Di Roberta Castellarin
Nel discorso alla Camera in occasione della richiesta della fiducia il premier Enrico Letta ha annunciato l'intenzone di aprire il capitale di Poste e di altre aziende ai capitali privati, prevedendo anche la partecipazione dei lavoratori, sul modello tedesco. Abbattere il debito pubblico per ridurre l'inutile spesa per interessi è una priorità. E i proventi che deriveranno dal rientro dei capitali dall'estero serviranno a ridurre ulteriormente il cuneo fiscale.
"Studieremo con l'azienda e i sindacati l'apertura del capitale di Poste e di altre aziende e la partecipazione dei lavoratori all'azionariato, permettendo loro una rappresentanza negli organi societari. E' un'esperienza unica, un tentativo, ne parleremo insieme". Lo afferma il presidente del Consiglio alla Camera, spiegando che in questo modo si vuole seguire un modello tedesco già esistente e rafforzare i rapporti tra imprese e lavoratori.
l governo procederà con il piano di cessioni del patrimonio pubblico, ma non per "svendere e fare cassa", ha aggiunto il presidente del Consiglio: "Il primo blocco presentato vale tra i 10 e i 12 mld di euro, che andranno a riduzione del debito. Troppi errori sono stati fatti nel passato, nessuno si sogna di svendere per fare cassa, credo profondamente nel ruolo dello stato. Ma credo anche che lo stato per essere credibile e funzionante non possa fare di tutto. L'arrivo di capitali privati può essere il momento di svolta per iniettare risorse fresche, rilanciare la produzione e garantire lo sviluppo delle aziende coinvolte: il caso è quello di Fincantieri e di Sace".
Letta ha ricordato che "ridurre il debito pubblico non è importante solo perché ce lo chiede l'Europa, è importante perché un debito pubblico cosi' alto in rapporto al Pil ci costa troppo. Quest'anno spenderemo 90 miliardi di euro in interessi, soldi buttati, sono una decina di Leggi di Stabilità, immaginate cosa potremmo fare anche solo con un quarto di quei 90 miliardi".
Sul tema del cuneo fiscale il Premier ha detto: "Per la riduzione del costo del lavoro abbiamo cominciato con la legge di stabilità e qui alla Camera abbiamo deciso l'automatismo per cui i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall'estero vanno nella riduzione del costo del lavoro e lo inseriremo nel ddl dopo il confronto con le parti sociali".
Letta propone "quattro obiettivi" per il 2014 all'Aula della Camera. In primis la riduzione del numero dei parlamentari, poi l'abolizione delle province, "occorre procedere subito", inoltre "la fine del bicameralismo perfetto", con "un'unica Camera che dia la fiducia e l'altra che sia espressione di autonomia", infine "una riforma del Titolo V che metta ordine tra centro e poteri decentrati". "Chi proverà a far saltare il banco ne rispondera' davanti ai cittadini", dice il premier.
Letta ha anche annunciato che venerdì nel piano destinazione Italia che avrà il via libera del Consiglio dei ministri "interverremo sul costo dell'energia" con "una riduzione di 600 milioni sulle bollette", una riduzione "che si somma a quella già prevista dal decreto Fare".
"Studieremo con l'azienda e i sindacati l'apertura del capitale di Poste e di altre aziende e la partecipazione dei lavoratori all'azionariato, permettendo loro una rappresentanza negli organi societari. E' un'esperienza unica, un tentativo, ne parleremo insieme". Lo afferma il presidente del Consiglio alla Camera, spiegando che in questo modo si vuole seguire un modello tedesco già esistente e rafforzare i rapporti tra imprese e lavoratori.
l governo procederà con il piano di cessioni del patrimonio pubblico, ma non per "svendere e fare cassa", ha aggiunto il presidente del Consiglio: "Il primo blocco presentato vale tra i 10 e i 12 mld di euro, che andranno a riduzione del debito. Troppi errori sono stati fatti nel passato, nessuno si sogna di svendere per fare cassa, credo profondamente nel ruolo dello stato. Ma credo anche che lo stato per essere credibile e funzionante non possa fare di tutto. L'arrivo di capitali privati può essere il momento di svolta per iniettare risorse fresche, rilanciare la produzione e garantire lo sviluppo delle aziende coinvolte: il caso è quello di Fincantieri e di Sace".
Letta ha ricordato che "ridurre il debito pubblico non è importante solo perché ce lo chiede l'Europa, è importante perché un debito pubblico cosi' alto in rapporto al Pil ci costa troppo. Quest'anno spenderemo 90 miliardi di euro in interessi, soldi buttati, sono una decina di Leggi di Stabilità, immaginate cosa potremmo fare anche solo con un quarto di quei 90 miliardi".
Sul tema del cuneo fiscale il Premier ha detto: "Per la riduzione del costo del lavoro abbiamo cominciato con la legge di stabilità e qui alla Camera abbiamo deciso l'automatismo per cui i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall'estero vanno nella riduzione del costo del lavoro e lo inseriremo nel ddl dopo il confronto con le parti sociali".
Letta propone "quattro obiettivi" per il 2014 all'Aula della Camera. In primis la riduzione del numero dei parlamentari, poi l'abolizione delle province, "occorre procedere subito", inoltre "la fine del bicameralismo perfetto", con "un'unica Camera che dia la fiducia e l'altra che sia espressione di autonomia", infine "una riforma del Titolo V che metta ordine tra centro e poteri decentrati". "Chi proverà a far saltare il banco ne rispondera' davanti ai cittadini", dice il premier.
Letta ha anche annunciato che venerdì nel piano destinazione Italia che avrà il via libera del Consiglio dei ministri "interverremo sul costo dell'energia" con "una riduzione di 600 milioni sulle bollette", una riduzione "che si somma a quella già prevista dal decreto Fare".
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