by Mara De Angelis • 6
marzo 2014
Fa ancora discutere la bocciatura europea dell’Italia,
dopo che la Commissione Ue ha bollato l’Italia come un paese con “squilibri
macro-economici eccessivi”. Il governo Renzi, che finora ha gestito solo la
fase più mediatica del suo mandato e preso per lo più confidenza con la
macchina statale, si trova per la prima volta a confronto con uno scoglio
serio.
L’esecutivo ha dato la disponibilità a riferire a breve alla
Camera sulla situazione economica-finanziaria, ma ha anche fatto sapere che non
sono necessarie manovre correttive. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan,
ai microfoni del Gr1 spiega che il monito dell’Ue è “severo mava nella
direzione di quello che pensiamo noi. Mette in evidenza problemi
strutturali che conosciamo da tempo, ci incita a far ripartire la crescita,
quindi l’occupazione, ed in questo modo a correggere gli squilibri. Non nego
che è più o meno quello che dicevo quando ero all’Ocse”.
Al Sole 24 Ore, poi, il ministro ha spiegato che è
essenziale ”aggredire le cause di fondo della debole competitività delle
imprese” e che quindi ”al primo punto c’è la questione dell’eccessivo
cuneo fiscale”. L’obiettivo è ”concentrare tutto l’intervento in una
direzione”, ”tutto sulle imprese, e quindi Irap e oneri sociali, oppure tutto
sui lavoratori, attraverso l’Irpef”. Quanto alle coperture dai tagli alla spesa
possono arrivare ”5 miliardi su base annua”, e poi ci saranno misure
transitorie come il ”rientro dei capitali”.
Il titolare dell’Economia, inoltre, risponde di nuovo alla
Ue: ”Sul deficit non dobbiamo tornare oltre il 3%’. Il debito va abbattuto e
non perché ce lo chiede l’Europa ma per noi e per i nostri figli”. Urge
quindi ”rafforzare il programma di privatizzazioni”.
Ecco la parola chiave. Non a caso proprio oggi la
Commissione Lavori pubblici del Senato ha dato il via libera alla
privatizzazione delle Poste. Secondo Raffaele Ranucci (Pd), “è stato
previsto l’impiego delle risorse derivanti dalla privatizzazione per interventi
a sostegno della ripresa economica e della riduzione del costo del lavoro,
oltre che per l’abbattimento del debito pubblico, e il mantenimento della
capacità di indirizzo strategico da parte dello Stato con la stipula, al più
presto, del contratto di programma con Poste italiane”.
Informazione e comunicazione nel web 2.0
Nessun commento:
Posta un commento