Crisi: Gentile, a gennaio primi 250 sportelli della Banca del Mezzogiorno
Adnkronos – gio 27 ott 2011
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Roma, 27 ott. (Labitalia) - "L'iter della Banca del Mezzogiorno è stato molto tortuoso, ma posso confermare che la Banca d'Italia ha già autorizzato i primi 250 sportelli della Banca che abbraccia tutto il Mezzogiorno, dal Molise alla Sicilia. Prevediamo di aprire questi primi 250 sportelli a gennaio". A dare l'annuncio a LABITALIA dell'avvio operativo della Banca del Mezzogiorno è il sottosegretario all'Economia, Antonio Gentile.
La Banca del Mezzogiorno, che per Gentile è "asse portante, insieme all'avvio di grandi infrastrutture e al sostegno al turismo, del punto 'Eurosud' indicato nella lettera alla Ue dal presidente del Consiglio", "sarà una Banca di secondo livello e andrà incontro alle imprese, ma anche al piccolo credito e aiuterà molto l'economia, accorciando le distanze tra le due velocità del Paese e tra i tassi di interesse praticati al Sud rispetto a quelli del Nord".
Ma soprattutto, aggiunge il sottosegretario, "costituirà una piattaforma finanziaria che nel Mezzogiorno ormai manca da anni". "Poste Italiane e Mediocredito insieme costituiscono l'ossatura della Banca del Mezzogiorno", spiega Gentile che annuncia: "Ovviamente inizieremo con gli sportelli postali del Sud dove saranno attivati dei veri e propri sportelli bancari e, ovemai si presentasse la necessità, apriremo sportelli autonomi". Insomma, tutto pronto per "una grande realtà che sarà composta da migliaia di sportelli". "La Banca del Mezzogiorno -avverte Gentile- non è un'araba fenice, è una realtà fortemente collegata al territorio. Questo governo si è speso molto per il Sud e questa è un'iniziativa a cui il ministro Tremonti ha lavorato a lungo e che ora finalmente sta diventando realtà".
"Nel prossimo mese, io spero in Calabria, ne parleremo con il ministro Tremonti in una grande inziiativa pubblica nel Mezzogiorno che faremo -conclude- per presentare la Banca".
domenica 30 ottobre 2011
mercoledì 19 ottobre 2011
Oggi alla Camera dei Deputati: Interrogazione a Risposta Immediata su SDA di Poste Italiane S.p.A.
TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 538 di Mercoledì 19 ottobre 2011
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
TOTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
Sda express courier spa è una società per azioni partecipata al 100 per cento dalla società pubblica Poste italiane spa; essa svolge la propria attività come corriere, offrendo soluzioni integrate per la distribuzione, la logistica e la vendita a distanza;
la società ha chiuso l'anno 2010 con una perdita d'esercizio di 34,49 milioni di euro, che fa seguito ad un'ulteriore perdita di 23,53 milioni nell'esercizio 2009;
come risulta dal bilancio della società, ad un finanziamento fruttifero pro tempore acceso con la controllante per 25 milioni di euro rinnovato ciclicamente nel corso dell'esercizio in esame e ridotto a 20 milioni di euro nel corso dell'ultimo semestre 2010, Sda express courier spa ha affiancato un significativo utilizzo dell'affidamento erogato da Poste italiane spa sul conto intersocietario intrattenuto con la stessa Sda express courier spa pari a 56 milioni di euro ed un utilizzo, altrettanto significativo, degli scoperti di conto corrente concessi dagli istituti di credito con i quali l'azienda intrattiene relazioni commerciali e finanziarie;
nel suddetto bilancio si legge che «lo stato di illiquidità è determinato dall'attuale critica congiuntura economica, che ha provocato una pesante contrazione dei volumi, e dal mancato o parziale pagamento di servizi effettuati sempre a favore della controllante»;
tale paradossale situazione, con una società controllante che si trova ad essere contemporaneamente debitrice commerciale e creditrice finanziaria, compromette la solidità della Sda express courier spa, comportandole un sovraprezzo di interessi e la necessità di rivolgersi al mercato del credito privato;
la proprietà pubblica di Poste italiane spa, e di conseguenza della sua partecipata, fa sì che le perdite di Sda express courier spa finiscano per gravare sul contribuente italiano;
le strategie commerciali di Sda express courier spa, che secondo alcuni operatori di settori arriva a praticare prezzi inferiori ai costi (dumping) per mantenere la sua quota di controllo del mercato, potrebbero rappresentare un'ulteriore causa di deterioramento dei conti della società –:
se sia a conoscenza della difficile situazione contabile, finanziaria e commerciale della Sda express courier spa, società partecipata al 100 per cento da Poste italiane spa, e quali misure intenda intraprendere per evitare che le perdite realizzate dalla società nell'ultimo biennio finiscano per essere scaricate sul contribuente. (3-01873)
(4 ottobre 2011)
martedì 18 ottobre 2011
ASSUNZIONE A TEMPO DETERMINARO NELLE POSTE ITALIANE: ART. 22 DEL CCNL
Rapporto di lavoro a tempo determinato
I. Le Parti stipulanti si richiamano all’Accordo Europeo
UNICE-CEEP-CES del 18 marzo 1999 in materia di
contratti a tempo determinato ove si riconosce che i
contratti a tempo indeterminato sono e continueranno ad
essere la forma comune dei rapporti di lavoro tra i datori di
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale non dirigente di Poste Italiane 6 4
lavoro e i lavoratori, e che gli stessi contratti a tempo
determinato rispondono, in alcune circostanze, alle
esigenze delle parti contraenti.
II. L’assunzione con contratto a tempo determinato avviene
ai sensi delle vigenti disposizioni di legge. Pertanto - fermo
restando il disposto dell’art. 2 del D.Lgs. 6 settembre 2001
n. 368, come modificato ed integrato dalla Legge del 23
dicembre 2005 n. 266, che regola, in via non esclusiva, le
esigenze delle imprese concessionarie di servizi nei settori
delle poste – il ricorso all’istituto del contratto a tempo
determinato è ammesso in presenza di ragioni di carattere
tecnico, organizzativo, produttivo o sostitutivo, riscontrabili
alla data della stipula del contratto a termine e specificate
nella lettera di assunzione.
III. Ai sensi del D.Lgs. 26 marzo 2001 n. 151 l’assunzione di
lavoratori a tempo determinato in sostituzione di lavoratori
in congedo di maternità, paternità o congedo parentale,
può avvenire anche con anticipo fino a 3 mesi rispetto al
periodo di inizio dell’astensione, ai sensi dell’art. 4,
secondo comma, del citato D. Lgs. n. 151/2001.
IV. Sono soggetti a limiti quantitativi di utilizzo, nella misura
media annua dell’8% del numero dei lavoratori in servizio
su base regionale alla data del 31 dicembre dell’anno
precedente per Poste Italiane S.p.A. e nella misura del
10% per le altre Società cui si applica il presente CCNL, i
contratti a tempo determinato stipulati per:
- incrementi di attività in dipendenza di eventi
eccezionali o esigenze produttive particolari e di
carattere temporaneo che non sia possibile soddisfare
con il personale in servizio nell’unità produttiva
interessata;
- temporanea utilizzazione in qualifiche non previste dai
normali assetti produttivi aziendali;
- copertura di necessità straordinarie connesse
all’introduzione di innovazioni tecnologiche ovvero a
processi produttivi soggetti a riorganizzazione e
riconversione;
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale non dirigente di Poste Italiane 6 5
- più commesse concomitanti, alle quali non sia
possibile far fronte con il personale presente
interessato alla tipologia di commesse.
V. Nella percentuale complessiva riferita a Poste Italiane
S.p.A. nel comma che precede, è ricompresa una
percentuale del 3% che potrà essere utilizzata solo a
seguito di positiva verifica svolta con le OO.SS. territoriali.
VI. In relazione a quanto precede, nel caso di contemporaneo
ricorso in Poste Italiane S.p.A. a contratti di
somministrazione a tempo determinato di cui all’art. 26 ed
al contratto a tempo determinato, nelle fattispecie di cui al
comma IV del presente articolo, la percentuale
complessiva di lavoratori utilizzabili con le suddette
tipologie, fermo restando il rispetto dei limiti quantitativi di
utilizzo rispettivamente previsti, non potrà superare il 14%
del numero dei lavoratori in servizio nell’ambito della
stessa regione alla data del 31 dicembre dell’anno
precedente.
VII. Ai sensi della vigente normativa, il contratto di lavoro a
tempo determinato è vietato:
- per la sostituzione di lavoratori che esercitano il diritto
di sciopero;
- salva diversa previsione delle Parti stipulanti il
presente CCNL, presso unità produttive nelle quali si
sia proceduto, entro i sei mesi precedenti, a
licenziamenti collettivi ai sensi degli artt. 4 e 24 della
legge 23 luglio 1991 n. 223, che abbiano riguardato
lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il
contratto di lavoro a tempo determinato ovvero presso
unità produttive nelle quali sia operante una
sospensione dei rapporti o una riduzione dell’orario,
con diritto al trattamento di integrazione salariale, che
interessino lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si
riferisce il contratto a termine;
- da parte delle imprese che non abbiano effettuato la
valutazione dei rischi ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs.
81/2008 e successive modifiche.
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale non dirigente di Poste Italiane 6 6
VIII. I lavoratori con contratto a tempo determinato usufruiranno
- in tempo utile, anche al fine di prevenire rischi connessi
al lavoro svolto - di interventi informativi/formativi, in
materia di sicurezza nonché relativi al processo lavorativo,
adeguati all’esperienza lavorativa ed alla tipologia di
attività.
IX. Nel corso del rapporto di lavoro – fermi restando i
contenuti e l’attuazione dell’Accordo del 13 gennaio 2006,
con particolare riferimento ai termini di validità del sistema
di graduatorie di cui al punto 2) dell’accordo stesso,
nonché degli accordi dell’10/22 luglio 2008 e del 21
maggio 2010 – l’Azienda fornirà ai lavoratori assunti con
contratto a tempo determinato informazioni in merito ai
posti vacanti a tempo indeterminato che si rendessero
disponibili nell’ambito della provincia di appartenenza, in
modo da agevolarli nella eventuale richiesta di posti di
lavoro a tempo indeterminato, utilizzando a tal fine gli
strumenti di comunicazione aziendali in uso.
X. L’Azienda informerà le Organizzazioni sindacali stipulanti il
presente contratto, sia a livello nazionale che territoriale,
in merito al lavoro a tempo determinato, secondo quanto
previsto dall’art. 4 del presente CCNL.
XI. L’assunzione di personale con contratto a tempo
determinato avviene con le stesse modalità previste
dall’art. 18 del presente CCNL, provvedendo alla
consegna di copia del contratto di lavoro a tempo
determinato al lavoratore all’atto dell’assunzione e
comunque non oltre cinque giorni lavorativi dalla data di
assunzione stessa.
XII. Per il personale assunto con contratto a tempo
determinato la durata del periodo di prova viene fissata in
misura non superiore ad 1/5 della durata del contratto
stesso. Nel caso in cui il predetto periodo di prova venga
interrotto per causa di malattia o infortunio, il lavoratore
sarà ammesso a completare il periodo stesso ove le
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale non dirigente di Poste Italiane 6 7
assenze, cumulativamente, non superino 1/3 della durata
del periodo di prova in caso di malattia, o l’intera durata
del periodo di prova stesso in caso di infortunio.
XIII. In caso di malattia, il lavoratore con contratto a tempo
determinato ha diritto alla retribuzione ed al periodo di
comporto nella misura pari ad 1/5 della durata del
contratto stesso e comunque non oltre la scadenza del
medesimo.
XIV. Con riferimento alla disciplina di legge in materia di
esclusioni da limitazioni quantitative dei contratti di lavoro
a tempo determinato, le Parti si danno atto che per fase di
avvio di nuove attività, si intende un periodo di tempo fino
a 12 mesi decorrenti, a titolo esemplificativo, dalla data di
avvio di un nuovo servizio, di una nuova attività ovvero di
una nuova unità produttiva aziendale.
I. Le Parti stipulanti si richiamano all’Accordo Europeo
UNICE-CEEP-CES del 18 marzo 1999 in materia di
contratti a tempo determinato ove si riconosce che i
contratti a tempo indeterminato sono e continueranno ad
essere la forma comune dei rapporti di lavoro tra i datori di
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale non dirigente di Poste Italiane 6 4
lavoro e i lavoratori, e che gli stessi contratti a tempo
determinato rispondono, in alcune circostanze, alle
esigenze delle parti contraenti.
II. L’assunzione con contratto a tempo determinato avviene
ai sensi delle vigenti disposizioni di legge. Pertanto - fermo
restando il disposto dell’art. 2 del D.Lgs. 6 settembre 2001
n. 368, come modificato ed integrato dalla Legge del 23
dicembre 2005 n. 266, che regola, in via non esclusiva, le
esigenze delle imprese concessionarie di servizi nei settori
delle poste – il ricorso all’istituto del contratto a tempo
determinato è ammesso in presenza di ragioni di carattere
tecnico, organizzativo, produttivo o sostitutivo, riscontrabili
alla data della stipula del contratto a termine e specificate
nella lettera di assunzione.
III. Ai sensi del D.Lgs. 26 marzo 2001 n. 151 l’assunzione di
lavoratori a tempo determinato in sostituzione di lavoratori
in congedo di maternità, paternità o congedo parentale,
può avvenire anche con anticipo fino a 3 mesi rispetto al
periodo di inizio dell’astensione, ai sensi dell’art. 4,
secondo comma, del citato D. Lgs. n. 151/2001.
IV. Sono soggetti a limiti quantitativi di utilizzo, nella misura
media annua dell’8% del numero dei lavoratori in servizio
su base regionale alla data del 31 dicembre dell’anno
precedente per Poste Italiane S.p.A. e nella misura del
10% per le altre Società cui si applica il presente CCNL, i
contratti a tempo determinato stipulati per:
- incrementi di attività in dipendenza di eventi
eccezionali o esigenze produttive particolari e di
carattere temporaneo che non sia possibile soddisfare
con il personale in servizio nell’unità produttiva
interessata;
- temporanea utilizzazione in qualifiche non previste dai
normali assetti produttivi aziendali;
- copertura di necessità straordinarie connesse
all’introduzione di innovazioni tecnologiche ovvero a
processi produttivi soggetti a riorganizzazione e
riconversione;
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale non dirigente di Poste Italiane 6 5
- più commesse concomitanti, alle quali non sia
possibile far fronte con il personale presente
interessato alla tipologia di commesse.
V. Nella percentuale complessiva riferita a Poste Italiane
S.p.A. nel comma che precede, è ricompresa una
percentuale del 3% che potrà essere utilizzata solo a
seguito di positiva verifica svolta con le OO.SS. territoriali.
VI. In relazione a quanto precede, nel caso di contemporaneo
ricorso in Poste Italiane S.p.A. a contratti di
somministrazione a tempo determinato di cui all’art. 26 ed
al contratto a tempo determinato, nelle fattispecie di cui al
comma IV del presente articolo, la percentuale
complessiva di lavoratori utilizzabili con le suddette
tipologie, fermo restando il rispetto dei limiti quantitativi di
utilizzo rispettivamente previsti, non potrà superare il 14%
del numero dei lavoratori in servizio nell’ambito della
stessa regione alla data del 31 dicembre dell’anno
precedente.
VII. Ai sensi della vigente normativa, il contratto di lavoro a
tempo determinato è vietato:
- per la sostituzione di lavoratori che esercitano il diritto
di sciopero;
- salva diversa previsione delle Parti stipulanti il
presente CCNL, presso unità produttive nelle quali si
sia proceduto, entro i sei mesi precedenti, a
licenziamenti collettivi ai sensi degli artt. 4 e 24 della
legge 23 luglio 1991 n. 223, che abbiano riguardato
lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il
contratto di lavoro a tempo determinato ovvero presso
unità produttive nelle quali sia operante una
sospensione dei rapporti o una riduzione dell’orario,
con diritto al trattamento di integrazione salariale, che
interessino lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si
riferisce il contratto a termine;
- da parte delle imprese che non abbiano effettuato la
valutazione dei rischi ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs.
81/2008 e successive modifiche.
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale non dirigente di Poste Italiane 6 6
VIII. I lavoratori con contratto a tempo determinato usufruiranno
- in tempo utile, anche al fine di prevenire rischi connessi
al lavoro svolto - di interventi informativi/formativi, in
materia di sicurezza nonché relativi al processo lavorativo,
adeguati all’esperienza lavorativa ed alla tipologia di
attività.
IX. Nel corso del rapporto di lavoro – fermi restando i
contenuti e l’attuazione dell’Accordo del 13 gennaio 2006,
con particolare riferimento ai termini di validità del sistema
di graduatorie di cui al punto 2) dell’accordo stesso,
nonché degli accordi dell’10/22 luglio 2008 e del 21
maggio 2010 – l’Azienda fornirà ai lavoratori assunti con
contratto a tempo determinato informazioni in merito ai
posti vacanti a tempo indeterminato che si rendessero
disponibili nell’ambito della provincia di appartenenza, in
modo da agevolarli nella eventuale richiesta di posti di
lavoro a tempo indeterminato, utilizzando a tal fine gli
strumenti di comunicazione aziendali in uso.
X. L’Azienda informerà le Organizzazioni sindacali stipulanti il
presente contratto, sia a livello nazionale che territoriale,
in merito al lavoro a tempo determinato, secondo quanto
previsto dall’art. 4 del presente CCNL.
XI. L’assunzione di personale con contratto a tempo
determinato avviene con le stesse modalità previste
dall’art. 18 del presente CCNL, provvedendo alla
consegna di copia del contratto di lavoro a tempo
determinato al lavoratore all’atto dell’assunzione e
comunque non oltre cinque giorni lavorativi dalla data di
assunzione stessa.
XII. Per il personale assunto con contratto a tempo
determinato la durata del periodo di prova viene fissata in
misura non superiore ad 1/5 della durata del contratto
stesso. Nel caso in cui il predetto periodo di prova venga
interrotto per causa di malattia o infortunio, il lavoratore
sarà ammesso a completare il periodo stesso ove le
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale non dirigente di Poste Italiane 6 7
assenze, cumulativamente, non superino 1/3 della durata
del periodo di prova in caso di malattia, o l’intera durata
del periodo di prova stesso in caso di infortunio.
XIII. In caso di malattia, il lavoratore con contratto a tempo
determinato ha diritto alla retribuzione ed al periodo di
comporto nella misura pari ad 1/5 della durata del
contratto stesso e comunque non oltre la scadenza del
medesimo.
XIV. Con riferimento alla disciplina di legge in materia di
esclusioni da limitazioni quantitative dei contratti di lavoro
a tempo determinato, le Parti si danno atto che per fase di
avvio di nuove attività, si intende un periodo di tempo fino
a 12 mesi decorrenti, a titolo esemplificativo, dalla data di
avvio di un nuovo servizio, di una nuova attività ovvero di
una nuova unità produttiva aziendale.
OGGI 15 OTTOBRE 2011: INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI SU GESTIONE E POTENZIAMENTO ORGANICO DI POSTE ITALIANE SPA - LEGGERE ALLEGATI
TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 537 di Martedì 18 ottobre 2011
INTERPELLANZA ED INTERROGAZIONI
A) Interpellanza
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
l'ufficio postale di Troina, in provincia di Enna, è quotidianamente frequentato da parecchie centinaia di cittadini, i quali fruiscono dei numerosi servizi erogati dalla società Poste italiane spa;
Troina è un comune abitato da circa 10.000 abitanti e il centro urbano ha un'estensione considerevole in rapporto alla popolazione effettiva;
nel comune di Troina, oltre alla presenza di centinaia di imprese artigiane ed attività commerciali, opera, da più di mezzo secolo, l'Oasi Maria SS. – Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico – che impiega circa 1.000 dipendenti e offre servizi sanitari di eccellenza all'intero territorio regionale, e non solo, richiamando quotidianamente numerosi utenti esterni;
innumerevoli segnalazioni relative a gravi disagi e a disservizi sono state effettuate dagli utenti del locale ufficio postale, riguardanti sia il recapito della corrispondenza sia i servizi erogati allo sportello; tali segnalazioni sono state indirizzate agli amministratori comunali e sono state oggetto di numerosi articoli, apparsi sulla stampa locale;
la consegna della corrispondenza in alcune zone del centro urbano avviene con enormi ritardi, tali da creare in alcuni casi danni e pregiudizi alle persone che vanamente attendono il recapito di lettere, bollette e atti vari;
le lunghe code registrate presso tale ufficio si acuiscono particolarmente la prima decade di ogni mese, quando i pensionati affollano gli sportelli, provocando vibranti proteste;
a causa della cronica mancanza di personale gli sportelli operativi sono in numero inferiore a quelli previsti nell'ufficio;
a questi disservizi, già presenti da tempo, nelle ultime settimane si è aggiunto il cattivo funzionamento del nuovo software agli sportelli, applicato in via sperimentale in alcuni uffici postali italiani, che procede con molta lentezza a causa di un insufficiente collegamento per la trasmissione dei dati;
le precedenti richieste per vie formali ed informali di miglioramento dei servizi agli utenti sono state del tutto disattese;
l'attuale livello di erogazione dei servizi ha superato oggettivamente ogni limite di tolleranza e sopportazione, a danno dei cittadini di Troina, i quali hanno diritto, al pari dei cittadini degli altri comuni, di poterne fruire in maniera decorosa ed efficiente –:
se sia a conoscenza di quanto sopra esposto;
se non ritenga opportuno intervenire presso la società Poste italiane spa con la massima sollecitudine ed urgenza per porre rimedio ai gravi disservizi dell'ufficio postale di Troina, in provincia di Enna;
quali iniziative intenda assumere nei confronti della società Poste italiane spa, affinché si impegni a potenziare l'organico presso gli sportelli dell'ufficio postale di Troina, anche al fine di consentire l'apertura pomeridiana dell'ufficio postale e il miglioramento del servizio di recapito e per attenuare gli ulteriori disservizi causati dall'introduzione del nuovo software.
(2-00812) «Berretta».
(4 agosto 2010)
B) Interrogazioni
BURTONE. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
nelle ultime settimane si sono registrati notevoli problemi presso gli uffici postali del comune di Pisticci, sia negli uffici del paese che in quelli delle periferie, e, in particolare, per quello di Pisticci Scalo;
ci sono stati momenti di tensione anche tra personale ed utenza;
tagli di personale e sottoutilizzo degli sportelli diventano un combinato disposto davvero micidiale per il disservizio;
anziani, imprese e cittadini sono alle prese con un servizio che non funziona;
il personale in servizio fa quello che può e bisogna comprendere anche le difficoltà in cui si trova ad operare, perché non messo nelle condizioni di poter svolgere al meglio le proprie mansioni –:
se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Ministro interrogato intenda attivare per migliorare l'efficienza del servizio postale su Pisticci, incrementando le unità di personale e consentendo di utilizzare al meglio gli sportelli disponibili, con l'apertura dell'ufficio postale di Pisticci Scalo anche il sabato. (3-01746)
(12 luglio 2011)
BINDI e BURTONE. — Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la comunità di Pisticci Scalo (Matera) denuncia il disagio relativo agli orari di apertura del locale ufficio postale;
detto ufficio postale, come rendono noto i cittadini, a partire dal 7 luglio 2008 resta aperto solo tre giorni a settimana e il sabato è chiuso già da diverso tempo, sia in estate che in inverno;
la decisione assunta di tenere chiuso l'ufficio postale in un'area industriale quale quella della Valbasento e con una utenza che va ben oltre quella locale sicuramente suscita molte perplessità;
tale decisione fa crescere il sospetto tra gli abitanti di Pisticci Scalo e gli utenti che ne usufruiscono che sia il preludio ad una possibile chiusura, che sarebbe una iattura per l'intero territorio –:
quali iniziative il Governo, nell'ambito delle sue competenze e in qualità di azionista pressoché unico dell'azienda Poste italiane spa, intenda assumere affinché venga ripristinata l'apertura quotidiana dell'ufficio postale di Pisticci Scalo, in considerazione della rilevanza sociale che tale servizio pubblico riveste nel territorio in questione. (3-01891)
(17 ottobre 2011)
(ex 5-00226 del 16 luglio 2008)
della seduta n. 537 di Martedì 18 ottobre 2011
INTERPELLANZA ED INTERROGAZIONI
A) Interpellanza
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
l'ufficio postale di Troina, in provincia di Enna, è quotidianamente frequentato da parecchie centinaia di cittadini, i quali fruiscono dei numerosi servizi erogati dalla società Poste italiane spa;
Troina è un comune abitato da circa 10.000 abitanti e il centro urbano ha un'estensione considerevole in rapporto alla popolazione effettiva;
nel comune di Troina, oltre alla presenza di centinaia di imprese artigiane ed attività commerciali, opera, da più di mezzo secolo, l'Oasi Maria SS. – Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico – che impiega circa 1.000 dipendenti e offre servizi sanitari di eccellenza all'intero territorio regionale, e non solo, richiamando quotidianamente numerosi utenti esterni;
innumerevoli segnalazioni relative a gravi disagi e a disservizi sono state effettuate dagli utenti del locale ufficio postale, riguardanti sia il recapito della corrispondenza sia i servizi erogati allo sportello; tali segnalazioni sono state indirizzate agli amministratori comunali e sono state oggetto di numerosi articoli, apparsi sulla stampa locale;
la consegna della corrispondenza in alcune zone del centro urbano avviene con enormi ritardi, tali da creare in alcuni casi danni e pregiudizi alle persone che vanamente attendono il recapito di lettere, bollette e atti vari;
le lunghe code registrate presso tale ufficio si acuiscono particolarmente la prima decade di ogni mese, quando i pensionati affollano gli sportelli, provocando vibranti proteste;
a causa della cronica mancanza di personale gli sportelli operativi sono in numero inferiore a quelli previsti nell'ufficio;
a questi disservizi, già presenti da tempo, nelle ultime settimane si è aggiunto il cattivo funzionamento del nuovo software agli sportelli, applicato in via sperimentale in alcuni uffici postali italiani, che procede con molta lentezza a causa di un insufficiente collegamento per la trasmissione dei dati;
le precedenti richieste per vie formali ed informali di miglioramento dei servizi agli utenti sono state del tutto disattese;
l'attuale livello di erogazione dei servizi ha superato oggettivamente ogni limite di tolleranza e sopportazione, a danno dei cittadini di Troina, i quali hanno diritto, al pari dei cittadini degli altri comuni, di poterne fruire in maniera decorosa ed efficiente –:
se sia a conoscenza di quanto sopra esposto;
se non ritenga opportuno intervenire presso la società Poste italiane spa con la massima sollecitudine ed urgenza per porre rimedio ai gravi disservizi dell'ufficio postale di Troina, in provincia di Enna;
quali iniziative intenda assumere nei confronti della società Poste italiane spa, affinché si impegni a potenziare l'organico presso gli sportelli dell'ufficio postale di Troina, anche al fine di consentire l'apertura pomeridiana dell'ufficio postale e il miglioramento del servizio di recapito e per attenuare gli ulteriori disservizi causati dall'introduzione del nuovo software.
(2-00812) «Berretta».
(4 agosto 2010)
B) Interrogazioni
BURTONE. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
nelle ultime settimane si sono registrati notevoli problemi presso gli uffici postali del comune di Pisticci, sia negli uffici del paese che in quelli delle periferie, e, in particolare, per quello di Pisticci Scalo;
ci sono stati momenti di tensione anche tra personale ed utenza;
tagli di personale e sottoutilizzo degli sportelli diventano un combinato disposto davvero micidiale per il disservizio;
anziani, imprese e cittadini sono alle prese con un servizio che non funziona;
il personale in servizio fa quello che può e bisogna comprendere anche le difficoltà in cui si trova ad operare, perché non messo nelle condizioni di poter svolgere al meglio le proprie mansioni –:
se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Ministro interrogato intenda attivare per migliorare l'efficienza del servizio postale su Pisticci, incrementando le unità di personale e consentendo di utilizzare al meglio gli sportelli disponibili, con l'apertura dell'ufficio postale di Pisticci Scalo anche il sabato. (3-01746)
(12 luglio 2011)
BINDI e BURTONE. — Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la comunità di Pisticci Scalo (Matera) denuncia il disagio relativo agli orari di apertura del locale ufficio postale;
detto ufficio postale, come rendono noto i cittadini, a partire dal 7 luglio 2008 resta aperto solo tre giorni a settimana e il sabato è chiuso già da diverso tempo, sia in estate che in inverno;
la decisione assunta di tenere chiuso l'ufficio postale in un'area industriale quale quella della Valbasento e con una utenza che va ben oltre quella locale sicuramente suscita molte perplessità;
tale decisione fa crescere il sospetto tra gli abitanti di Pisticci Scalo e gli utenti che ne usufruiscono che sia il preludio ad una possibile chiusura, che sarebbe una iattura per l'intero territorio –:
quali iniziative il Governo, nell'ambito delle sue competenze e in qualità di azionista pressoché unico dell'azienda Poste italiane spa, intenda assumere affinché venga ripristinata l'apertura quotidiana dell'ufficio postale di Pisticci Scalo, in considerazione della rilevanza sociale che tale servizio pubblico riveste nel territorio in questione. (3-01891)
(17 ottobre 2011)
(ex 5-00226 del 16 luglio 2008)
FILP/CONF.LAVORATORI CONDIVIDE COMUNICATO UGL/COMUNICAZIONE SUL PREMIO DI RISULTATO A TUTTE LE AZIENDE DEL GRUPPO POSTE ITALIANE
Quanta confusione in Poste italiane: la capogruppo non ha mai attivato la voce Premio di risultato in tutte le aziende del Gruppo.
Ultimamente si fa un gran parlare di Premio di risultato nelle aziende del Gruppo Poste Italiane S.p.A., tanto da arrivare alle vie di fatto.
Alla base di queste vicende c'è un errore di prospettiva che vanifica il lavoro fatto dalla Confederazioni con gli ultimi accordi interconfederali del 2009 sulle relazioni industriali, ma si potrebbe anche risalire all'indietro citando antefatti e sentenze (es. sentenze 17310/2008 e 21379/2005), oppure ritrovando lo spirito risolutore dell'accordo interconfederale del 23 luglio 1993.
Tutti gli indirizzi citati punterebbero a rivalutare il ruolo della contrattazione aziendale sia sotto il profilo del "quantum", sia sotto quello della stessa regolamentazione dell'istituto di cui il Premio di risultato è parte, cioè la retribuzione variabile.
Non v'è dubbio che il Premio di risultato andrebbe ricondotto alla contrattazione aziendale, anche in assenza di una cornice nazionale, valorizzando così le singole specificità di ogni singola impresa.
Invece c'è un errore di fondo in ciò che sta accadendo e cioè che nel Gruppo Poste S.p.A. di cui fa parte una galassia di aziende (Postel, Postecom, PosteVita, PosteAssicura, BancoPosta Fondi SGR, PosteShop, SDA Express Courier, Europa Gestioni Immobiliari, Poste Tutela, Postemobile, Mistral Air, Poste Energia) non tutte hanno attivato la voce retributiva del Premio di Risultato, visto che alcune di queste aziende non hanno mai neppure effettuato il processo di armonizzazione contrattuale previsto dal CCNL di Poste Italiane.
Ci risulta che alcune aziende (all'infuori di Postel e Postecom che hanno negoziato il P.d.R.) applichino istituti contrattuali diversi dal cosiddetto Premio di Risultato conosciuto dai dipendenti di Poste Italiane fino al 2010.
Riteniamo utile informare i lavoratori di tale situazione, per non ingenerare il sospetto che il vuoto normativo sia una responsabilità sindacale.
Siamo pronti a discutere l'istitituzione del Premio di Risultato in tutte le aziende del Gruppo se si inizieranno tali incontri alle condizioni ormai note a tutti, senza per questo volere fare i primi della classe nella voce demagogia...
Ultimamente si fa un gran parlare di Premio di risultato nelle aziende del Gruppo Poste Italiane S.p.A., tanto da arrivare alle vie di fatto.
Alla base di queste vicende c'è un errore di prospettiva che vanifica il lavoro fatto dalla Confederazioni con gli ultimi accordi interconfederali del 2009 sulle relazioni industriali, ma si potrebbe anche risalire all'indietro citando antefatti e sentenze (es. sentenze 17310/2008 e 21379/2005), oppure ritrovando lo spirito risolutore dell'accordo interconfederale del 23 luglio 1993.
Tutti gli indirizzi citati punterebbero a rivalutare il ruolo della contrattazione aziendale sia sotto il profilo del "quantum", sia sotto quello della stessa regolamentazione dell'istituto di cui il Premio di risultato è parte, cioè la retribuzione variabile.
Non v'è dubbio che il Premio di risultato andrebbe ricondotto alla contrattazione aziendale, anche in assenza di una cornice nazionale, valorizzando così le singole specificità di ogni singola impresa.
Invece c'è un errore di fondo in ciò che sta accadendo e cioè che nel Gruppo Poste S.p.A. di cui fa parte una galassia di aziende (Postel, Postecom, PosteVita, PosteAssicura, BancoPosta Fondi SGR, PosteShop, SDA Express Courier, Europa Gestioni Immobiliari, Poste Tutela, Postemobile, Mistral Air, Poste Energia) non tutte hanno attivato la voce retributiva del Premio di Risultato, visto che alcune di queste aziende non hanno mai neppure effettuato il processo di armonizzazione contrattuale previsto dal CCNL di Poste Italiane.
Ci risulta che alcune aziende (all'infuori di Postel e Postecom che hanno negoziato il P.d.R.) applichino istituti contrattuali diversi dal cosiddetto Premio di Risultato conosciuto dai dipendenti di Poste Italiane fino al 2010.
Riteniamo utile informare i lavoratori di tale situazione, per non ingenerare il sospetto che il vuoto normativo sia una responsabilità sindacale.
Siamo pronti a discutere l'istitituzione del Premio di Risultato in tutte le aziende del Gruppo se si inizieranno tali incontri alle condizioni ormai note a tutti, senza per questo volere fare i primi della classe nella voce demagogia...
POSTE ITALIANE: DISTRIBUTORI AUTOMATICI SOLO ALLE GRANDI IMPRESE - INTERROGAZIONE ALLA CAMERA DEI SEPUTATI
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-13590
presentata da
MAURO PILI
giovedì 13 ottobre 2011, seduta n.534
PILI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.- Per sapere - premesso che:
poste italiane ad oggi è una società per azioni il cui capitale è detenuto al 100 per cento dallo Stato italiano attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze ed è posta sotto il controllo e la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico;
Poste italiane s.p.a. è la più grande azienda di servizi italiana in grado di contribuire allo sviluppo del Paese, il tutto preservandone le caratteristiche sociali;
Poste italiane S.p.a. - nel riorganizzare il conferimento del servizio di ristoro a mezzo distributori automatici nelle diverse sedi e uffici postali, in uso a qualsiasi titolo a Poste italiane s.p.a. ubicati sull'intero territorio nazionale - ha predisposto uno specifico documento «manifestazione di interesse» nel quale ha indicato i requisiti richiesti per l'acquisizione, appunto, della manifestazione di interesse da parte delle aziende operanti nel settore della distribuzione automatica. Tra i requisiti minimi di accesso alla gara prevista per l'assegnazione, è stata prevista una quantità minima di distributori nella disponibilità dell'operatore economico installati in Italia al 31 dicembre 2010, esclusi i distributori a cialde, che deve essere almeno di mille unità, di cui almeno 200 presenti nell'ambito geografico per il quale si intende manifestare interesse. È stata prevista, inoltre, una copertura territoriale minima in termini di distributori già installati al 31 dicembre 2010 nella disponibilità dell'operatore economico su almeno tre regioni facenti parte dell'ambito geografico per il quale si esprime interesse a partecipare. Ed, inoltre, indici di fatturato complessivamente superiori a 80 milioni di euro nel triennio 2008-2009-2010;
i criteri sopra elencati evidentemente escludono tutte le piccole e medie imprese del settore che, peraltro, sono radicate sul territorio, ad esclusivo vantaggio di un numero estremamente esiguo di grandi realtà imprenditoriali. Le piccole e medie imprese escluse dai requisiti richiesti da Poste Italiane s.p.a. sono oltre 1.100 -:
se, alla luce di quanto testé illustrato, i Ministri interrogati intendano intervenire al fine di garantire che i requisiti richiesti per la manifestazione di interesse, relativa alla gestione di distributori automatici presso le sedi in uso a qualsiasi titolo a Poste italiane s.p.a. essere rivisti affinché alle tantissime piccole e medie imprese italiane del settore non venga preclusa una importante opportunità commerciale in un momento di grave crisi economica, come quello che sta attraversando il Paese.
(4-13590)
Interrogazione a risposta scritta 4-13590
presentata da
MAURO PILI
giovedì 13 ottobre 2011, seduta n.534
PILI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.- Per sapere - premesso che:
poste italiane ad oggi è una società per azioni il cui capitale è detenuto al 100 per cento dallo Stato italiano attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze ed è posta sotto il controllo e la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico;
Poste italiane s.p.a. è la più grande azienda di servizi italiana in grado di contribuire allo sviluppo del Paese, il tutto preservandone le caratteristiche sociali;
Poste italiane S.p.a. - nel riorganizzare il conferimento del servizio di ristoro a mezzo distributori automatici nelle diverse sedi e uffici postali, in uso a qualsiasi titolo a Poste italiane s.p.a. ubicati sull'intero territorio nazionale - ha predisposto uno specifico documento «manifestazione di interesse» nel quale ha indicato i requisiti richiesti per l'acquisizione, appunto, della manifestazione di interesse da parte delle aziende operanti nel settore della distribuzione automatica. Tra i requisiti minimi di accesso alla gara prevista per l'assegnazione, è stata prevista una quantità minima di distributori nella disponibilità dell'operatore economico installati in Italia al 31 dicembre 2010, esclusi i distributori a cialde, che deve essere almeno di mille unità, di cui almeno 200 presenti nell'ambito geografico per il quale si intende manifestare interesse. È stata prevista, inoltre, una copertura territoriale minima in termini di distributori già installati al 31 dicembre 2010 nella disponibilità dell'operatore economico su almeno tre regioni facenti parte dell'ambito geografico per il quale si esprime interesse a partecipare. Ed, inoltre, indici di fatturato complessivamente superiori a 80 milioni di euro nel triennio 2008-2009-2010;
i criteri sopra elencati evidentemente escludono tutte le piccole e medie imprese del settore che, peraltro, sono radicate sul territorio, ad esclusivo vantaggio di un numero estremamente esiguo di grandi realtà imprenditoriali. Le piccole e medie imprese escluse dai requisiti richiesti da Poste Italiane s.p.a. sono oltre 1.100 -:
se, alla luce di quanto testé illustrato, i Ministri interrogati intendano intervenire al fine di garantire che i requisiti richiesti per la manifestazione di interesse, relativa alla gestione di distributori automatici presso le sedi in uso a qualsiasi titolo a Poste italiane s.p.a. essere rivisti affinché alle tantissime piccole e medie imprese italiane del settore non venga preclusa una importante opportunità commerciale in un momento di grave crisi economica, come quello che sta attraversando il Paese.
(4-13590)
venerdì 7 ottobre 2011
ATTO CAMERA - INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE: RISCHIO CHIUSURA 21 UFFICI POSTALI IN SARDEGNA
Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-05417
presentata da
GUIDO MELIS
mercoledì 28 settembre 2011, seduta n.526
MELIS e PES. - Al Ministro dello sviluppo economico.- Per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa apparse il 25 settembre 2011 e relative ad una riunione convocata a Cagliari dalla direzione regionale di Poste italiane per discutere con le organizzazioni sindacali la riorganizzazione dei servizi in Sardegna, risulterebbe l'imminente chiusura in quella regione di 21 uffici postali. Cinque in provincia di Cagliari: Gesico, Gesturi, Gergei, Siddi e Turri. Uno in quella di Olbia-Tempio: Bortigiadas. Quattro nell'Oristanese: Magomadas, Siamaggiore, Palmas Arborea e Siapiccia. E ben 11 in provincia di Sassari: Anela, Bulzi, Campanedda, Cossoine, Erula, Giave, Mara, Padria, Putifigari, Tergu e Romana. Alcuni di questi, come Romana, sono uffici di una certa importanza con più di un impiegato e punti di riferimento di territori abbastanza vasti, con buona parte dell'utenza disseminata nelle campagne. Con questa decisione, presentata come riorganizzazione, le Poste italiane cancellano uno degli elementi fondamentali del servizio, visto che la capillarità degli uffici sul territorio è stata sempre un punto di forza della rete postale;
la popolazione dei comuni citati è in prevalenza costituita da anziani, con notevole numero di pensionati titolari di piccole pensioni di norma ritirate personalmente presso l'ufficio postale. Sicché è evidente il disagio che comporterebbe per questa utenza, di norma non motorizzata, doversi spostare in centri più grandi delle rispettive province, talvolta serviti da collegamenti di mezzi pubblici frammentari e comunque da un sistema stradale (per non parlare di quello ferroviario) certamente non comodo;
la chiusura degli uffici postali si inserisce in una politica di privazione di servizi e uffici pubblici che colpisce molte delle zone interne della Sardegna e costituisce fattore non secondario del loro crescente degrado;
infine le organizzazioni sindacali, conosciuto il piano di Poste italiane, hanno stabilito di opporvisi con adeguate iniziative, proclamando per primo uno sciopero per il prossimo 3 ottobre e l'astensione dalle prestazioni straordinarie e dai servizi non contemplati dal contratto dal 3 al 30 ottobre -:
se non ritenga il Ministro di dover assumere ogni iniziativa di competenza nei confronti di Poste italiane per la revoca del provvedimento o per lo meno per l'apertura di una fase di studio e discussione nella quale siano coinvolti, oltre ai sindacati, le rappresentanze istituzionali di quei comuni e province. (5-05417)
Interrogazione a risposta in Commissione 5-05417
presentata da
GUIDO MELIS
mercoledì 28 settembre 2011, seduta n.526
MELIS e PES. - Al Ministro dello sviluppo economico.- Per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa apparse il 25 settembre 2011 e relative ad una riunione convocata a Cagliari dalla direzione regionale di Poste italiane per discutere con le organizzazioni sindacali la riorganizzazione dei servizi in Sardegna, risulterebbe l'imminente chiusura in quella regione di 21 uffici postali. Cinque in provincia di Cagliari: Gesico, Gesturi, Gergei, Siddi e Turri. Uno in quella di Olbia-Tempio: Bortigiadas. Quattro nell'Oristanese: Magomadas, Siamaggiore, Palmas Arborea e Siapiccia. E ben 11 in provincia di Sassari: Anela, Bulzi, Campanedda, Cossoine, Erula, Giave, Mara, Padria, Putifigari, Tergu e Romana. Alcuni di questi, come Romana, sono uffici di una certa importanza con più di un impiegato e punti di riferimento di territori abbastanza vasti, con buona parte dell'utenza disseminata nelle campagne. Con questa decisione, presentata come riorganizzazione, le Poste italiane cancellano uno degli elementi fondamentali del servizio, visto che la capillarità degli uffici sul territorio è stata sempre un punto di forza della rete postale;
la popolazione dei comuni citati è in prevalenza costituita da anziani, con notevole numero di pensionati titolari di piccole pensioni di norma ritirate personalmente presso l'ufficio postale. Sicché è evidente il disagio che comporterebbe per questa utenza, di norma non motorizzata, doversi spostare in centri più grandi delle rispettive province, talvolta serviti da collegamenti di mezzi pubblici frammentari e comunque da un sistema stradale (per non parlare di quello ferroviario) certamente non comodo;
la chiusura degli uffici postali si inserisce in una politica di privazione di servizi e uffici pubblici che colpisce molte delle zone interne della Sardegna e costituisce fattore non secondario del loro crescente degrado;
infine le organizzazioni sindacali, conosciuto il piano di Poste italiane, hanno stabilito di opporvisi con adeguate iniziative, proclamando per primo uno sciopero per il prossimo 3 ottobre e l'astensione dalle prestazioni straordinarie e dai servizi non contemplati dal contratto dal 3 al 30 ottobre -:
se non ritenga il Ministro di dover assumere ogni iniziativa di competenza nei confronti di Poste italiane per la revoca del provvedimento o per lo meno per l'apertura di una fase di studio e discussione nella quale siano coinvolti, oltre ai sindacati, le rappresentanze istituzionali di quei comuni e province. (5-05417)
INTERROGAZIONE ALLA CAMERA DEL 3 OTTOBRE: LAMENTELE DEI CITTADINI DI BERGAMO PROVINCIA SUI SERVIZI POSTALI
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-13410
presentata da
GIACOMO STUCCHI
lunedì 3 ottobre 2011, seduta n.528
STUCCHI, PIROVANO, CONSIGLIO e VANALLI. - Al Ministro dello sviluppo economico.- Per sapere - premesso che:
gli interroganti hanno presentato una serie di atti di sindacato ispettivo, di cui alcuni con iter concluso, molti altri con iter in corso, riguardanti l'inefficiente servizio erogato nella provincia di Bergamo dall'azienda Poste Italiane;
giungono agli interroganti continue lamentele da parte dei cittadini e degli enti locali bergamaschi sulle disfunzioni relative ai servizio erogato da Poste italiane;
in particolare, il comune di Ghisalba (Bergamo) registra ormai da tempo lunghe code agli sportelli postali, dovute spesso al malfunzionamento dei terminali;
gli utenti hanno segnalato lunghi tempi di consegna della posta che lì ha fatti spesso incorrere in sanzioni e/o interessi;
dal 6 al 9 giugno 2011 è stato chiuso l'ufficio postale di Ghisalba, attraverso una semplice comunicazione al sindaco, senza la predisposizione di una soluzione alternativa atta a non creare disagi alla collettività -:
quali iniziative intenda adottare affinché Poste italiane eroghi un servizio puntuale ed efficiente alla popolazione della provincia di Bergamo.(4-13410)
Interrogazione a risposta scritta 4-13410
presentata da
GIACOMO STUCCHI
lunedì 3 ottobre 2011, seduta n.528
STUCCHI, PIROVANO, CONSIGLIO e VANALLI. - Al Ministro dello sviluppo economico.- Per sapere - premesso che:
gli interroganti hanno presentato una serie di atti di sindacato ispettivo, di cui alcuni con iter concluso, molti altri con iter in corso, riguardanti l'inefficiente servizio erogato nella provincia di Bergamo dall'azienda Poste Italiane;
giungono agli interroganti continue lamentele da parte dei cittadini e degli enti locali bergamaschi sulle disfunzioni relative ai servizio erogato da Poste italiane;
in particolare, il comune di Ghisalba (Bergamo) registra ormai da tempo lunghe code agli sportelli postali, dovute spesso al malfunzionamento dei terminali;
gli utenti hanno segnalato lunghi tempi di consegna della posta che lì ha fatti spesso incorrere in sanzioni e/o interessi;
dal 6 al 9 giugno 2011 è stato chiuso l'ufficio postale di Ghisalba, attraverso una semplice comunicazione al sindaco, senza la predisposizione di una soluzione alternativa atta a non creare disagi alla collettività -:
quali iniziative intenda adottare affinché Poste italiane eroghi un servizio puntuale ed efficiente alla popolazione della provincia di Bergamo.(4-13410)
POSTE ITALIANE: 199 ASSUNZIONI A TEMPO DETERMINATO
Poste italiane assumerà per circa 1 mese risorse da destinare al servizio postale con contratti a tempo determinato come organico flessibile.
Le assunzioni saranno effettuate nel recapito, con contratti a tempo determinato destinati al personale interessato alla clausola elastica art. 23 del ccnl in vigore comma X. (iscritto nelle apposite graduatorie), in base all'art. 2 comma 1 bis del D.lgs. 368/2001.
Si tratta di 80 assunzioni nell'Area Logistica Territoriale della Lombardia,, di 40 assunzioni nell'A.L.T. Sud e 79 assunzioni nell'ALT Sud 2 nel periodo dal 6 ottobre al 31 ottobre.
Ulteriori assunzioni di 30 risorse saranno invece destinate all'organico flessibile nei settori dello smistamento del servizio postale ai sensi delll'art. 2 comma 1 bis del D. lgs. n. 368/2001 dal 6 ottobre al 31 ottobre prossimo: di queste n. 20 saranno destinate alla Lombardia e n. 10 nell'ALT Sud.
Le assunzioni saranno effettuate nel recapito, con contratti a tempo determinato destinati al personale interessato alla clausola elastica art. 23 del ccnl in vigore comma X. (iscritto nelle apposite graduatorie), in base all'art. 2 comma 1 bis del D.lgs. 368/2001.
Si tratta di 80 assunzioni nell'Area Logistica Territoriale della Lombardia,, di 40 assunzioni nell'A.L.T. Sud e 79 assunzioni nell'ALT Sud 2 nel periodo dal 6 ottobre al 31 ottobre.
Ulteriori assunzioni di 30 risorse saranno invece destinate all'organico flessibile nei settori dello smistamento del servizio postale ai sensi delll'art. 2 comma 1 bis del D. lgs. n. 368/2001 dal 6 ottobre al 31 ottobre prossimo: di queste n. 20 saranno destinate alla Lombardia e n. 10 nell'ALT Sud.
lunedì 3 ottobre 2011
ANCORA UNA LETTERA SINDACALE DEL 30 SETTEMBRE 2011 SUL PREMIO
Dr. Paolo Faieta
R.U.O. R.I.
Poste Italiane Spa
V.le Europa n. 175
00144 R O M A
Roma, 30 settembre 2011
Com’è noto abbiamo sempre denunciato le gravi inadempienze aziendali inerenti l’applicazione
dell’accordo sulla riorganizzazione di SP , le disorganizzazioni in ambito MP e i problemi generati
dall’adozione della piattaforma SDP.
Responsabilità del management di Poste Italiane che hanno provocato, oltre ai noti disagi,
preoccupanti flessioni sulla produzione commerciale di M.P. e sui ricavi dei Servizi Postali.
In particolare per quanto riguarda i gravi disservizi causati dalla piattaforma SDP abbiamo richiesto
l’immediato riconoscimento delle attività svolte dai lavoratori senza, peraltro, ricevere alcuna
risposta da parte aziendale.
Oggi a seguito delle nostre segnalazioni a riguardo, finalmente, con la nota del 30 settembre u.s.
l’Azienda si assume le responsabilità dei disservizi causati e riconosce il contributo e la
professionalità dei lavoratori.
Tuttavia continua ad essere incomprensibile l’atteggiamento aziendale per ciò che attiene il Premio
di Risultato.
Infatti, su questo argomento, l’Azienda ha rifiutato le legittime richieste delle scriventi intese a
riconoscere l’impegno profuso dai lavoratori a garanzia del raggiungimento degli ottimi risultati di
bilancio.
Pertanto ribadiamo quanto già richiesto nel corso della riunione del 12 luglio u.s. in materia di
rinnovo del PdR 2011/2013 e precisamente:
- Il totale recupero della quota PdR 2010 (220€ medie);
- Il mantenimento della attuale struttura di pagamento del premio (Anticipo/Saldo);
- Il riconoscimento del 100 % della quota 2011 per tutto il personale;
- Un aumento del PDR 2011-2013 che apprezzi la volontà e il sacrificio profuso dalla
categoria nel raggiungimento dei risultati di bilancio.
Quanto richiesto è determinato dal fatto che come OO.SS. riteniamo comunque realizzati tutti i
“risultati al netto delle problematiche occorse” e delle quali i lavoratori non hanno alcuna
responsabilità.
I SEGRETARI GENERALI
SLP-CISL UIL POSTE CONFSAL COM UGL-COM
M. Petitto C. Amicone R. Gallotta S. Muscarella
R.U.O. R.I.
Poste Italiane Spa
V.le Europa n. 175
00144 R O M A
Roma, 30 settembre 2011
Com’è noto abbiamo sempre denunciato le gravi inadempienze aziendali inerenti l’applicazione
dell’accordo sulla riorganizzazione di SP , le disorganizzazioni in ambito MP e i problemi generati
dall’adozione della piattaforma SDP.
Responsabilità del management di Poste Italiane che hanno provocato, oltre ai noti disagi,
preoccupanti flessioni sulla produzione commerciale di M.P. e sui ricavi dei Servizi Postali.
In particolare per quanto riguarda i gravi disservizi causati dalla piattaforma SDP abbiamo richiesto
l’immediato riconoscimento delle attività svolte dai lavoratori senza, peraltro, ricevere alcuna
risposta da parte aziendale.
Oggi a seguito delle nostre segnalazioni a riguardo, finalmente, con la nota del 30 settembre u.s.
l’Azienda si assume le responsabilità dei disservizi causati e riconosce il contributo e la
professionalità dei lavoratori.
Tuttavia continua ad essere incomprensibile l’atteggiamento aziendale per ciò che attiene il Premio
di Risultato.
Infatti, su questo argomento, l’Azienda ha rifiutato le legittime richieste delle scriventi intese a
riconoscere l’impegno profuso dai lavoratori a garanzia del raggiungimento degli ottimi risultati di
bilancio.
Pertanto ribadiamo quanto già richiesto nel corso della riunione del 12 luglio u.s. in materia di
rinnovo del PdR 2011/2013 e precisamente:
- Il totale recupero della quota PdR 2010 (220€ medie);
- Il mantenimento della attuale struttura di pagamento del premio (Anticipo/Saldo);
- Il riconoscimento del 100 % della quota 2011 per tutto il personale;
- Un aumento del PDR 2011-2013 che apprezzi la volontà e il sacrificio profuso dalla
categoria nel raggiungimento dei risultati di bilancio.
Quanto richiesto è determinato dal fatto che come OO.SS. riteniamo comunque realizzati tutti i
“risultati al netto delle problematiche occorse” e delle quali i lavoratori non hanno alcuna
responsabilità.
I SEGRETARI GENERALI
SLP-CISL UIL POSTE CONFSAL COM UGL-COM
M. Petitto C. Amicone R. Gallotta S. Muscarella
domenica 2 ottobre 2011
SENTENZA CASSAZIONE: RICONOSCE ASSEGNO FAMILIARE PER I TRE FIGLI AVUTI IN MORE UXORIO E CONTESTUALMENTE SPOSATO CON ALTRA PERSONA
FATTO E DIRITTO
C.G. convive more uxorio con M. F. dal 1992. Hanno avuto tre figli, ancora minori, tutti legalmente riconosciuti, conviventi con loro e loro carico. Il C., tuttavia, è ancora sposato con altra persona, vissero insieme per pochi mesi, non si sono separati legalmente per asserita mancanza di disponibilità economica.
Il C. richiese all'INPS il pagamento dell'assegno per il nucleo familiare per i tre figli minori a suo carico. L'INPS respinse l'istanza. Il lavoratore lo convenne in giudizio.
Il Tribunale di P., accogliendo la domanda, ha così provveduto: "dichiara il diritto del ricorrente a percepire gli assegni per il nucleo familiare per i figli naturali legalmente riconosciuti e conviventi ... Dichiara illegittimo il provvedimento di diniego dell'INPS e autorizza la percezione di detti assegni da parte del ricorrente".
La Corte d'Appello di P. ha rigettato l'impugnazione dell'INPS con sentenza pubblicata il 31 marzo 2006.
L'Istituto ricorre per cassazione formulando un unico motivo di ricorso.
Il C. non ha svolto l'attività difensiva.
La tesi dell'INPS è che l'assegno non può essere riconosciuto poichè i tre figli del C. non risultano immessi nel nucleo sorto con il matrimonio, in quanto il nucleo familiare del C. risulta tuttora formalmente costituito con la moglie.
Secondo l'istituto la sentenza impugnata avrebbe violato la L. 13 maggio 1988, n. 153, art. 2, e l'art. 252 c.c., nonchè l'art. 14 preleggi.
Il ricorso non è fondato.
L'istituto dall'assegno per il nucleo familiare, prese il posto degli assegni familiari; fu istituito e regolato dal D.L. 13 marzo 1988, n. 69, "Norme in materia previdenziale, per il miglioramento delle gestioni degli enti portuali ed altre disposizioni urgenti", convertito, con modificazioni nella L. 13 maggio 1988, n. 153.
La L. del 1988, art. 2, stabilì che spetta ai lavoratori dipendenti privati e pubblici e ai pensionati e compete in misura differenziata in rapporto al numero dei componenti ed al reddito del nucleo familiare.
Il sesto comma specifica cosa debba intendersi, ai fini di questa normativa, per "nucleo familiare".
Il nucleo familiare "è composto dai coniugi, con esclusione del coniuge legalmente ed effettivamente separato, e dai figli ed equiparati, ai sensi del D.P.R. 26 aprile 1957, n. 818, art. 38, di età inferiore ai 18 anni" (L. n. 153 del 1988, art. 2, comma 6).
L'equiparazione ai figli prevista dall'art. 38, cit. riguarda "i figli adottivi e gli affiliati, quelli naturali legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, quelli nati da un precedente matrimonio dell'altro coniuge, nonchè i minori regolarmente affidati dagli organi competenti a norma di legge" (D.P.R. n. 818 del 1957, art. 38).
Per "figlio naturale riconosciuto", ai sensi dell'art. 250 c.c., si intende il figlio riconosciuto nei modi previsti dall'art. 254 c.c., (nell'atto di nascita o con apposita dichiarazione davanti all'ufficiale dello stato civile, ad un notaio, in un atto pubblico o con un testamento) dal padre o dalla madre, anche se già uniti in matrimonio con altra persona all'epoca del concepimento. Il riconoscimento può avvenire tanto congiuntamente che separatamente.
Il codice civile detta anche la disciplina dell'affidamento del figlio naturale e del suo inserimento nella famiglia legittima (art. 252 c.c.), ma ciò non incide sulla condizione di figlio naturale riconosciuto, che rimane tale anche in assenza di inserimento nella famiglia legittima.
La normativa sull'assegno richiede la condizione di figlio naturale riconosciuto, non necessariamente l'inserimento nella famiglia legittima. Il concetto di nucleo familiare delineato dal legislatore in questa sede va al di là della famiglia configurata dal matrimonio e ricomprende anche i figli nati fuori del matrimonio, legalmente riconosciuti, anche se non inseriti nella famiglia legittima.
Nel caso in esame, il C., coniugato con una persona, ma convivente da anni con altra persona, ha riconosciuto i tre figli avuti dalla convivente ed ha provato che i minori vivono a suo carico, in quanto egli provvede al loro mantenimento (il punto non è oggetto di contrasto). Ciò è necessario e sufficiente ai fini del diritto alla percezione dell'assegno per il nucleo familiare per i tre figli naturali.
Il ricorso dell'INPS pertanto deve essere rigettato. Nulla sulle spese in quanto il C. non ha svolto attività difensiva.
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso. Nulla spese.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 20 maggio 2010.
Depositato in Cancelleria il 18 giugno 2010
C.G. convive more uxorio con M. F. dal 1992. Hanno avuto tre figli, ancora minori, tutti legalmente riconosciuti, conviventi con loro e loro carico. Il C., tuttavia, è ancora sposato con altra persona, vissero insieme per pochi mesi, non si sono separati legalmente per asserita mancanza di disponibilità economica.
Il C. richiese all'INPS il pagamento dell'assegno per il nucleo familiare per i tre figli minori a suo carico. L'INPS respinse l'istanza. Il lavoratore lo convenne in giudizio.
Il Tribunale di P., accogliendo la domanda, ha così provveduto: "dichiara il diritto del ricorrente a percepire gli assegni per il nucleo familiare per i figli naturali legalmente riconosciuti e conviventi ... Dichiara illegittimo il provvedimento di diniego dell'INPS e autorizza la percezione di detti assegni da parte del ricorrente".
La Corte d'Appello di P. ha rigettato l'impugnazione dell'INPS con sentenza pubblicata il 31 marzo 2006.
L'Istituto ricorre per cassazione formulando un unico motivo di ricorso.
Il C. non ha svolto l'attività difensiva.
La tesi dell'INPS è che l'assegno non può essere riconosciuto poichè i tre figli del C. non risultano immessi nel nucleo sorto con il matrimonio, in quanto il nucleo familiare del C. risulta tuttora formalmente costituito con la moglie.
Secondo l'istituto la sentenza impugnata avrebbe violato la L. 13 maggio 1988, n. 153, art. 2, e l'art. 252 c.c., nonchè l'art. 14 preleggi.
Il ricorso non è fondato.
L'istituto dall'assegno per il nucleo familiare, prese il posto degli assegni familiari; fu istituito e regolato dal D.L. 13 marzo 1988, n. 69, "Norme in materia previdenziale, per il miglioramento delle gestioni degli enti portuali ed altre disposizioni urgenti", convertito, con modificazioni nella L. 13 maggio 1988, n. 153.
La L. del 1988, art. 2, stabilì che spetta ai lavoratori dipendenti privati e pubblici e ai pensionati e compete in misura differenziata in rapporto al numero dei componenti ed al reddito del nucleo familiare.
Il sesto comma specifica cosa debba intendersi, ai fini di questa normativa, per "nucleo familiare".
Il nucleo familiare "è composto dai coniugi, con esclusione del coniuge legalmente ed effettivamente separato, e dai figli ed equiparati, ai sensi del D.P.R. 26 aprile 1957, n. 818, art. 38, di età inferiore ai 18 anni" (L. n. 153 del 1988, art. 2, comma 6).
L'equiparazione ai figli prevista dall'art. 38, cit. riguarda "i figli adottivi e gli affiliati, quelli naturali legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, quelli nati da un precedente matrimonio dell'altro coniuge, nonchè i minori regolarmente affidati dagli organi competenti a norma di legge" (D.P.R. n. 818 del 1957, art. 38).
Per "figlio naturale riconosciuto", ai sensi dell'art. 250 c.c., si intende il figlio riconosciuto nei modi previsti dall'art. 254 c.c., (nell'atto di nascita o con apposita dichiarazione davanti all'ufficiale dello stato civile, ad un notaio, in un atto pubblico o con un testamento) dal padre o dalla madre, anche se già uniti in matrimonio con altra persona all'epoca del concepimento. Il riconoscimento può avvenire tanto congiuntamente che separatamente.
Il codice civile detta anche la disciplina dell'affidamento del figlio naturale e del suo inserimento nella famiglia legittima (art. 252 c.c.), ma ciò non incide sulla condizione di figlio naturale riconosciuto, che rimane tale anche in assenza di inserimento nella famiglia legittima.
La normativa sull'assegno richiede la condizione di figlio naturale riconosciuto, non necessariamente l'inserimento nella famiglia legittima. Il concetto di nucleo familiare delineato dal legislatore in questa sede va al di là della famiglia configurata dal matrimonio e ricomprende anche i figli nati fuori del matrimonio, legalmente riconosciuti, anche se non inseriti nella famiglia legittima.
Nel caso in esame, il C., coniugato con una persona, ma convivente da anni con altra persona, ha riconosciuto i tre figli avuti dalla convivente ed ha provato che i minori vivono a suo carico, in quanto egli provvede al loro mantenimento (il punto non è oggetto di contrasto). Ciò è necessario e sufficiente ai fini del diritto alla percezione dell'assegno per il nucleo familiare per i tre figli naturali.
Il ricorso dell'INPS pertanto deve essere rigettato. Nulla sulle spese in quanto il C. non ha svolto attività difensiva.
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso. Nulla spese.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 20 maggio 2010.
Depositato in Cancelleria il 18 giugno 2010
sabato 1 ottobre 2011
CONTRATTO A TERMINE: La Cassazione boccia Poste Italiane S.p.A.
NOTA SINDACALE
La stipulazione di un contratto a tempo determinato non può essere ricondotta a strumento comune di assunzione al lavoro. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, sezione lavoro, con sentenza n. 6328 del 16 marzo 2010. Il divieto, secondo gli Ermellini, viene evidenziato già nella legge regolatrice di tale contratto (D.lgs 368/2001) che richiede, in sede di formulazione in forma scritta del relativo contratto, la puntuale specificazione della concreta esigenza che giustifica l'apposizione del termine. Per questo motivo Piazza Cavour ha dato torto a Poste Italiane nel ricorso presentato contro una dipendente assunta con contratto a tempo determinato per "esigenze tecniche, organizzative e produttive anche di carattere straordinario conseguenti a processi di riorganizzazione... congiuntamente alla necessità di espletamento del servizio in concomitanza di assenze per ferie contrattualmente dovute a tutto il personale nel periodo estivo". Il caso, citato dal sito web dello Studio Cataldi, riguarda una lavoratrice postale che chiedeva di dichiarare la nullità del termine apposto al contratto e la conseguente instaurazione di lavoro a tempo indeterminato. La domanda veniva accolta dal tribunale di primo grado che riteneva la causale indicata nel contratto generica, ravvisando una violazione della disciplina recata dal D.Lgs. n. 368 del 2001. Decisione che veniva confermata in appello. Le Poste proponevano ricorso per cassazione. La Cassazione ha rigettato il ricorso osservando che: "Il Dlgs 368/2001 persegue lo scopo di riposizionare l'equilibrio del sistema, nel contemperamento degli interessi economici e sociali in possibile contrasto nella materia del contratto a tempo determinato, tenendo peraltro fermo il principio, relativo alla centralità del contratto di lavoro a tempo indeterminato; da qui la non riconducibilità del contratto a termine a strumento comune di assunzione al lavoro, che si esprime nella legge nel richiedere, già in sede di formulazione in forma scritta del relativo contratto, la puntuale specificazione della concreta esigenza che giustifica l'apposizione del termine, riconducibile tra quelle riassunte nella formulazione della clausola generale enunciata al comma 1° del citato articolo di legge". In pratica, nel contratto a tempo determinato, le ragioni giustificatrici, devono essere sufficientemente particolareggiate, in maniera da rendere possibile la conoscenza dell'effettiva portata delle stesse e quindi il relativo controllo di effettività. Per quanto riguarda la conseguenza della dichiarazione di nullità del termine, la Corte ha precisato che "pur in assenza di una norma che sanzioni espressamente la mancanza di dette ragioni, in base ai principi generali in materia di nullità parziale del contratto e di eterointegrazione della disciplina contrattuale e comunitaria, all'illegittimità del termine e alla nullità della clausola di apposizione dello stesso consegue l'invalidità parziale relativa alla sola clausola e l'istaurarsi di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato".
La stipulazione di un contratto a tempo determinato non può essere ricondotta a strumento comune di assunzione al lavoro. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, sezione lavoro, con sentenza n. 6328 del 16 marzo 2010. Il divieto, secondo gli Ermellini, viene evidenziato già nella legge regolatrice di tale contratto (D.lgs 368/2001) che richiede, in sede di formulazione in forma scritta del relativo contratto, la puntuale specificazione della concreta esigenza che giustifica l'apposizione del termine. Per questo motivo Piazza Cavour ha dato torto a Poste Italiane nel ricorso presentato contro una dipendente assunta con contratto a tempo determinato per "esigenze tecniche, organizzative e produttive anche di carattere straordinario conseguenti a processi di riorganizzazione... congiuntamente alla necessità di espletamento del servizio in concomitanza di assenze per ferie contrattualmente dovute a tutto il personale nel periodo estivo". Il caso, citato dal sito web dello Studio Cataldi, riguarda una lavoratrice postale che chiedeva di dichiarare la nullità del termine apposto al contratto e la conseguente instaurazione di lavoro a tempo indeterminato. La domanda veniva accolta dal tribunale di primo grado che riteneva la causale indicata nel contratto generica, ravvisando una violazione della disciplina recata dal D.Lgs. n. 368 del 2001. Decisione che veniva confermata in appello. Le Poste proponevano ricorso per cassazione. La Cassazione ha rigettato il ricorso osservando che: "Il Dlgs 368/2001 persegue lo scopo di riposizionare l'equilibrio del sistema, nel contemperamento degli interessi economici e sociali in possibile contrasto nella materia del contratto a tempo determinato, tenendo peraltro fermo il principio, relativo alla centralità del contratto di lavoro a tempo indeterminato; da qui la non riconducibilità del contratto a termine a strumento comune di assunzione al lavoro, che si esprime nella legge nel richiedere, già in sede di formulazione in forma scritta del relativo contratto, la puntuale specificazione della concreta esigenza che giustifica l'apposizione del termine, riconducibile tra quelle riassunte nella formulazione della clausola generale enunciata al comma 1° del citato articolo di legge". In pratica, nel contratto a tempo determinato, le ragioni giustificatrici, devono essere sufficientemente particolareggiate, in maniera da rendere possibile la conoscenza dell'effettiva portata delle stesse e quindi il relativo controllo di effettività. Per quanto riguarda la conseguenza della dichiarazione di nullità del termine, la Corte ha precisato che "pur in assenza di una norma che sanzioni espressamente la mancanza di dette ragioni, in base ai principi generali in materia di nullità parziale del contratto e di eterointegrazione della disciplina contrattuale e comunitaria, all'illegittimità del termine e alla nullità della clausola di apposizione dello stesso consegue l'invalidità parziale relativa alla sola clausola e l'istaurarsi di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato".
COMUNICATO SINDACALE: RIFIUTO DELLO STRAORDINARIO DAL 3 OTTOBRE
Come sta andando Poste Italiane ? Ha una febbre da cavallo che salirà dal 3 Ottobre per il rifiuto del lavoro straordinario. Cosa nasconde il silenzio di Sarmi, l'A.D. che non ha convocato i sindacati per la tradizionale illustrazione della semestrale di giugno 2011.
Mentre due sigle sindacali in difficoltà annaspano difendendo un accordicchio che ha ingessato la trattativa del premio di risultato dei dipendenti per il 2011, il sindacato più responsabile prepara le armi per l'avvio del più massiccio sciopero del lavoro straordinario di questi ultimi anni.
MAI PIU STIPENDI BASSI ! QUESTA LA PAROLA D'ORDINE !
A partire da lunedì 3 ottobre Ugl comunicazioni, Slp Cisl, Uil poste, Confsal comunicazioni coprono il rifiuto degli straordinari di tutto il personale di Poste Italiane per protestare contro l'angheria aziendale che ha voluto falcidiare il saldo del premio di risultato 2010 e 2011, mentre ancora oggi non c'è certezza nè del pagamento di ottobre dell'anticipazione a tariffa scontata sulle cifre 2010, nè della nuova struttura, obiettivi, limitazioni, taglieggiamenti relativi all'inasprimento preannunciato sulle assenze per malattie, che incrementeranno la percentuale di diminuzione del p.d.r., sempre che venga trovato l'accordo definitivo.
NON RESTA CHE PROTESTARE ! NESSUNA PAURA DEI CONDIZIONAMENTI AZIENDALI PERCHE LO SCIOPERO DEL LAVORO STRAORDINARIO E' COPERTO DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEL SINDACATO.
Qualcuno pensa di potere essere oggetto di particolari attenzioni da parte dell'azienda in caso di rifiuto degli straordinari ? Falso ! Una task force sindacale vigilerà sul corretto comportamento dell'azienda, pronta a denunciare e fare perseguire ogni scorrettezza da parte dei "capi": basterà chiamare uno dei sindacati in lotta per essere ampiamente supportati su come comportarsi in ogni occasione.
Ma non basta !
DAL 3 OTTOBRE copriremo a tappeto tutte le strutture aziendali con assemblee nell'intero territorio nazionale ed in ogni settore e consegneremo un manuale: IL VADEMECUM SU COME DIFENDERSI DALLE PREPOTENZE DEL DATORE DI LAVORO ! E DA LUNEDI PUBBLICHEREMO IL VADEMECUM ON LINE IN QUESTO SITO !
Gli stipendi dei lavoratori postali sono fra i più bassi a parità di competenze professionali (lavoratori del trasporto, istituti di credito, bancari, ecc...), scontiamo l'inadeguatezza delle strategie aziendali e dei mezzi necessari mentre il Recapito, i Servizi postali, gli Uffici postali sono ogni giorno in grave stato di sofferenza.
A noi lavoratori sempre meno diritti: l'azienda blocca i trasferimenti, nasconde il mancato adeguamento del personale alle consistenze necessarie per fare fronte ai servizi, trasferisce e distacca senza motivo, ignora i diritti della L. 104, spartisce premi e bonus attuando discriminazioni che non ha mai chiarito al sindacato.
Il numero dei dipendenti di Poste Italiane è sceso dal 2009 (153.743 risorse) a 146.085 (sono venute a mancare 7.658 risorse) mentre Poste Italiane ha sempre incrementato i budget chiedendo maggiori risultati ai pochi rimasti negli uffici a combattere con le piattaforme SDP che funzionano a sìnghiozzo.
Mai più ragioni al sindacato GIALLO rinunciatario ed all'azienda padronale che vessano i lavoratori.
Mentre due sigle sindacali in difficoltà annaspano difendendo un accordicchio che ha ingessato la trattativa del premio di risultato dei dipendenti per il 2011, il sindacato più responsabile prepara le armi per l'avvio del più massiccio sciopero del lavoro straordinario di questi ultimi anni.
MAI PIU STIPENDI BASSI ! QUESTA LA PAROLA D'ORDINE !
A partire da lunedì 3 ottobre Ugl comunicazioni, Slp Cisl, Uil poste, Confsal comunicazioni coprono il rifiuto degli straordinari di tutto il personale di Poste Italiane per protestare contro l'angheria aziendale che ha voluto falcidiare il saldo del premio di risultato 2010 e 2011, mentre ancora oggi non c'è certezza nè del pagamento di ottobre dell'anticipazione a tariffa scontata sulle cifre 2010, nè della nuova struttura, obiettivi, limitazioni, taglieggiamenti relativi all'inasprimento preannunciato sulle assenze per malattie, che incrementeranno la percentuale di diminuzione del p.d.r., sempre che venga trovato l'accordo definitivo.
NON RESTA CHE PROTESTARE ! NESSUNA PAURA DEI CONDIZIONAMENTI AZIENDALI PERCHE LO SCIOPERO DEL LAVORO STRAORDINARIO E' COPERTO DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEL SINDACATO.
Qualcuno pensa di potere essere oggetto di particolari attenzioni da parte dell'azienda in caso di rifiuto degli straordinari ? Falso ! Una task force sindacale vigilerà sul corretto comportamento dell'azienda, pronta a denunciare e fare perseguire ogni scorrettezza da parte dei "capi": basterà chiamare uno dei sindacati in lotta per essere ampiamente supportati su come comportarsi in ogni occasione.
Ma non basta !
DAL 3 OTTOBRE copriremo a tappeto tutte le strutture aziendali con assemblee nell'intero territorio nazionale ed in ogni settore e consegneremo un manuale: IL VADEMECUM SU COME DIFENDERSI DALLE PREPOTENZE DEL DATORE DI LAVORO ! E DA LUNEDI PUBBLICHEREMO IL VADEMECUM ON LINE IN QUESTO SITO !
Gli stipendi dei lavoratori postali sono fra i più bassi a parità di competenze professionali (lavoratori del trasporto, istituti di credito, bancari, ecc...), scontiamo l'inadeguatezza delle strategie aziendali e dei mezzi necessari mentre il Recapito, i Servizi postali, gli Uffici postali sono ogni giorno in grave stato di sofferenza.
A noi lavoratori sempre meno diritti: l'azienda blocca i trasferimenti, nasconde il mancato adeguamento del personale alle consistenze necessarie per fare fronte ai servizi, trasferisce e distacca senza motivo, ignora i diritti della L. 104, spartisce premi e bonus attuando discriminazioni che non ha mai chiarito al sindacato.
Il numero dei dipendenti di Poste Italiane è sceso dal 2009 (153.743 risorse) a 146.085 (sono venute a mancare 7.658 risorse) mentre Poste Italiane ha sempre incrementato i budget chiedendo maggiori risultati ai pochi rimasti negli uffici a combattere con le piattaforme SDP che funzionano a sìnghiozzo.
Mai più ragioni al sindacato GIALLO rinunciatario ed all'azienda padronale che vessano i lavoratori.
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