lunedì 24 marzo 2014

Leggendo l’interrogazione n° 4-04159 del 21 marzo 2014 alla Camera dei Deputati si riscontra che la società Poste Italiane pur disponendo di un’autonoma struttura di avvocati interni in Sicilia affida la trattazione dei contenziosi ad uno studio legale esterno.



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04159
presentato da
CATALANO Ivan
testo di
Venerdì 21 marzo 2014, seduta n. 195
  CATALANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   il 23 settembre 2011 la procura della Repubblica di Termini Imerese ha chiesto l'archiviazione del procedimento penale n. 1293/10 nei confronti del dipendente di Poste Italiane Mario La Russa, attivato per fatti d'ufficio in relazione ad operazioni di cassa che avrebbero comportato un ingiusto profitto;
   nel 2012 l'utente danneggiata, Agostina Sapienza, si è recata presso l'ufficio ispettivo di Palermo per un colloquio con l'ispettore Alessandro Carollo, il quale verificata sollecitamente la fondatezza dei fatti reclamati, ha informato le autorità competenti;
   le attività espletate hanno consentito di fare luce sugli accadimenti e l'apertura del procedimento penale n. 2635/12 che vede quale imputato Mario La Russa, poi estromesso da Poste Italiane;
   il 28 maggio e il 25 giugno 2013, lo studio legale Granozzi, cui la società affida la trattazione dei contenziosi in Sicilia, pur disponendo di un'autonoma struttura di avvocati interni, citava l'ispettore Carollo e Agostina Sapienza a rendere testimonianza davanti al giudizio del lavoro;
   la signora Sapienza, a proprie spese, ha presenziato in entrambe le date;
   il 1o luglio 2013, la signora Sapienza ha inviato una diffida all'amministratore delegato ed al presidente atteso che non aveva ancora ricevuto il mal tolto –:
   di quali iniziative disponga in merito a quanto esposto in premessa e quali urgenti iniziative si intendano intraprendere affinché l'utente Agostina Sapienza venga risarcita ponendo fine alla sconcertante vicenda. (4-04159)

mercoledì 19 marzo 2014

Interrogazione per sapere se e come il Ministero dell'economia e delle finanze monitori l'attività di gestione del personale all'interno di Poste Italiane spa



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04064
presentato da
CATALANO Ivan
testo di
Martedì 18 marzo 2014, seduta n. 192
  CATALANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   l'interrogante con più atti di sindacato ispettivo ha evidenziato aspetti irregolari nella gestione del personale da parte della funzione di tutela aziendale della società Poste italiane spa di cui lo Stato è socio unico;
   un ulteriore esempio di gestione discutibile da parte del management di Poste Italiane è quello concernente la responsabile comunicazione territoriale Sicilia, Lala Maria Grazia;
   nell'ambito del procedimento giudiziario R.G.T. n. 07/00474 - R.N.R. n. 05/11651 del 5 febbraio 2007, presso il tribunale di Torino sez. V penale, Lala Maria Grazia figurava come imputata del reato di cui all'articolo 495, comma 2) del CP, perché nel compilare la richiesta di iscrizione all'ordine dei giornalisti del Piemonte, attestava falsamente di essere domiciliata in Torino, presso l'ufficio comunicazione territoriale in Piemonte, condizione necessaria per l'iscrizione all'ordine come pubblicista come tale destinata ad essere riprodotta in atto pubblico;
   Lala Maria Grazia all'esito delle indagini è stata citata in giudizio il 9 febbraio 2006;
   la sentenza ha dichiarato di non doversi procedere per prescrizione del reato;
   nelle motivazioni il giudice afferma che non vi sono gli estremi per un'applicazione dell'articolo 129, comma 2, cpp, non emergendo dagli atti prove evidenti di non colpevolezza;
   ad oggi Maria Grazia Lala risulta essere la Responsabile comunicazione territoriale Sicilia, come indicato sul sito istituzionale della società; la stessa, a quanto consta all'interrogante, sarebbe entrata in servizio l'8 maggio 2006 con ordine n. 14/06 a firma dell'amministratore delegato ingegner Massimo Sarmi, prima dunque della pronuncia del tribunale di Torino;
   nel comunicato stampa del 7 marzo 2014 la Corte dei conti – sezione controllo enti – pres. E. Basile, rel. pres. A.T. De Girolamo – determinazione n. 13 del 6 marzo 2014 – Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Poste italiane S.p.A. per l'esercizio 2012, afferma che: «[...] È, però, necessario che il managementdella Società mantenga costantemente elevato il livello di impegno e di attenzione su quei profili di gestione che necessitano ancora di interventi migliorativi in tema di qualità dei servizi, di conformità normativa, di sicurezza e di contenimento dei rischi. [...] Dall'accertamento ispettivo di vigilanza, condotto dalla Banca d'Italia nel periodo 20 febbraio-24 agosto 2012, risulta confermata la persistenza di criticità nel comparto antiriciclaggio, in gran parte determinate dalla sottovalutazione dell'impatto della normativa di settore in relazione alla complessità della realtà operativa ed al numero dei rapporti intrattenuti con la clientela, nonché nelle diverse aree di presidio (adeguata verifica della clientela, tenuta dell'archivio unico informatico, segnalazione delle operazioni sospette). Si tratta di problematiche di rilevante impatto sotto diversi profili, in ordine alle quali la Corte raccomanda il massimo impegno della Società, per l'adozione di ulteriori urgenti interventi, finalizzati a porre rimedio definitivo alle carenze emerse» –:
   di quali informazioni disponga il Governo in relazione alla narrata vicenda;
   se e come il Ministero dell'economia e delle finanze monitori l'attività di gestione del personale all'interno di Poste Italiane spa;
   se disponga di informazioni in ordine a eventuali altri casi analoghi di discutibile gestione del personale;
   se il Governo sia a conoscenza, per il caso in questione, se Poste italiane a suo tempo abbia ricevuto informazione o comunicazione del procedimento penale pendente e se disponga di elementi in ordine alle ragioni che hanno portato alla decisione di attribuire a Maria Grazia Lala l'incarico di responsabile della comunicazione territoriale Sicilia, decisione che all'interrogante appare fortemente inopportuna. (4-04064)

Interpellanza urgente alla Camera su Poste Italiane spa



ATTO CAMERA


INTERPELLANZA URGENTE 2/00464
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura : 17
Seduta di annuncio : 192 del 18/03/2014
Firmatari:
Primo firmatario: GALAN GIANCARLO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 18/03/2014

Cofirmatario
Gruppo
Data firma
BRUNETTA RENATO
FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
18/03/2014
BERGAMINI DEBORAH
FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
18/03/2014
Destinatari:
Ministero destinatario :
  MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere e data delega :
  MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 18/03/2014


TESTO ATTO
Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00464
presentato da
GALAN Giancarlo
testo di
Martedì 18 marzo 2014, seduta n. 192
  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   Poste italiane spa è il fornitore del servizio postale universale in Italia, il cui capitale è posseduto al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze;
   il Gruppo Poste italiane ha cambiato anima nell'ultimo decennio e si presenta, oggi, come un conglomerato di numerose attività diversificate, con oltre 24 miliardi di fatturato; tuttavia, soltanto 4,6 miliardi provengono dal settore storico dei servizi postali e commerciali; 13,8 miliardi vengono infatti dai servizi assicurativi – con il gigante PosteVita – e altri 5,3 miliardi dai servizi finanziari, attraverso BancoPosta Fondi; il Gruppo controlla, inoltre, una corposa lista di società attive nella telefonia, nei fondi immobiliari, nella digitalizzazione della pubblica amministrazione e adesso si è «lanciato» nel business del trasporto aereo, ovvero nell'ennesima operazione di salvataggio della compagnia di bandiera;
   come noto e certificato da istituti di ricerca e dalla stessa Corte dei conti, Poste ha potuto usufruire negli anni di una peculiare posizione di privilegio e vantaggio competitivo nei diversi segmenti di mercato; in particolare nel segmento tradizionale, quello postale, l'ex monopolista gode di un beneficio fiscale senza precedenti in Europa, vale a dire l'esenzione del pagamento dell'IVA per i prodotti di posta massiva (la fetta più importante di mercato), nonostante sia la Corte di giustizia dell'Unione europea, con sentenza del 23 aprile 2009 (C-357/07), sia l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato italiana abbiano sostanzialmente rilevato l'illegittimità di tale asimmetria legislativa;
   inoltre, lo Stato paga a Poste gli oneri per la gestione del servizio universale e una serie di rimborsi per le tariffe agevolate su alcuni prodotti postali speciali (spedizioni elettorali, invii in capo alle Onlus, servizi editoriali, e altro) per un totale di circa 320 milioni di euro all'anno;
   purtroppo non si tratta degli unici fondi pubblici che i cittadini italiani pagano al Gruppo: ad una lettura più attenta dei dati macroaggregati del bilancio dello Stato, pubblicati annualmente nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale, risulta che lo Stato effettua una pluralità di trasferimenti movimentando diverse voci del bilancio pubblico. Di questi trasferimenti, alcuni sono effettuati direttamente verso Poste – il cui bilancio riflette tali compensi per simmetria, dandone evidenza, come nel caso degli oneri per il servizio universale. Altri trasferimenti, invece, non transitano per la contabilità di Poste e costituiscono partite interne di contabilità pubblica di cui tuttavia Poste è beneficiario indiretto;
   risulta all'interpellante che nel periodo finanziario 2008-2013 siano stati effettuati i seguenti trasferimenti pubblici per il trattamento di quiescenza del personale dipendente di Poste Italiane (Capitolo 1620 – «Spese Obbligatorie»): negli anni 2008, 2009 e 2010 sono stati assegnati all'Istituto Postelegrafonici (IPOST) 810 milioni di euro all'anno, mentre nel periodo compreso tra il 2011 e il 2013 sono stati erogati 990 milioni di euro all'INPS, per un totale, ad oggi, di circa 5 miliardi di euro;
   a occuparsi del trattamento previdenziale del personale postale è stato, fino a maggio 2010, l'Istituto Postelegrafonici (Ipost), costituito con decreto del Presidente della Repubblica n. 542 del 1953, che ha visto confermato il proprio ruolo anche in seguito alla trasformazione delle Poste italiane in ente pubblico economico nel 1994 e in società per azioni (Poste italiane spa) nel 1997. Il legislatore italiano, con decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni dalla legge n. 122 del 2010, ha successivamente disposto la soppressione dell'Ipost, trasferendo tutte le sue funzioni all'INPS, che ne ha ereditato i rapporti attivi e passivi, compresi i trasferimenti statali per il trattamento previdenziale del personale;
   è di immediata evidenza come i trasferimenti in questione siano costanti negli anni, il che induce a escludere una correlazione tra le dinamiche previdenziali, per loro natura cangianti nel tempo in funzione di diversi fattori, e gli importi corrisposti a Poste italiane. Al contrario, i trasferimenti appaiono come importi forfettari, tali da configurare un passivo di bilancio relativo all'ex gestione previdenziali dei postelegrafonici;
   parte dell'onore relativo al trattamento pensionistico del personale del Gruppo pare gravare sui cittadini italiani, e il Ministero dell'economia e delle finanze ripiana questo «buco» in assenza di qualsivoglia politica di trasparenza e pubblicità degli atti, che sono stati resi noti soltanto da alcuni articoli di stampa;
   a livello europeo, la Commissione dell'Unione europea, nell'ambito della valutazione degli aiuti di Stato compatibili con il mercato interno, ha avviato il 29 gennaio 2011, ai sensi dell'articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, un procedimento contro il Regno Unito (C-07/07), contestando un pacchetto di aiuti alla Royal Mail (Poste inglesi), che avrebbe portato lo Stato britannico a farsi carico di ben 9 miliardi di sterline di deficit accumulato dal colosso postale inglese, in quanto l’«abbuono» di debiti pensionistici mediante accollo degli stessi da parte dello Stato è chiaramente incompatibile con le norme comunitarie;
   il commissario alla concorrenza Joacquin Almunia ha dichiarato che è necessaria un'indagine approfondita sulla vicenda, lamentandosi del fatto che i servizi della Commissione non siano mai stati informati su tali tipologia di trasferimenti –:
   se il Governo intenda chiarire i profili che appaiono all'interpellante di illegittimità anticoncorrenziale dei trasferimenti pubblici in capo a Poste italiane spa per i trattamenti di quiescenza e, al di là del piano di privatizzazione avviato dal precedente esecutivo, se intenda promuovere un piano di riforme in un'ottica di piena liberalizzazione del settore postale, in linea con le pronunce adottate dall'Autorità garante per la concorrenza e il mercato.
(2-00464) «GalanBrunettaBergamini».



sabato 15 marzo 2014

Lavoro in Poste Italiane, assunzioni 2014: ecco cosa sapere per inviare il curriculum.

Per chi cerca lavoro un posto molto ambito risulta sempre quello in Poste Italiane: dopo la smentita ufficiale da parte dell'azienda su una presunta assunzione di 1300 postini per il 2014, si pensa comunque a come inoltrare ilcurriculum per le candidature libere.
Fino a poco tempo fa era girata sul web una vera e propria bufala circa un possibile lavoro in Poste Italiane che aveva fatto sperare molti giovani disoccupati e aveva fatto pervenire alle Poste moltissimi curriculum vitae, al punto che la stessa azienda dovette frenare l'entusiasmo dei giovani e smentire le assunzioni 2014, nessuna posizione è infatti attualmente aperta sul sito ufficiale, ma nulla vieta di inoltrare il proprio curriculum attraverso unacandidatura spontanea.
Come si può procedere per cercare lavoro in Poste Italiane? L'azienda precisa che le assunzioni per il 2014 sono difficili, ma le candidature libere sono sempre ben accette, la procedura richiede davvero pochissimo tempo e può essere completata online.
È sufficiente collegarsi al sito Poste Italiane ed accedere alla sezione Lavora con noi, dopo aver effettuato la registrazione al portale Poste.it, nella sezione concernente il Lavoro sarà possibile caricare il proprio curriculum. E' consigliabile cercare di presentarsi al meglio e indicare dettagliatamente tutte le proprie esperienze lavorative, il proprio background culturale: più informazioni si aggiungono e più sarà facile attirare l'attenzione di eventuali selezionatori attenti.
È noto che Poste Italiane nonostante il periodo di crisi economica che ha colpito tutti i settori lavorativi e la difficoltà di garantire assunzioni per il 2014 è pur sempre attenta ai profili interessanti di giovani candidati, perché dunque non tentare di ottenere un posto di lavoro all'interno dell'azienda?
14 marzo 2014

Poste italiane cerca neolaureati in ingegneria gestionale


Poste Italiane avvia la ricerca di candidati tra i migliori giovani neolaureati in ingegneria gestionale, da coinvolgere in un interessante percorso formativo

Poste Italiane cerca neolaureati in ingegneria gestionale per tutto il territorio nazionale, da includere come stagisti per la durata di sei mesi. Al termine di questo percorso formativo semestrale sarà possibile procedere – o meno – con una eventuale assunzione.
I candidati oggetto di selezione verranno inseriti in due differenti ambiti funzionali (commerciale e operativo) del Mercato Privati che, mediante il coordinamento della rete degli uffici postali e dei servizi di contact center, rappresenta il principale canali di accesso ai prodotti e ai servizi aziendali per i privati, per le piccole e medie imprese e per la pubblica amministrazione.
Per potersi candidare con successo a ricoprire tale ruolo è necessario essere laureati in ingegneria gestionale da non più di 12 mesi, con un voto minimo di 102 / 110, una buona conoscenza della lingua inglese e una ottima conoscenza degli strumenti di office automation. Completeranno il profilo la motivazione a intraprendere un percorso formativo e professionalizzante nelle aree tematiche indicate, l’integrazione con il team, l’orientamento al cliente, una apertura mentale spiccata e la propensione per l’innovazione.
Per poter disporre di maggiori informazioni vi consigliamo di prendere visione della sezione dedicata alle posizioni aperte in Poste Italiane e, di qui, inviare il proprio cv.


iJobs.it

giovedì 13 marzo 2014

Poste Italiane, in attesa del rinnovo, Sarmi ristruttura: a casa trenta dirigenti


Azzerato il gruppo di lavoro che ha permesso alla società pubblica di archiviare l'esercizio 2013 in utile per oltre un miliardo

Squadra che vince non si cambia. Ma non in Poste Italiane dove nei giorni scorsi trenta dirigenti della struttura manageriale centrale si sono visti consegnare altrettante lettere di licenziamento. Si tratta di un vero e proprio azzeramento del gruppo di lavoro che ha permesso alla società guidata da Massimo Sarmi di archiviare l’esercizio 2013 in utile per oltre un miliardo grazie allo sviluppo delle attività della compagnia assicurativa Poste Vita. Che ci fosse aria di ristrutturazione era già chiaro ad inizio febbraio quando il governo di Enrico Letta ha iniziato a parlare con insistenza di privatizzazione.
Ed è stato proprio nel momento in cui si iniziavano a delineare i dettagli del collocamento in Borsa che i manager hanno iniziato a tremare. Il riassetto delle poltrone manageriali, che alle Poste va di pari passo con una forte precarizzazione del personale meno specializzato, ha però di recente subito una accelerazione in seguito al cambio di governo e all’arrivo del premier Matteo Renzi. Con il colpo di scena dei trenta licenziamenti in blocco tra le fila dirigenziali. Non resta che chiedersi se Sarmi, che con Letta aveva stretto un patto di ferro legato a doppio filo con l’adesione di Poste al salvataggio Alitalia, non sia lui stesso in uscita. Con Mario Greco, attuale amministratore delegato delle Generali, indicato anche dal Sole 24 Ore come possibile successore.

Il fatto Quotidiano



Interrogazione alla Camera per garantire la sicurezza degli uffici postali in Sicilia


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03950
presentato da
CATALANO Ivan
testo di
Martedì 11 marzo 2014, seduta n. 187
  CATALANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   nell'ambito della società pubblica Poste Italiane la funzione tutela aziendale ha, fra l'altro, il compito di garantire la sicurezza degli uffici postali; è articolata in aree territoriali; l'Atta Sud 1, dall'anno 2006 è gestita da Malerba Salvatore;
   in relazione al discutibile operato di tale dirigente e, più in generale, alla gestione, ad avviso dell'interrogante poco efficiente, funzionale e trasparente della sopra indicata struttura diPoste italiane, l'interrogante ha già presentato altri atti di sindacato ispettivo;
   ancora nell'anno 2013, come le cronache di stampa informano, la Sicilia è stata falcidiata da gravi episodi criminali consumati in danno di decine di uffici postali;
   sono numerosi gli eventi criminosi che hanno coinvolto la città di Palermo (si pensi alla rapina ufficio Postale di Palermo succ. 35, con bottino di circa 160.000,00 euro) ove il 25 luglio 2013 un malfattore, armato di un punteruolo, assaltò nell'arco di appena 10 minuti i due uffici postali di via Brunetto Latini e via Eugenio l'Emiro;
   numerosi eventi hanno coinvolto le altre città dell'isola: sono eclatanti quelli di Ganzirri (Messina), Pozzallo succ. 1 (Ragusa), Nissoria (Enna), Moio Alcantara (Messina), Fondachello di Valdina (Catania), Nunziata (Catania), Messina succursale 16, Vulcano (Messina), Borrello (Catania); Tortorici (Messina) – ufficio sprovvisto di impianto TVCC –, Fiumefreddo di Sicilia (Catania), Sambuca di Sicilia (Agrigento);
   nello stesso 2013 si sono registrati numerosi furti in danno di strutture postali; solo a titolo conoscitivo, si citano alcuni presso gli uffici di Carlentini (Siracusa), Catania succursale 22 e Valverde;
   il danno complessivo ammonterebbe a circa 1 milione di euro;
   la problematica della sicurezza degli uffici postali era stata oggetto di specifica trattazione in seno alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, di cui al resoconto stenografico n. 19 del 24 marzo 2009, in seno alla quale furono sentiti sia l'amministratore delegato Sarmi che il presidente di Poste ItalianeIalongo che fornirono ampie rassicurazioni in merito alla problematica delle rapine negli uffici postali;
   con nota del 7 gennaio 2014 la Cisl ha denunciato lo stato di abbandono degli uffici del territorio catanese: «...abbandona i lavoratori di quegli Uffici alla mercé degli assalti criminali, costringendoli ad operare in un clima di continuo panico e di potenziale estrema pericolosità. Gli Uffici nominati sono tutti ubicati in zone altamente a rischio di criminalità della città e, nel recente passato, sono stati già teatro di violente aggressioni contro il personale applicato... La recrudescenza di atti criminosi nei confronti degli Uffici Postali ha raggiunto i limiti di guardia ed i lavoratori ne risultano gravemente esposti»;
   tale disastrosa situazione era stata denunciata al prefetto di Catania già nel 2012;
   in Sicilia, anche per l'anno corrente, le rapine e gli attacchi agli uffici postali sono pressocché quotidiani;
   i sindacati di categoria conducono, da anni, una battaglia con denunce inviate anche agli organi di stampa;
   risulta, all'interrogante che addirittura un ufficio postale di Palermo sia stato chiuso perché all'interno sono state rinvenute carcasse e defecazioni di topi;
   si sospetta che nell'ufficio ci sia la presenza di amianto, il soffitto sarebbe stato ricoperto con una guaina nera ed il controsoffitto con pannelli di lamierino che comporterebbero uno squilibrio tecnico a danno della salute dei lavoratori –:
   se non intenda adottare iniziative urgenti per porre fine alla disastrosa situazione di territorio particolarmente sensibile come quello siciliano;
   se non intenda intervenire presso Poste Italiane per dotare la Sicilia di un'autonoma struttura territoriale di sicurezza efficiente ed efficace, come le altre funzioni societarie di mercato, privati, servizi postali, affari legali, immobiliare quivi esistenti, con ciò debellando la fallimentare gestione della struttura di Atta sud 1, con riflessi negativi all'immagine della società. (4-03950)

sabato 8 marzo 2014

Fumo passivo in ufficio, maxi risarcimento ad un ex impiegato delle Poste

La Corte di Appello di Messina, sezione Lavoro, ha confermato la condanna inflitta in primo grado alle Poste Italiane S.p.A. di risarcire un suo ex dipendente B. F. con un maxi assegno pari ad € 174.176,00 perché ritenuta responsabile di non aver garantito un ambiente di lavoro salubre a causa del fumo passivo.
Il protagonista di questo caso giudiziario, oggi ottantacinquenne, per anni ha dovuto lavorare in un ufficio postale con le finestre sigillate, accanto a colleghi con le sigarette sempre accese tra le mani, inalando, suo malgrado, le particelle cancerogene sprigionate dalla combustione delle stesse. Andato in pensione nel 1994, sei anni dopo, nel 2000, si manifestò in tutta la sua gravità la malattia, un tumore alla faringe, che lo ha costretto a un’operazione demolitiva di “faringo laringectomia totale con plastica faringo esofagea” che ha compromesso l’uso delle corde vocali provocandogli afasia e, per la successiva radioterapia, la perdita di tutti i denti costringendolo a nutrirsi solo con liquidi. L’ex impiegato, che non ha mai fumato in vita sua, aveva un tipico tumore da fumatore che gli ha cambiato per sempre la vita. Così nel 2008 il pensionato si è deciso a rivolgersi all’avvocato Gianluca Pantano del foro di Barcellona, che ha dato corso al procedimento contro Poste Italiane S.p.A. chiedendo il riconoscimento dei gravi danni alla salute subiti per violazione degli obblighi previsti dall’art. 2087 c.c. e dei principi costituzionali previsti dagli artt. 32 e 41. Dopo una lunga battaglia processuale, il 19 gennaio 2011, è arrivata la prima pronuncia emessa dal Giudice del Lavoro di Messina, Dott.ssa Catarsini, il quale avvalorando la tesi difensiva avanzata dall’Avv. Pantano, riconosceva che “l’articolo 2087 del Codice civile impone al datore di lavoro di adottare tutte quelle misure che, in relazione alla natura dell’attività svolta, all’esperienza e alla tecnica, valgono a preservare la salute del lavoratore”, quindi “il datore di lavoro in attuazione del disposto art. 2087 c.c. è tenuto non solo alla predisposizione delle misure tassativamente previste dalla legge a tutela del lavoratore, ma anche di quelle che in relazione alle conoscenze di un determinato momento storico, siano idonee a garantire l’idoneità psicofisica dello stesso”. Nel contempo riconosceva anche che “la pericolosità del fumo cosiddetto “involontario” era ben nota nel nostro Paese all’epoca dei fatti tant’è che già nel 1975 era entrata in vigore una normativa che vietava il fumo in determinati ambienti sensibili, come le corsie degli ospedali, le aule delle scuole, le metropolitane, i cinema”, per non dimenticare la circostanza che già con D.M. del 31 luglio 1990, in attuazione della direttiva 89/622/CE, lo Stato Italiano impose l’obbligo di indicare sui pacchetti di sigarette la percentuale di nicotina e di catrame ivi contenuta e di stampare su di essi delle frasi di avvertimento ben in vista, tra cui anche “IL FUMO PROVOCA IL CANCRO” – “IL FUMO UCCIDE”, in modo da avvertire l’opinione pubblica che il fumo fosse un elemento altamente tossico e nocivo per la salute. Le Poste Italiane non soddisfatte delle motivazioni pronunciate dal Giudice di prime cure ricorrevano in Appello, attraverso l’Avv. Gaetano Granozzi, chiedendo in via cautelare la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza impugnata e/o dell’esecuzione, e nel merito di riformare e annullare la Sentenza impugnata. Condotta che costringeva l’ex dipendente, sempre tramite il patrocinio dell’Avv. Gianluca Pantano, a costituirsi in giudizio per tutelare i propri diritti. Dopo il rigetto della sospensione cautelare e l’elaborazione di una nuova C.T.U., che riaffermava il nesso di causalità tra la patologia neoplastica e il fumo passivo inalato durante lo svolgimento delle attività lavorative, l’iter processuale, pendente presso la Corte di Appello di Messina, sezione Lavoro, (Pres. Dott.ssa A. T. Rizzo, consigliere relatore Dott. L. Villari e consigliere Dott.ssa E. Sturniolo), si concludeva con la conferma della Sentenza di primo grado e il contestuale rigetto del ricorso avanzato dalle Poste Italiane. In attesa di conoscere le motivazioni della Corte di Appello di Messina non si può sottacere, la straordinaria valenza della decisione sia in merito alla pericolosità del fumo passivo sia per la tutela dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
24orelive.it
Barcellona News
Redazione 8 marzo 2014

venerdì 7 marzo 2014

Poste Italiane: interrogazione al Senato sulla rete degli uffici postali


Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-00775
presentata da
DONATELLA ALBANO
mercoledì 5 marzo 2014, seduta n.201

ALBANO, CALEO - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:
dalle notizie riportate dai giornali degli ultimi giorni sarebbero a rischio di chiusura o di rimodulazione degli orari di apertura 41 uffici postali distribuiti su tutto il territorio della Regione Liguria;
il decreto ministeriale del 7 ottobre del 2008 recante disposizione sui "Criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale pubblica" varato dall'allora ministro Scajola effettua una razionalizzazione specifica della rete degli uffici postali adottando il criterio della distanza massima di accessibilità al servizio, espressa in chilometri percorsi dall'utente per recarsi al punto di accesso più vicino, per popolazione residente;
la società Poste Italiane SpA fornisce, oltre alla distribuzione della posta cartacea, ulteriori servizi di sportello quali il pagamento dei bollettini, l'erogazione dei libretti di risparmio, l'erogazione dei prestiti, l'accensione di mutui o semplicemente i versamenti o i prelievi di denaro o di serviziobancomat, anche in comuni sprovvisti di presidi bancari;
considerato che:
i criteri di razionalizzazione adottati riducono a meri numeri commerciali, quegli uffici o sportelli postali cosiddetti periferici che, invece, rappresentano il simbolo del presidio del servizio pubblico e della presenza dello Stato;
la rete degli uffici postali anche se aperti solo tre giorni alla settimana su sei garantiscono per gli abitanti dei Comuni più piccoli e dell'entroterra la possibilità di eseguire operazioni di transizione di denaro, soprattutto se in esso non sono presenti sportelli bancari. La loro chiusura comporterebbe, quindi, un grave disagio, non solo alla popolazione residente ma sopratutto agli operatori commerciali e turistici e a tutto l'indotto, in particolar modo nel periodo estivo;
il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dell'economia e delle finanze, ha attivato una serie di progetti territoriali - riuniti sotto la denominazione 'Strategia Aree interne' - rivolta a quelle aree del Paese che hanno subito una riduzione demografica al fine di promuovere il recupero demografico e lo sviluppo territoriale mediante il miglioramento di servizi di base (tra i quali rientrano sicuramente gli uffici postali). Appare in controtendenza con le politiche nazionali la proposta di chiusura di 23 uffici postali per i piccoli centri liguri dell'entroterra;
tenuto conto che nella realtà ligure si trovano numerosi Comuni costieri e montani nei quali la popolazione è fluttuante e raggiunge numeri significativi nel periodo estivo e pertanto risulta necessario garantire il "servizio universale",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno rivedere le disposizioni del citato decreto ministeriale del 7 ottobre del 2008 non in base alla quantità della clientela e alla raggiungibilità al servizio, espressa in chilometri da percorrere, ma in base ai seguenti aspetti: accessibilità del servizio postale; caratteristiche geomorfologiche del territorio (piccole frazioni sparse su un'area comunale vasta e spesso impervia; trasporto pubblico a volte scarso; che nei mesi invernali subisce ulteriori contrazioni e rende ancora più difficile percorrere i 3 km di distanza massima prevista); aspetti reddituali dei residenti (per la maggior parte persone anziane con pensione minima che non possiedono mezzi propri);
in considerazione della difficile situazione dei comuni costieri e dell'entroterra e delle politiche nazionali messe in atto per favorire il ripopolamento, se non ritenga necessario prevedere per i Comuni rurali che rientrano anche nella categoria dei Comuni montani il divieto di chiusura degli uffici, facendo salvi i casi in cui siano resi disponibili per gli utenti ivi residenti servizi innovativi e sostitutivi, come ad esempio un presidio mobile multifunzionale sul modello dello "sportello amico", che dovranno essere erogati a prezzi accessibili all'utenza utilizzando, se necessario, l'apposito fondo di compensazione gestito dal Ministero delle comunicazioni;
se non ritenga opportuno introdurre, in aggiunta ai vigenti criteri di distribuzione degli uffici postali previsti dal citato decreto ministeriale, l'obbligo per Poste Italiane di comunicare ai Sindaci, con congruo anticipo, la propria intenzione di procedere alla chiusura e/o rimodulazione oraria di uffici presenti nei rispettivi Comuni, anche al fine di tenere conto delle specifiche esigenze della popolazione locale.
(3-00775)


Padoan risponde all’Ue: “Privatizzazioni subito”. Si comincia dalle Poste


by Mara De Angelis • 6 marzo 2014

Fa ancora discutere la bocciatura europea dell’Italia, dopo che la Commissione Ue ha bollato l’Italia come un paese con “squilibri macro-economici eccessivi”. Il governo Renzi, che finora ha gestito solo la fase più mediatica del suo mandato e preso per lo più confidenza con la macchina statale, si trova per la prima volta a confronto con uno scoglio serio.
L’esecutivo ha dato la disponibilità a riferire a breve alla Camera sulla situazione economica-finanziaria, ma ha anche fatto sapere che non sono necessarie manovre correttive. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ai microfoni del Gr1 spiega che il monito dell’Ue è “severo mava nella direzione di quello che pensiamo noi. Mette in evidenza problemi strutturali che conosciamo da tempo, ci incita a far ripartire la crescita, quindi l’occupazione, ed in questo modo a correggere gli squilibri. Non nego che è più o meno quello che dicevo quando ero all’Ocse”.
Al Sole 24 Ore, poi, il ministro ha spiegato che è essenziale ”aggredire le cause di fondo della debole competitività delle imprese” e che quindi ”al primo punto c’è la questione dell’eccessivo cuneo fiscale”. L’obiettivo è ”concentrare tutto l’intervento in una direzione”, ”tutto sulle imprese, e quindi Irap e oneri sociali, oppure tutto sui lavoratori, attraverso l’Irpef”. Quanto alle coperture dai tagli alla spesa possono arrivare ”5 miliardi su base annua”, e poi ci saranno misure transitorie come il ”rientro dei capitali”.
Il titolare dell’Economia, inoltre, risponde di nuovo alla Ue: ”Sul deficit non dobbiamo tornare oltre il 3%’. Il debito va abbattuto e non perché ce lo chiede l’Europa ma per noi e per i nostri figli”. Urge quindi ”rafforzare il programma di privatizzazioni”.
Ecco la parola chiave. Non a caso proprio oggi la Commissione Lavori pubblici del Senato ha dato il via libera alla privatizzazione delle Poste. Secondo Raffaele Ranucci (Pd), “è stato previsto l’impiego delle risorse derivanti dalla privatizzazione per interventi a sostegno della ripresa economica e della riduzione del costo del lavoro, oltre che per l’abbattimento del debito pubblico, e il mantenimento della capacità di indirizzo strategico da parte dello Stato con la stipula, al più presto, del contratto di programma con Poste italiane”.


Informazione e comunicazione nel web 2.0

giovedì 6 marzo 2014

Disservizi postali, vicepresidente Cecchetti: "A quando la vendita di mortadella agli sportelli?"


"Poste Italiane è una società interamente a capitale pubblico, dunque faccia il servizio per il quale è pagata dalla collettività. Si preoccupi di portare a casa per tempo la corrispondenza. La vendita dei libri lasciamola alle librerie. Non vorremmo mai che fra un po' si mettano a vendere pure la mortadella".

Così il Vicepresidente del Consiglio regionale della LombardiaFabrizio Cecchetti (Lega Nord) sui disservizi postali che vengono denunciati in Lombardia e che oggi sono stati al centro di due mozioni discusse in Consiglio regionale.

"I disagi - ha aggiunto Cecchetti - avvengono perché ormai le Poste pensano più ai cosiddetti collaterali come servizi bancari e di telefonia mobile e vendita libri che alla consegna di corrispondenza. Tutto ciò non è accettabile. Così come non sono accettabili le chiusure o i ridimensionamenti di alcuni sportelli che costringono i cittadini e le imprese a fare i conti su disagi e lunghe attese anche per delle semplici operazioni. A chi facciamo recapitare la corrispondenza? Ai militari?"
Giornale di Carate
Autore:pdn

Pubblicato il: 05 Marzo 2014

POSTE ITALIANE: VIA LIBERA SENATO A PRIVATIZZAZIONE, SODDISFATTO IL RELATORE RANUCCI


(AGENPARL) - Roma, 05 mar - La Commissione Lavori pubblici ha dato il via libera oggi in Senato alla privatizzazione delle Poste. Sono state accolte le osservazioni sul provvedimento avanzate dal relatore, il senatore del Partito democratico Raffaele Ranucci, soddisfatto per l'approvazione del decreto del Governo. "Il Governo ha dato parere favorevole a introdurre forme agevolate di acquisto delle azioni a favore dei piccoli risparmiatori e correntisti - sottolinea l'esponente pd - oltre che dei lavoratori interni, e alla partecipazione alla governance di Poste Italiane anche per gli azionisti minori. E' stato anche previsto l'impiego delle risorse derivanti dalla privatizzazione per interventi a sostegno della ripresa economica e della riduzione del costo del lavoro, oltre che per l'abbattimento del debito pubblico, e il mantenimento della capacità di indirizzo strategico da parte dello Stato con la stipula, al più presto, del contratto di programma con Poste italiane. Importante anche l'accoglimento dell'invito a definire quanto prima la nuova convenzione pluriennale tra l'ente la Cassa depositi e prestiti". "Con gli accorgimenti adottati si può guardare con ottimismo al collocamento sul mercato di Poste italiane - conclude Ranucci - Siamo certi che favorendo un assetto maggiormente equilibrato e competitivo, il Gruppo possa svolgere le sue attività nel rispetto delle disposizioni comunitarie e nazionali in materia di tutela della libera concorrenza".

sabato 1 marzo 2014

Risposta del Governo sulla chiusura dell'Ufficio Postale ubicato in località S.Nicolò nel Comune di Ricadi (Vibo Valentia)

Ricadi (Vibo Valentia)


Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 178
4-02118
presentata da
CENSORE Bruno
  Risposta— Con riferimento all'atto in oggetto riguardante la temporanea chiusura dell'ufficio postale ubicato in località San Nicolò, nel comune di Ricadi (Vibo Valentia), la società poste italiane ha rappresentato quanto segue.
  Nel citato comune, che conta circa 4.780 abitanti, sono presenti, oltre all'ufficio «San Nicolò», anche gli uffici postali «Santa Domenica» e «Ricadi», distanti rispettivamente circa 6 e 2 Km dalla frazione di San Nicolò ed entrambi aperti al pubblico, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.20 alle ore 13.45 e il sabato dalle ore 8.20 alle ore 12.45.
  La società ha precisato che l'ufficio «San Nicolò» è stato temporaneamente chiuso al pubblico a seguito della indisponibilità, da parte del proprietario dei locali, ad ottemperare al verbale azienda sanitaria locale del 31 marzo 2011, che prescriveva alcuni indispensabili interventi di adeguamento normativo.
  Pertanto, con nota del 17 ottobre 2011, veniva comunicato da poste italiane il recesso anticipato dal rapporto di locazione, con rilascio dei locali per inidoneità degli stessi.
  Successivamente in data 12 gennaio 2012, il proprietario dell'immobile informava la società di aver trovato una soluzione tecnica idonea ad adeguare i locali alle prescrizioni normative e, avendo ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, di poter dare inizio ai lavori per rendere i locali idonei alla destinazione d'uso.
  Tale disponibilità veniva successivamente ribadita, dallo stesso proprietario dell'immobile, nel corso di un incontro in prefettura, promosso dal sindaco per valutare tutte le iniziative necessarie per la riapertura del citato ufficio postale.
  In questa occasione, però, emergeva che la pratica edilizia non poteva avere seguito per talune irregolarità legate al titolo di proprietà del locatore.
  Solo recentemente il proprietario ha reso noto di aver regolarizzato il titolo di proprietà e di avere eseguito le opere esterne di adeguamento locali, con l'abbattimento delle barriere architettoniche.
  In data 03/12/2013, è stato sottoscritto il contratto di locazione e, a seguito della sottoscrizione, sono stati anche eseguiti, a cura di poste italiane, alcuni interventi di adeguamento normativo richiesti dall'azienda sanitaria locale, sospesi in attesa della contrattualizzazione della locazione.
  La società ha, infine, assicurato che non appena saranno perfezionati tutti gli adempimenti, si procederà alla riapertura dell'ufficio postale. 

Il Viceministro dello sviluppo economicoAntonio Catricalà.