venerdì 7 marzo 2014

Padoan risponde all’Ue: “Privatizzazioni subito”. Si comincia dalle Poste


by Mara De Angelis • 6 marzo 2014

Fa ancora discutere la bocciatura europea dell’Italia, dopo che la Commissione Ue ha bollato l’Italia come un paese con “squilibri macro-economici eccessivi”. Il governo Renzi, che finora ha gestito solo la fase più mediatica del suo mandato e preso per lo più confidenza con la macchina statale, si trova per la prima volta a confronto con uno scoglio serio.
L’esecutivo ha dato la disponibilità a riferire a breve alla Camera sulla situazione economica-finanziaria, ma ha anche fatto sapere che non sono necessarie manovre correttive. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ai microfoni del Gr1 spiega che il monito dell’Ue è “severo mava nella direzione di quello che pensiamo noi. Mette in evidenza problemi strutturali che conosciamo da tempo, ci incita a far ripartire la crescita, quindi l’occupazione, ed in questo modo a correggere gli squilibri. Non nego che è più o meno quello che dicevo quando ero all’Ocse”.
Al Sole 24 Ore, poi, il ministro ha spiegato che è essenziale ”aggredire le cause di fondo della debole competitività delle imprese” e che quindi ”al primo punto c’è la questione dell’eccessivo cuneo fiscale”. L’obiettivo è ”concentrare tutto l’intervento in una direzione”, ”tutto sulle imprese, e quindi Irap e oneri sociali, oppure tutto sui lavoratori, attraverso l’Irpef”. Quanto alle coperture dai tagli alla spesa possono arrivare ”5 miliardi su base annua”, e poi ci saranno misure transitorie come il ”rientro dei capitali”.
Il titolare dell’Economia, inoltre, risponde di nuovo alla Ue: ”Sul deficit non dobbiamo tornare oltre il 3%’. Il debito va abbattuto e non perché ce lo chiede l’Europa ma per noi e per i nostri figli”. Urge quindi ”rafforzare il programma di privatizzazioni”.
Ecco la parola chiave. Non a caso proprio oggi la Commissione Lavori pubblici del Senato ha dato il via libera alla privatizzazione delle Poste. Secondo Raffaele Ranucci (Pd), “è stato previsto l’impiego delle risorse derivanti dalla privatizzazione per interventi a sostegno della ripresa economica e della riduzione del costo del lavoro, oltre che per l’abbattimento del debito pubblico, e il mantenimento della capacità di indirizzo strategico da parte dello Stato con la stipula, al più presto, del contratto di programma con Poste italiane”.


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