confronti di un dipendente di Poste Italiane, cui fu corrisposta una cospicua somma come incentivo all'esodo nell'anno 2011, pur essendo stato lo stesso coinvolto in vicende poco chiare; in caso affermativo, se e quali iniziative per quanto di competenza intenda intraprendere, anche con riguardo ad un'eventuale segnalazione alla Corte dei Conti;
se non si intenda intervenire per far sì che la gestione del personale sia improntata a criteri di trasparenza, correttezza e legalità che nella vicenda in questione appaiono all'interrogante ab initio infranti e per di più in danno di un ispettore che negli anni ha dato prova di non assoggettarsi ad alcun tentativo di corruttela;
se non si intenda intervenire ai fini di una verifica delle modalità di conduzione della struttura di tutela aziendale, che sembrerebbe all'interrogante essere improntata a criteri poco trasparenti.
(4-03655)
con diversi atti di sindacato ispettivo (a partire dall'interrogazione n. 4/01963 del 25 settembre 2013 che, nonostante i solleciti del 12 novembre 2013 e del 28 gennaio 2014, non ha avuto riscontro) l'interrogante ha sottoposto all'attenzione del Governo la vicenda del dipendente di Poste italiane spa, Alessandro Carollo;
benché il medesimo, nel ruolo di ispettore postale della struttura di fraud management di Palermo, abbia fornito un contributo particolarmente significativo all'inchiesta «lost pay» della Guardia di finanza relativa a una truffa organizzata ai danni della catena «Servizi postali» e «Posta più», è stata decisa la sua estromissione dalla citata struttura ispettiva con modalità che all'interrogante appaiono più che discutibili;
a quanto risulta all'interrogante, l'ispettore Carollo sarebbe stato soggetto, negli anni, a comportamenti fortemente penalizzanti e vessatori nell'esercizio delle proprie funzioni; in tale contesto sarebbe maturato, a detta dello stesso ispettore, anche il provvedimento di estromissione dalla struttura ispettiva di Palermo;
sono numerosi gli accadimenti – alcuni di questi ad avviso dell'interrogante sconcertanti – che hanno riguardato l'attività lavorativa dell'ispettore Carollo. Si fa riferimento, in particolare, al ripetersi di atteggiamenti di delegittimazione personale e professionale, al verificarsi di episodi di ostruzionismo rispetto alle ordinarie incombenze lavorative dell'ispettore (inclusa la mancata assegnazione di un mezzo di servizio), all'esercizio di pressioni in relazione alle delicate attività di accertamento svolte in collaborazione con le forze di polizia, al determinarsi di clamorose fughe di notizie su indagini in corso atte a ostacolarne gli esiti e a esporre l'ispettore a evidenti rischi e «malumori» (al punto che le attività ispettive sarebbero venute spesso a conoscenza delle persone coinvolte o di organi esterni);
i fatti e le anomalie in questione – secondo quanto risulta all'interrogante – sarebbero, direttamente o indirettamente, imputabili all'atteggiamento tenuto dal management di Poste Italiane e, segnatamente, dal dirigente Salvatore Malerba, referente dell'Ufficio Atta Sud 1 (al quale sarebbero state inviate circostanziate relazioni), e da un suo stretto collaboratore;
solo a titolo esemplificativo è il caso di riportare una grave circostanza che sarebbe occorsa presso la citata struttura ispettiva nel 2009: uno stretto collaboratore del dottor Malerba si sarebbe addirittura appropriato di documenti contraffatti riportanti il sigillo dell'Arma dei carabinieri, dopo aver allontanato il dott. Carollo dalla sua stanza;
analogamente, desta molte perplessità – e dovrebbe essere quindi approfondita – la vicenda concernente un dipendente che, per quanto consta all'interrogante, benché oggetto di segnalazioni per gravi irregolarità documentali, avrebbe beneficiato nel 2011 da parte di Poste Italiane di un cospicuo incentivo per l'esodo volontario;
a seguito delle svariate vicende pregiudizievoli per la sua attività nel 2012 l'ispettore Carollo non ha potuto fare a meno di sporgere denuncia querela (poi oggetto di remissione, peraltro in circostanze che andrebbero approfondite) per fatti lesivi della sua dignità professionale;
risulta all'interrogante che più volte l'ispettore Carollo abbia chiesto aiuto e supporto anche al responsabile della struttura centrale di fraud management, affinché i descritti accadimenti potessero avere fine, senza alcun concreto effetto;
l'ispettore versa attualmente in critiche condizioni di salute per un «disturbo post-traumatico ingravescente da stress» con «acufeni», in assenza di patologie a carico dell'apparato uditivo; su questo specifico aspetto sarebbe peraltro opportuno verificare la regolarità e tempestività delle dovute comunicazioni all'Inail, circostanza sulla quale, secondo quanto riportato dall'ispettore, sembrerebbero sussistere concreti dubbi;
la vicenda, a prescindere da eventuali profili di responsabilità dei singoli dipendenti e dirigenti coinvolti, è ad avviso dell'interrogante emblematica di un modo poco trasparente, poco efficiente e scarsamente funzionale di gestire una grande società pubblica interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze;
le organizzazioni sindacali, inoltre in una nota del 15 febbraio 2014, denunciano procedure non trasparenti in relazione ai provvedimenti disciplinari, che generano uno squilibrio nel rapporto tra azienda e lavoratore, rapporto che sembrerebbe sbilanciato in favore della prima, con bassissime possibilità di tutela per il lavoratore –:
di quali notizie disponga il Governo in ordine a quanto esposto in premessa;
se non ritengano di acquisire elementi circa le iniziative che Poste Italiane intende intraprendere nei confronti di coloro che risultano coinvolti nelle narrate vicende, anche ai sensi e per gli effetti della legge n. 300 del 1970;
se non si intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, in relazione a verifiche condotte nei confronti di un dipendente di Poste Italiane, cui fu corrisposta una cospicua somma come incentivo all'esodo nell'anno 2011, pur essendo stato lo stesso coinvolto in vicende poco chiare; in caso affermativo, se e quali iniziative per quanto di competenza intenda intraprendere, anche con riguardo ad un'eventuale segnalazione alla Corte dei Conti;
se non si intenda intervenire per far sì che la gestione del personale sia improntata a criteri di trasparenza, correttezza e legalità che nella vicenda in questione appaiono all'interrogante ab initio infranti e per di più in danno di un ispettore che negli anni ha dato prova di non assoggettarsi ad alcun tentativo di corruttela;
se non si intenda intervenire ai fini di una verifica delle modalità di conduzione della struttura di tutela aziendale, che sembrerebbe all'interrogante essere improntata a criteri poco trasparenti.
(4-03655)
Interessante interrogazione alla Camera sulla vicenda di un dipendente delle Poste Italiane
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