Antonio Catricalà |
ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01508
Dati
di presentazione dell'atto
Legislatura : 17
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Seduta di annuncio : 62 del 31/07/2013
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EX
:
Precedente numero assegnato 5/00191
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Firmatari:
Primo firmatario: VELO SILVIA
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Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
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Data firma: 31/07/2013
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Cofirmatario
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Gruppo
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Data
firma
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BINI CATERINA
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PARTITO DEMOCRATICO
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31/07/2013
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Destinatari:
Ministero destinatario :
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MINISTERO DELLO SVILUPPO
ECONOMICO
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Attuale delegato a rispondere e data
delega :
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MINISTERO DELLO SVILUPPO
ECONOMICO 31/07/2013
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Partecipanti
allo svolgimento/discussione :
RISPOSTA GOVERNO
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02/12/2013
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CATRICALA' ANTONIO
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VICE MINISTRO SVILUPPO ECONOMICO
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Fasi
iter :
RISPOSTA
PUBBLICATA IL 02/12/2013
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CONCLUSO IL
02/12/2013
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Classificazione
EUROVOC
SIGLA O DENOMINAZIONE:
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POSTE ITALIANE
SPA
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EUROVOC:
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SERVIZIO
POSTALE
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TESTO ATTO
Atto
Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-01508
Interrogazione a risposta scritta 4-01508
presentato da
VELO
Silvia
testo di
Mercoledì
31 luglio 2013, seduta n. 62
VELO e BINI. — Al
Ministro dello sviluppo economico. —
Per sapere – premesso che:
il tema di un puntuale ed efficiente servizio postale universale deve tornare a rivestire centralità nella programmazione di un moderno sistema di servizi ai cittadini e alle imprese, quale contributo per il rilancio dell'economia e per il miglioramento della qualità della vita. Tali obiettivi, in un quadro di economicità della gestione, dovrebbero costituire la «mission» della società Poste italiane, soggetto economico interamente controllato dallo Stato;
non tutte le scelte compiute dalla società Poste italiane nel corso degli ultimi anni sembrano corrispondere con tale impostazione e meritano un'attenta verifica circa le conseguenze che ne discendono dal punto di vista della qualità del servizio, dell'economicità, della razionalità gestionale e delle ricadute occupazionali, basti pensare al piano di riordino del servizio di recapito dell'aprile 2012;
anche le modalità con le quali sono stati gestiti negli ultimi anni i rapporti con le Agenzie di recapito, imprese private operanti nel settore della distribuzione, del recapito e dei servizi postali, destano più di qualche perplessità e interrogativo;
queste imprese, fino al 1999, operavano sulla base di concessioni rilasciate dal Ministero delle poste, e a fronte del versamento del 30 per cento del corrispettivo del servizio, erano autorizzate al recapito di tutti i prodotti postali;
l'articolo 40 della legge 23 dicembre 1998, n. 448 (provvedimento collegato alla legge finanziaria 1999), ha delegato il Governo ad adottare un apposito regolamento (cosiddetto di delegificazione) di modifica del codice postale, volto ad assicurare la prestazione di un servizio postale universale con prezzi accessibili a tutti gli utenti, la determinazione dei servizi oggetto di riserva e la revoca delle concessioni di servizi postali previste dall'articolo 29 del codice postale, nonché a prevedere l'introduzione degli istituti dell'autorizzazione generale e della licenza individuale per l'espletamento dei servizi non riservati;
con il decreto legislativo 22 luglio 1999, di recepimento della direttiva 97/67/CE, sono state pertanto revocate tali concessioni; le Agenzie di recapito sono state autorizzate al servizio di recapito delle raccomandate;
l'articolo 23 del citato decreto, stabiliva che, in relazione a quanto disposto dal decreto del Ministro delle comunicazioni del 5 agosto 1997, le concessioni di cui all'articolo 29, numero 1, del codice postale e delle telecomunicazioni, decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 1973, fossero valide sino al 31 dicembre 2000; al comma 5 del medesimo articolo 23, veniva altresì previsto che le Poste italiane potessero realizzare accordi con gli operatori privati, anche dopo la scadenza delle concessioni, al fine di ottimizzare i servizi, favorendo il miglioramento della qualità dei servizi stessi anche attraverso l'utilizzazione delle professionalità già esistenti;
con «Memorandum» sottoscritto l'11 dicembre 2007 presso il Ministero delle comunicazioni, tra il Ministro competente, le agenzie di recapito e le Poste italiane, sono state delineate le fasi essenziali del processo di liberalizzazione del settore;
l'anno successivo le Poste italiane, con appositi bandi di gara, hanno disposto l'assegnazione di una variegata tipologia di servizi oltre alle raccomandate, in linea con la prevista ristrutturazione del sistema postale;
numerosi ex concessionari sono stati esclusi da tali gare a vantaggio di nuovi soggetti; nel complesso, si è ridotto sensibilmente il numero degli operatori partner di Poste italiane così come – anche a seguito di internalizzazioni del servizio, conseguenti a situazioni di vario genere (è il caso di alcuni grandi capoluoghi) – si è ridotto il novero delle città in cui essi operano;
allo stato attuale le agenzie di recapito – escluse dal mercato dei servizi postali nel 1999 – risultano affidatarie di servizi diversi di Poste italiane quali il recapito di prodotti a firma, nonché la consegna dei pacchi;
in circa dieci anni il valore degli appalti affidati da Poste italiane, in controtendenza con l'auspicato processo di liberalizzazione del servizio, si è segnatamente ristretto: da un valore di circa 70 milioni di euro all'anno nel 2000, a 58 milioni nel 2008, a meno di 40 milioni nel 2011; le gare bandite di recente da Poste italiane prevedono l'affidamento di servizi per un valore non superiore a 28 milioni di euro, con ricadute significative sulle imprese, anche in termini di occupazione;
le agenzie di recapito hanno fatto fronte alla contrazione del mercato dei servizi postali con grande impegno e flessibilità, evitando tensioni occupazionali, anche grazie alla fattiva collaborazione con le organizzazioni sindacali. Nonostante ciò, non si può non registrare che, a tutt'oggi, diverse centinaia di lavoratori hanno perso il lavoro e attendono, anche da anni, l'apertura di una vera e propria trattativa nazionale che veda il coinvolgimento delle autorità competenti;
gli operatori privati, circa 70 fino al 2000, si sono moltiplicati a dismisura; si calcola che oggi le imprese titolari di licenza siano oltre 2.500; l'autorizzazione all'esercizio del servizio viene concessa a fronte di un versamento poco più che simbolico, senza alcun controllo dei requisiti di solidità, tecnico-organizzativi, imprenditoriali delle imprese e degli addetti al servizio in un settore molto delicato che prevede anche il contatto con il pubblico, la sicurezza e la riservatezza della corrispondenza e degli utenti del servizio;
allo stato attuale, risulta che sul territorio nazionale, operano numerose aziende in regime di subappalto che non applicano il CCNL di settore –:
quali iniziative intenda assumere al fine di verificare la coerenza delle strategie e delle scelte organizzative adottate negli ultimi tempi dalla società Poste italiane con gli indirizzi e con le finalità del servizio pubblico universale, con particolare riguardo alla gestione dei rapporti con gli operatori privati al fine di garantire elevati e omogenei standard qualitativi su tutto il territorio nazionale, procedure di selezione degli affidatari dei servizi che non penalizzino le piccole imprese e che prevedano l'applicazione e il rispetto del contratto nazionale di lavoro di settore, nonché la tutela dei livelli occupazionali;
se non ritenga di dover attivare un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti cointeressati, allo scopo di concordare e di avviare nell'immediato un piano per lo sviluppo del settore postale, prevedendo iniziative specifiche per le piccole imprese del recapito e per i lavoratori del settore.
(4-01508)
il tema di un puntuale ed efficiente servizio postale universale deve tornare a rivestire centralità nella programmazione di un moderno sistema di servizi ai cittadini e alle imprese, quale contributo per il rilancio dell'economia e per il miglioramento della qualità della vita. Tali obiettivi, in un quadro di economicità della gestione, dovrebbero costituire la «mission» della società Poste italiane, soggetto economico interamente controllato dallo Stato;
non tutte le scelte compiute dalla società Poste italiane nel corso degli ultimi anni sembrano corrispondere con tale impostazione e meritano un'attenta verifica circa le conseguenze che ne discendono dal punto di vista della qualità del servizio, dell'economicità, della razionalità gestionale e delle ricadute occupazionali, basti pensare al piano di riordino del servizio di recapito dell'aprile 2012;
anche le modalità con le quali sono stati gestiti negli ultimi anni i rapporti con le Agenzie di recapito, imprese private operanti nel settore della distribuzione, del recapito e dei servizi postali, destano più di qualche perplessità e interrogativo;
queste imprese, fino al 1999, operavano sulla base di concessioni rilasciate dal Ministero delle poste, e a fronte del versamento del 30 per cento del corrispettivo del servizio, erano autorizzate al recapito di tutti i prodotti postali;
l'articolo 40 della legge 23 dicembre 1998, n. 448 (provvedimento collegato alla legge finanziaria 1999), ha delegato il Governo ad adottare un apposito regolamento (cosiddetto di delegificazione) di modifica del codice postale, volto ad assicurare la prestazione di un servizio postale universale con prezzi accessibili a tutti gli utenti, la determinazione dei servizi oggetto di riserva e la revoca delle concessioni di servizi postali previste dall'articolo 29 del codice postale, nonché a prevedere l'introduzione degli istituti dell'autorizzazione generale e della licenza individuale per l'espletamento dei servizi non riservati;
con il decreto legislativo 22 luglio 1999, di recepimento della direttiva 97/67/CE, sono state pertanto revocate tali concessioni; le Agenzie di recapito sono state autorizzate al servizio di recapito delle raccomandate;
l'articolo 23 del citato decreto, stabiliva che, in relazione a quanto disposto dal decreto del Ministro delle comunicazioni del 5 agosto 1997, le concessioni di cui all'articolo 29, numero 1, del codice postale e delle telecomunicazioni, decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 1973, fossero valide sino al 31 dicembre 2000; al comma 5 del medesimo articolo 23, veniva altresì previsto che le Poste italiane potessero realizzare accordi con gli operatori privati, anche dopo la scadenza delle concessioni, al fine di ottimizzare i servizi, favorendo il miglioramento della qualità dei servizi stessi anche attraverso l'utilizzazione delle professionalità già esistenti;
con «Memorandum» sottoscritto l'11 dicembre 2007 presso il Ministero delle comunicazioni, tra il Ministro competente, le agenzie di recapito e le Poste italiane, sono state delineate le fasi essenziali del processo di liberalizzazione del settore;
l'anno successivo le Poste italiane, con appositi bandi di gara, hanno disposto l'assegnazione di una variegata tipologia di servizi oltre alle raccomandate, in linea con la prevista ristrutturazione del sistema postale;
numerosi ex concessionari sono stati esclusi da tali gare a vantaggio di nuovi soggetti; nel complesso, si è ridotto sensibilmente il numero degli operatori partner di Poste italiane così come – anche a seguito di internalizzazioni del servizio, conseguenti a situazioni di vario genere (è il caso di alcuni grandi capoluoghi) – si è ridotto il novero delle città in cui essi operano;
allo stato attuale le agenzie di recapito – escluse dal mercato dei servizi postali nel 1999 – risultano affidatarie di servizi diversi di Poste italiane quali il recapito di prodotti a firma, nonché la consegna dei pacchi;
in circa dieci anni il valore degli appalti affidati da Poste italiane, in controtendenza con l'auspicato processo di liberalizzazione del servizio, si è segnatamente ristretto: da un valore di circa 70 milioni di euro all'anno nel 2000, a 58 milioni nel 2008, a meno di 40 milioni nel 2011; le gare bandite di recente da Poste italiane prevedono l'affidamento di servizi per un valore non superiore a 28 milioni di euro, con ricadute significative sulle imprese, anche in termini di occupazione;
le agenzie di recapito hanno fatto fronte alla contrazione del mercato dei servizi postali con grande impegno e flessibilità, evitando tensioni occupazionali, anche grazie alla fattiva collaborazione con le organizzazioni sindacali. Nonostante ciò, non si può non registrare che, a tutt'oggi, diverse centinaia di lavoratori hanno perso il lavoro e attendono, anche da anni, l'apertura di una vera e propria trattativa nazionale che veda il coinvolgimento delle autorità competenti;
gli operatori privati, circa 70 fino al 2000, si sono moltiplicati a dismisura; si calcola che oggi le imprese titolari di licenza siano oltre 2.500; l'autorizzazione all'esercizio del servizio viene concessa a fronte di un versamento poco più che simbolico, senza alcun controllo dei requisiti di solidità, tecnico-organizzativi, imprenditoriali delle imprese e degli addetti al servizio in un settore molto delicato che prevede anche il contatto con il pubblico, la sicurezza e la riservatezza della corrispondenza e degli utenti del servizio;
allo stato attuale, risulta che sul territorio nazionale, operano numerose aziende in regime di subappalto che non applicano il CCNL di settore –:
quali iniziative intenda assumere al fine di verificare la coerenza delle strategie e delle scelte organizzative adottate negli ultimi tempi dalla società Poste italiane con gli indirizzi e con le finalità del servizio pubblico universale, con particolare riguardo alla gestione dei rapporti con gli operatori privati al fine di garantire elevati e omogenei standard qualitativi su tutto il territorio nazionale, procedure di selezione degli affidatari dei servizi che non penalizzino le piccole imprese e che prevedano l'applicazione e il rispetto del contratto nazionale di lavoro di settore, nonché la tutela dei livelli occupazionali;
se non ritenga di dover attivare un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti cointeressati, allo scopo di concordare e di avviare nell'immediato un piano per lo sviluppo del settore postale, prevedendo iniziative specifiche per le piccole imprese del recapito e per i lavoratori del settore.
(4-01508)
RISPOSTA ATTO
Atto
Camera
Risposta scritta pubblicata Lunedì 2 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 129
4-01508
presentata da
VELO Silvia
Risposta scritta pubblicata Lunedì 2 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 129
4-01508
presentata da
VELO Silvia
Risposta. — L'interrogazione in esame
attiene alle problematiche relative agli appalti affidati da Poste italiane Spa
ad agenzie di recapito in materia di servizi postali.
Al riguardo si osserva che, il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato nel tempo da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto regolatorio, il grado di concorrenzialità dei mercati e la marcata evoluzione dell'esigenze della clientela verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
Poste italiane spa riferisce, in tal senso, che, nel quadro normativo di riferimento, l'elemento essenziale è rappresentato dalla direttiva postale 2008/6/CE, recepita con decreto legislativo 31 marzo 2011 n. 58, che elimina l'esclusività del servizio postale prima assegnata a Poste italiane (con la sola eccezione degli atti giudiziari) e che completa il processo di progressiva liberalizzazione del mercato, già avviato con le direttive 97/67/CE e 2002/39/CE, rispettivamente recepite nell'ordinamento nazionale con i decreti legislativi 22 luglio 1999, n. 261 e 23 dicembre 2003, n. 384.
Corre l'obbligo di evidenziare, altresì, il mutato contesto normativo introdotto dall'articolo 21, comma 13, del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201, convertito con modificazione dalla legge 22 dicembre 2011 n. 214, che ha previsto l'attribuzione delle funzioni di regolamentazione e vigilanza nel settore postale all'autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Entrando nello specifico dell'atto in esame, ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo n. 261 del 1999, in attesa della completa liberalizzazione del mercato, sono stati stipulati accordi di collaborazione tra Poste italiane e le agenzie di recapito ex concessionarie, allora operanti sul mercato. I citati accordi, relativi agli anni 2000 e 2001, prevedevano la concessione, da parte di Poste italiane, di servizi specifici riguardanti la posta registrata, con scadenze successivamente unificate al 31 dicembre 2006.
Nell'ottica di un innalzamento degli standardqualitativi del servizio postale e di una evoluzione futura dei rapporti con le agenzie, nell'anno 2004, Poste italiane ha affidato, su richiesta di queste ultime ed inizialmente a titolo sperimentale, anche nuove attività aggiuntive attraverso accordi integrativi.
La prosecuzione dei rapporti è risultata, tuttavia, condizionata dalla capacità delle agenzie di adeguarsi ad un nuovo profilo d'impresa, stante il processo di liberalizzazione in atto, al rispetto degli standard di servizio in rapporto all'evoluzione del mercato.
Poste italiane ha realizzato, pertanto, un albo fornitori qualificati, con requisiti di selezione coerenti con il profilo d'impresa richiamato dagli accordi integrativi e redatto con tempistiche che consentissero alle agenzie di adeguarsi ai requisiti fissati. In particolare, al fine di agevolare l'iscrizione a tale albo anche delle imprese piccole e piccolissime, sono stati fissati dei requisiti minimi di carattere tecnico/economico, consentendo la possibilità di pervenire al possesso di tali requisiti anche tramite la costituzione di consorzi stabili.
Nel giugno del 2007 si è svolta, pertanto, la prima procedura di gara (gara 1) alla quale ha partecipato un numero esiguo di agenzie di recapito, rispetto al totale delle agenzie invitate.
Successivamente, a seguito dell'istituzione di un tavolo tecnico tra il Ministero delle comunicazioni, Poste italiane s.p.a. e le agenzie di recapito, nel dicembre 2007, tramite un «Memorandum», si è individuato un percorso finalizzato al raggiungimento condiviso della data di liberalizzazione del mercato. È stato inoltre stabilito che Poste italiane procedesse, sino al 31 marzo 2008, alla proroga dell'affidamento delle attività in oggetto per volumi proporzionali a quelli affidati nel corrispondente periodo del 2007.
In seguito, è stata pubblicata anche la nuova procedura di gara del 2008 («Gara 2»), recependo i contenuti degli impegni assunti nel citato «Memorandum». Oltre alle attività che già hanno formato oggetto della precedente gara, sono state aggiunte nuove attività e ridefinite quelle preesistenti.
Poste italiane ha sottolineato che, a tutela degli aspetti occupazionali, in tutti i contratti derivanti dalle procedure di gara del comparto «Recapito», è stata inserita la previsione dell'obbligo dell'assunzione, a carico dell'aggiudicatario, delle maestranze precedentemente coinvolte nell'appalto, secondo quanto previsto dall'articolo 7 del Ccnl per il personale dipendente da imprese esercenti servizi postali in appalto. È stato, altresì, previsto il divieto di subappalto al fine di evitare che le attività di servizio postale potessero essere svolte da operatori non in possesso di adeguati requisiti.
Nel corso dell'anno 2009, la società ha deciso di indire una nuova procedura di gara (gara 3), al fine di affidare in outsourcing alcuni contratti oggetto di risoluzione per gravi inadempienze dei rispettivi aggiudicatari.
A seguito dell'espletamento delle 3 differenti procedure di gara, bandite negli anni 2007, 2008 e 2009, si è giunti, nell'anno 2011, alla scadenza degli accordi quadro pluriennali aggiudicati, per i quali Poste aveva facoltà di rinnovo per ulteriori 12 mesi.
Nell'esercizio di detta facoltà, per tale motivo, nell'anno 2012, sono risultati vigenti 34 contratti con 27 fornitori. Detti contratti sono risultati tutti avere scadenza tra giugno e settembre 2012.
Al fine di garantire la continuità del servizio, Poste italiane ha quindi avviato, nel mese di aprile 2012, una nuova procedura di gara (gara 4).
L'Azienda ha ribadito che il ricorso all'albo dei fornitori, al quale hanno accesso solo le imprese che possiedono determinati requisiti amministrativi, economici e tecnico-organizzativi, costituisce una garanzia per il soddisfacimento delle proprie esigenze di mercato, permettendo, al contempo, di garantire i necessari livelli di servizio alla clientela.
Con riferimento al valore degli appalti affidati da Poste italiane, la stessa società ha evidenziato che gli importi di gara sono diminuiti, dal 2007 al 2012 e rispetto alle gare precedenti, a causa del notevole decremento dei volumi complessivi di corrispondenza, con una flessione pari al 36 per cento e con conseguenti impatti anche sull'utilizzo della stessa manodopera di Poste italiane spa. Pertanto, ad avviso dell'azienda, si ribadisce che la riduzione negli anni degli importi esternalizzati è dovuta anche a varie risoluzioni contrattuali, necessarie a seguito di gravi inadempienze, con inevitabili ricadute occupazionali, peraltro non dell'entità rappresentata nell'atto in esame.
Poste italiane ha precisato anche che il numero di risorse totali, censito prima della gara 4, ammontava a 1.166 unità: di queste, n. 678 sono state impiegate nei nuovi lotti contrattualizzati con la Gara 4, mentre n. 56 risorse sono state impiegate nei lotti attualmente prorogati, per un totale di n. 734 unità attualmente occupate.
Sul piano delle relazioni sindacali, l'azienda ha comunicato di aver sottoscritto, in data 28 febbraio 2013, l'accordo di riorganizzazione del settore dei servizi postali che ha introdotto un nuovo modello organizzativo volto a razionalizzare e rendere maggiormente efficienti i servizi erogati. Poste italiane ha confermato, comunque, la propria disponibilità, nella consapevolezza delle difficoltà occupazionali del settore, ad avviare un confronto con le organizzazioni sindacali, finalizzato ad individuare una soluzione compatibile con le esigenze organizzative e produttive.
Il mese di luglio 2013, infatti, si sono tenute delle riunioni nell'ambito delle quali la società ha comunicato di aver proposto un percorso per i lavoratori coinvolti nella riorganizzazione, prevedendo, per lo svolgimento di attività di recapito nelle regioni del Piemonte, Lombardia e Veneto, l'assunzione dei lavoratori con contratto a tempo determinato per un periodo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 4 mesi per quelli provenienti da regioni diverse.
L'azienda ha evidenziato, altresì, che le aree territoriali individuate rappresentano le sedi nelle quali risulterebbe più proficuo l'utilizzo di tali risorse, non solo per un prevedibile sviluppo delle attività, ma anche, in applicazione dell'intesa nazionale del 22 maggio 2013, al fine di favorire eventuali processi di mobilità territoriale volontaria delle proprie maestranze, dalle regioni settentrionali a quelle meridionali. L'azienda ha formalizzato tale proposta alle organizzazioni sindacali nel corso dell'incontro che si è svolto in data 31 luglio 2013, anche mediante la consegna di una bozza di verbale di accordo. Tuttavia la soluzione prospettata, non ha trovato il pieno consenso di alcune organizzazioni sindacali e ciò ha impedito la definizione di un'intesa anche con le altre organizzazioni. In particolare, la Slc-Cgil ha ritenuto non accettabile la proposta, e ha chiesto alla società di prevedere assunzioni in ognuna delle regioni nelle quali operavano precedentemente i lavoratori dipendenti delle agenzie di recapito.
Poste italiane, nel prendere atto dell'impossibilità di giungere, in questa fase, alla sottoscrizione di un accordo in materia, ha sottolineato che la propria ipotesi di inserimento occupazionale, rappresenti, in ogni caso, un forte segnale di attenzione alle problematiche occupazionali, nel tentativo di coniugare le esigenze aziendali con quelle sociali.
Il Ministero dello sviluppo economico, tenendo conto della completa liberalizzazione del mercato postale e della piena autonomia organizzativa e gestionale del fornitore del servizio universale, si rende disponibile ad avviare un tavolo di incontro con le parti, al fine di individuare soluzioni tese allo sviluppo del mercato postale e prevedere azioni dirette a tutelare le piccole imprese del recapito ed i lavoratori del settore.
Da ultimo si rappresenta che l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha assicurato, per quanto di propria competenza, che, nell'istruttoria sui regolamenti per il rilascio di licenze e autorizzazioni, provvederà a valutare attentamente l'opportunità, anche alla luce dei principi della liberalizzazione del mercato, di subordinare l'abilitazione all'esercizio dei servizi postali al possesso di comprovati requisiti che assicurino la solidità, sotto il profilo tecnico ed organizzativo, delle imprese abilitate.
Il Viceministro dello sviluppo economico: Antonio Catricalà.
Al riguardo si osserva che, il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato nel tempo da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto regolatorio, il grado di concorrenzialità dei mercati e la marcata evoluzione dell'esigenze della clientela verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
Poste italiane spa riferisce, in tal senso, che, nel quadro normativo di riferimento, l'elemento essenziale è rappresentato dalla direttiva postale 2008/6/CE, recepita con decreto legislativo 31 marzo 2011 n. 58, che elimina l'esclusività del servizio postale prima assegnata a Poste italiane (con la sola eccezione degli atti giudiziari) e che completa il processo di progressiva liberalizzazione del mercato, già avviato con le direttive 97/67/CE e 2002/39/CE, rispettivamente recepite nell'ordinamento nazionale con i decreti legislativi 22 luglio 1999, n. 261 e 23 dicembre 2003, n. 384.
Corre l'obbligo di evidenziare, altresì, il mutato contesto normativo introdotto dall'articolo 21, comma 13, del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201, convertito con modificazione dalla legge 22 dicembre 2011 n. 214, che ha previsto l'attribuzione delle funzioni di regolamentazione e vigilanza nel settore postale all'autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Entrando nello specifico dell'atto in esame, ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo n. 261 del 1999, in attesa della completa liberalizzazione del mercato, sono stati stipulati accordi di collaborazione tra Poste italiane e le agenzie di recapito ex concessionarie, allora operanti sul mercato. I citati accordi, relativi agli anni 2000 e 2001, prevedevano la concessione, da parte di Poste italiane, di servizi specifici riguardanti la posta registrata, con scadenze successivamente unificate al 31 dicembre 2006.
Nell'ottica di un innalzamento degli standardqualitativi del servizio postale e di una evoluzione futura dei rapporti con le agenzie, nell'anno 2004, Poste italiane ha affidato, su richiesta di queste ultime ed inizialmente a titolo sperimentale, anche nuove attività aggiuntive attraverso accordi integrativi.
La prosecuzione dei rapporti è risultata, tuttavia, condizionata dalla capacità delle agenzie di adeguarsi ad un nuovo profilo d'impresa, stante il processo di liberalizzazione in atto, al rispetto degli standard di servizio in rapporto all'evoluzione del mercato.
Poste italiane ha realizzato, pertanto, un albo fornitori qualificati, con requisiti di selezione coerenti con il profilo d'impresa richiamato dagli accordi integrativi e redatto con tempistiche che consentissero alle agenzie di adeguarsi ai requisiti fissati. In particolare, al fine di agevolare l'iscrizione a tale albo anche delle imprese piccole e piccolissime, sono stati fissati dei requisiti minimi di carattere tecnico/economico, consentendo la possibilità di pervenire al possesso di tali requisiti anche tramite la costituzione di consorzi stabili.
Nel giugno del 2007 si è svolta, pertanto, la prima procedura di gara (gara 1) alla quale ha partecipato un numero esiguo di agenzie di recapito, rispetto al totale delle agenzie invitate.
Successivamente, a seguito dell'istituzione di un tavolo tecnico tra il Ministero delle comunicazioni, Poste italiane s.p.a. e le agenzie di recapito, nel dicembre 2007, tramite un «Memorandum», si è individuato un percorso finalizzato al raggiungimento condiviso della data di liberalizzazione del mercato. È stato inoltre stabilito che Poste italiane procedesse, sino al 31 marzo 2008, alla proroga dell'affidamento delle attività in oggetto per volumi proporzionali a quelli affidati nel corrispondente periodo del 2007.
In seguito, è stata pubblicata anche la nuova procedura di gara del 2008 («Gara 2»), recependo i contenuti degli impegni assunti nel citato «Memorandum». Oltre alle attività che già hanno formato oggetto della precedente gara, sono state aggiunte nuove attività e ridefinite quelle preesistenti.
Poste italiane ha sottolineato che, a tutela degli aspetti occupazionali, in tutti i contratti derivanti dalle procedure di gara del comparto «Recapito», è stata inserita la previsione dell'obbligo dell'assunzione, a carico dell'aggiudicatario, delle maestranze precedentemente coinvolte nell'appalto, secondo quanto previsto dall'articolo 7 del Ccnl per il personale dipendente da imprese esercenti servizi postali in appalto. È stato, altresì, previsto il divieto di subappalto al fine di evitare che le attività di servizio postale potessero essere svolte da operatori non in possesso di adeguati requisiti.
Nel corso dell'anno 2009, la società ha deciso di indire una nuova procedura di gara (gara 3), al fine di affidare in outsourcing alcuni contratti oggetto di risoluzione per gravi inadempienze dei rispettivi aggiudicatari.
A seguito dell'espletamento delle 3 differenti procedure di gara, bandite negli anni 2007, 2008 e 2009, si è giunti, nell'anno 2011, alla scadenza degli accordi quadro pluriennali aggiudicati, per i quali Poste aveva facoltà di rinnovo per ulteriori 12 mesi.
Nell'esercizio di detta facoltà, per tale motivo, nell'anno 2012, sono risultati vigenti 34 contratti con 27 fornitori. Detti contratti sono risultati tutti avere scadenza tra giugno e settembre 2012.
Al fine di garantire la continuità del servizio, Poste italiane ha quindi avviato, nel mese di aprile 2012, una nuova procedura di gara (gara 4).
L'Azienda ha ribadito che il ricorso all'albo dei fornitori, al quale hanno accesso solo le imprese che possiedono determinati requisiti amministrativi, economici e tecnico-organizzativi, costituisce una garanzia per il soddisfacimento delle proprie esigenze di mercato, permettendo, al contempo, di garantire i necessari livelli di servizio alla clientela.
Con riferimento al valore degli appalti affidati da Poste italiane, la stessa società ha evidenziato che gli importi di gara sono diminuiti, dal 2007 al 2012 e rispetto alle gare precedenti, a causa del notevole decremento dei volumi complessivi di corrispondenza, con una flessione pari al 36 per cento e con conseguenti impatti anche sull'utilizzo della stessa manodopera di Poste italiane spa. Pertanto, ad avviso dell'azienda, si ribadisce che la riduzione negli anni degli importi esternalizzati è dovuta anche a varie risoluzioni contrattuali, necessarie a seguito di gravi inadempienze, con inevitabili ricadute occupazionali, peraltro non dell'entità rappresentata nell'atto in esame.
Poste italiane ha precisato anche che il numero di risorse totali, censito prima della gara 4, ammontava a 1.166 unità: di queste, n. 678 sono state impiegate nei nuovi lotti contrattualizzati con la Gara 4, mentre n. 56 risorse sono state impiegate nei lotti attualmente prorogati, per un totale di n. 734 unità attualmente occupate.
Sul piano delle relazioni sindacali, l'azienda ha comunicato di aver sottoscritto, in data 28 febbraio 2013, l'accordo di riorganizzazione del settore dei servizi postali che ha introdotto un nuovo modello organizzativo volto a razionalizzare e rendere maggiormente efficienti i servizi erogati. Poste italiane ha confermato, comunque, la propria disponibilità, nella consapevolezza delle difficoltà occupazionali del settore, ad avviare un confronto con le organizzazioni sindacali, finalizzato ad individuare una soluzione compatibile con le esigenze organizzative e produttive.
Il mese di luglio 2013, infatti, si sono tenute delle riunioni nell'ambito delle quali la società ha comunicato di aver proposto un percorso per i lavoratori coinvolti nella riorganizzazione, prevedendo, per lo svolgimento di attività di recapito nelle regioni del Piemonte, Lombardia e Veneto, l'assunzione dei lavoratori con contratto a tempo determinato per un periodo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 4 mesi per quelli provenienti da regioni diverse.
L'azienda ha evidenziato, altresì, che le aree territoriali individuate rappresentano le sedi nelle quali risulterebbe più proficuo l'utilizzo di tali risorse, non solo per un prevedibile sviluppo delle attività, ma anche, in applicazione dell'intesa nazionale del 22 maggio 2013, al fine di favorire eventuali processi di mobilità territoriale volontaria delle proprie maestranze, dalle regioni settentrionali a quelle meridionali. L'azienda ha formalizzato tale proposta alle organizzazioni sindacali nel corso dell'incontro che si è svolto in data 31 luglio 2013, anche mediante la consegna di una bozza di verbale di accordo. Tuttavia la soluzione prospettata, non ha trovato il pieno consenso di alcune organizzazioni sindacali e ciò ha impedito la definizione di un'intesa anche con le altre organizzazioni. In particolare, la Slc-Cgil ha ritenuto non accettabile la proposta, e ha chiesto alla società di prevedere assunzioni in ognuna delle regioni nelle quali operavano precedentemente i lavoratori dipendenti delle agenzie di recapito.
Poste italiane, nel prendere atto dell'impossibilità di giungere, in questa fase, alla sottoscrizione di un accordo in materia, ha sottolineato che la propria ipotesi di inserimento occupazionale, rappresenti, in ogni caso, un forte segnale di attenzione alle problematiche occupazionali, nel tentativo di coniugare le esigenze aziendali con quelle sociali.
Il Ministero dello sviluppo economico, tenendo conto della completa liberalizzazione del mercato postale e della piena autonomia organizzativa e gestionale del fornitore del servizio universale, si rende disponibile ad avviare un tavolo di incontro con le parti, al fine di individuare soluzioni tese allo sviluppo del mercato postale e prevedere azioni dirette a tutelare le piccole imprese del recapito ed i lavoratori del settore.
Da ultimo si rappresenta che l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha assicurato, per quanto di propria competenza, che, nell'istruttoria sui regolamenti per il rilascio di licenze e autorizzazioni, provvederà a valutare attentamente l'opportunità, anche alla luce dei principi della liberalizzazione del mercato, di subordinare l'abilitazione all'esercizio dei servizi postali al possesso di comprovati requisiti che assicurino la solidità, sotto il profilo tecnico ed organizzativo, delle imprese abilitate.
Il Viceministro dello sviluppo economico: Antonio Catricalà.
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