venerdì 7 marzo 2014

Poste Italiane: interrogazione al Senato sulla rete degli uffici postali


Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-00775
presentata da
DONATELLA ALBANO
mercoledì 5 marzo 2014, seduta n.201

ALBANO, CALEO - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:
dalle notizie riportate dai giornali degli ultimi giorni sarebbero a rischio di chiusura o di rimodulazione degli orari di apertura 41 uffici postali distribuiti su tutto il territorio della Regione Liguria;
il decreto ministeriale del 7 ottobre del 2008 recante disposizione sui "Criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale pubblica" varato dall'allora ministro Scajola effettua una razionalizzazione specifica della rete degli uffici postali adottando il criterio della distanza massima di accessibilità al servizio, espressa in chilometri percorsi dall'utente per recarsi al punto di accesso più vicino, per popolazione residente;
la società Poste Italiane SpA fornisce, oltre alla distribuzione della posta cartacea, ulteriori servizi di sportello quali il pagamento dei bollettini, l'erogazione dei libretti di risparmio, l'erogazione dei prestiti, l'accensione di mutui o semplicemente i versamenti o i prelievi di denaro o di serviziobancomat, anche in comuni sprovvisti di presidi bancari;
considerato che:
i criteri di razionalizzazione adottati riducono a meri numeri commerciali, quegli uffici o sportelli postali cosiddetti periferici che, invece, rappresentano il simbolo del presidio del servizio pubblico e della presenza dello Stato;
la rete degli uffici postali anche se aperti solo tre giorni alla settimana su sei garantiscono per gli abitanti dei Comuni più piccoli e dell'entroterra la possibilità di eseguire operazioni di transizione di denaro, soprattutto se in esso non sono presenti sportelli bancari. La loro chiusura comporterebbe, quindi, un grave disagio, non solo alla popolazione residente ma sopratutto agli operatori commerciali e turistici e a tutto l'indotto, in particolar modo nel periodo estivo;
il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dell'economia e delle finanze, ha attivato una serie di progetti territoriali - riuniti sotto la denominazione 'Strategia Aree interne' - rivolta a quelle aree del Paese che hanno subito una riduzione demografica al fine di promuovere il recupero demografico e lo sviluppo territoriale mediante il miglioramento di servizi di base (tra i quali rientrano sicuramente gli uffici postali). Appare in controtendenza con le politiche nazionali la proposta di chiusura di 23 uffici postali per i piccoli centri liguri dell'entroterra;
tenuto conto che nella realtà ligure si trovano numerosi Comuni costieri e montani nei quali la popolazione è fluttuante e raggiunge numeri significativi nel periodo estivo e pertanto risulta necessario garantire il "servizio universale",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno rivedere le disposizioni del citato decreto ministeriale del 7 ottobre del 2008 non in base alla quantità della clientela e alla raggiungibilità al servizio, espressa in chilometri da percorrere, ma in base ai seguenti aspetti: accessibilità del servizio postale; caratteristiche geomorfologiche del territorio (piccole frazioni sparse su un'area comunale vasta e spesso impervia; trasporto pubblico a volte scarso; che nei mesi invernali subisce ulteriori contrazioni e rende ancora più difficile percorrere i 3 km di distanza massima prevista); aspetti reddituali dei residenti (per la maggior parte persone anziane con pensione minima che non possiedono mezzi propri);
in considerazione della difficile situazione dei comuni costieri e dell'entroterra e delle politiche nazionali messe in atto per favorire il ripopolamento, se non ritenga necessario prevedere per i Comuni rurali che rientrano anche nella categoria dei Comuni montani il divieto di chiusura degli uffici, facendo salvi i casi in cui siano resi disponibili per gli utenti ivi residenti servizi innovativi e sostitutivi, come ad esempio un presidio mobile multifunzionale sul modello dello "sportello amico", che dovranno essere erogati a prezzi accessibili all'utenza utilizzando, se necessario, l'apposito fondo di compensazione gestito dal Ministero delle comunicazioni;
se non ritenga opportuno introdurre, in aggiunta ai vigenti criteri di distribuzione degli uffici postali previsti dal citato decreto ministeriale, l'obbligo per Poste Italiane di comunicare ai Sindaci, con congruo anticipo, la propria intenzione di procedere alla chiusura e/o rimodulazione oraria di uffici presenti nei rispettivi Comuni, anche al fine di tenere conto delle specifiche esigenze della popolazione locale.
(3-00775)


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