Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-05417
presentata da
GUIDO MELIS
mercoledì 28 settembre 2011, seduta n.526
MELIS e PES. - Al Ministro dello sviluppo economico.- Per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa apparse il 25 settembre 2011 e relative ad una riunione convocata a Cagliari dalla direzione regionale di Poste italiane per discutere con le organizzazioni sindacali la riorganizzazione dei servizi in Sardegna, risulterebbe l'imminente chiusura in quella regione di 21 uffici postali. Cinque in provincia di Cagliari: Gesico, Gesturi, Gergei, Siddi e Turri. Uno in quella di Olbia-Tempio: Bortigiadas. Quattro nell'Oristanese: Magomadas, Siamaggiore, Palmas Arborea e Siapiccia. E ben 11 in provincia di Sassari: Anela, Bulzi, Campanedda, Cossoine, Erula, Giave, Mara, Padria, Putifigari, Tergu e Romana. Alcuni di questi, come Romana, sono uffici di una certa importanza con più di un impiegato e punti di riferimento di territori abbastanza vasti, con buona parte dell'utenza disseminata nelle campagne. Con questa decisione, presentata come riorganizzazione, le Poste italiane cancellano uno degli elementi fondamentali del servizio, visto che la capillarità degli uffici sul territorio è stata sempre un punto di forza della rete postale;
la popolazione dei comuni citati è in prevalenza costituita da anziani, con notevole numero di pensionati titolari di piccole pensioni di norma ritirate personalmente presso l'ufficio postale. Sicché è evidente il disagio che comporterebbe per questa utenza, di norma non motorizzata, doversi spostare in centri più grandi delle rispettive province, talvolta serviti da collegamenti di mezzi pubblici frammentari e comunque da un sistema stradale (per non parlare di quello ferroviario) certamente non comodo;
la chiusura degli uffici postali si inserisce in una politica di privazione di servizi e uffici pubblici che colpisce molte delle zone interne della Sardegna e costituisce fattore non secondario del loro crescente degrado;
infine le organizzazioni sindacali, conosciuto il piano di Poste italiane, hanno stabilito di opporvisi con adeguate iniziative, proclamando per primo uno sciopero per il prossimo 3 ottobre e l'astensione dalle prestazioni straordinarie e dai servizi non contemplati dal contratto dal 3 al 30 ottobre -:
se non ritenga il Ministro di dover assumere ogni iniziativa di competenza nei confronti di Poste italiane per la revoca del provvedimento o per lo meno per l'apertura di una fase di studio e discussione nella quale siano coinvolti, oltre ai sindacati, le rappresentanze istituzionali di quei comuni e province. (5-05417)
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