Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-14531
presentata da
GIACOMO STUCCHI
mercoledì 18 gennaio 2012, seduta n.572
STUCCHI, CONSIGLIO e VANALLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico.- Per sapere - premesso che:
gli effetti delle manovre del Governo si ripercuotono pesantemente anche sui dipendenti dell'azienda Poste italiane;
il decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201, cosiddetto «Salva Italia», convertito dalla legge 22 dicembre 2011 n. 214, ha aperto un buco contributivo per 225 lavoratori bergamaschi di Poste italiane;
molti di loro hanno, infatti, sottoscritto con l'azienda un piano di esodo anticipato con accompagnamento alla pensione e si trovano ora, per effetto, del decreto «Salva Italia» a fare i conti con uno stravolgimento completo dei requisiti di accesso e, dunque, con un buco contributivo;
nella sola provincia di Bergamo tali ripercussioni riguardano circa 225 dipendenti postali che hanno sottoscritto negli ultimi mesi l'accordo con Poste italiane, con cui il lavoratore acconsente a presentare le dimissioni volontarie ma gli viene garantito l'accompagnamento fino alla maturazione del requisito per la pensione;
al momento della sottoscrizione del piano di esodo con Poste italiane, i lavoratori - che a livello nazionale sono circa 5.000 - avevano una previsione di maturazione dei requisiti alla pensione tra il 2012 e il 2013 con meccanismi differenti: chi per il raggiungimento dei 40 anni di lavoro e chi per effetto dell'età;
il citato decreto-legge ha scardinato completamente le aspettative di pensionamento di questi lavoratori, che si ritrovano così senza un lavoro e con un buco contributivo che impedisce il raggiungimento dei requisiti minimi per l'accesso alla pensione;
Poste italiane spa fino ad ora, nonostante ripetute richieste sindacali di affrontare urgentemente la questione, non ha dato segnali di reale interessamento e, dopo la convocazione di un incontro sul tema fatta per il 14 dicembre 2011, ha rinviato la discussione a data da destinarsi;
con grande disinvoltura prima Poste italiane invita i propri dipendenti ad uscite «volontarie» anticipate dall'azienda, poi li «dimentica» quando questi vengono travolti da provvedimenti, secondo gli interroganti, iniqui;
lo stesso Governo non sembra dedicare attenzione alcuna alla problematica sopra esposta -:
se il Governo non ritenga doveroso assumere urgenti iniziative per rivedere le disposizioni contenute nel decreto-legge n. 201 del 2011, al fine di applicare a tutti i lavoratori interessati alle procedure di dimissioni volontarie con accompagnamento alla pensione le norme e gli accordi siglati prima dell'entrata in vigore del decreto-legge medesimo;
se il Governo intenda, in subordine, convocare con urgenza un tavolo istituzionale con l'azienda Poste italiane e i rappresentanti dei lavoratori, al fine di individuare ogni utile soluzione che possa permettere ai dipendenti interessati di ottenere garanzie circa il loro futuro.
(4-14531)
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