Senato della
Repubblica
ORDINE DEL GIORNO
Giovedì 9 gennaio
2014
alle ore 9
163a Seduta
Pubblica
Interrogazioni (dalle ore 14 alle ore 15)
FEDELI, GATTI, GHEDINI Rita, GRANAIOLA, PIGNEDOLI, MATTESINI - Al
Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:
il tema di un puntuale ed efficiente
servizio postale universale deve tornare a rivestire centralità nella
programmazione di un moderno sistema di servizi ai cittadini e alle imprese,
quale contributo per il rilancio dell'economia e per il miglioramento della
qualità della vita. Tali obiettivi, in un quadro di economicità della gestione,
dovrebbero costituire la mission della società Poste italiane,
soggetto economico interamente controllato dallo Stato;
premesso altresì che, a quanto risulta
agli interroganti:
non tutte le scelte compiute dalla società
Poste italiane nel corso degli ultimi anni sembrano corrispondere a tale
impostazione e meritano un'attenta verifica circa le conseguenze che ne
discendono dal punto di vista della qualità del servizio, dell'economicità,
della razionalità gestionale e delle ricadute occupazionali; basti pensare al
piano di riordino del servizio di recapito dell'aprile 2012;
anche le modalità con le quali sono stati
gestiti negli ultimi anni i rapporti con le agenzie di recapito, imprese
private operanti nel settore della distribuzione, del recapito e dei servizi
postali, destano più di qualche perplessità e interrogativo;
rilevato che:
queste imprese, fino al 1999, operavano
sulla base di concessioni rilasciate dal Ministero delle poste, e, a fronte del
versamento del 30 per cento del corrispettivo del servizio, erano autorizzate
al recapito di tutti i prodotti postali;
l'articolo 40 della legge 23 dicembre
1998, n. 448 (provvedimento collegato alla legge finanziaria 1999), ha delegato
il Governo ad adottare un apposito regolamento (di delegificazione) di modifica
del testo unico delle disposizioni legislative in materia postale di cui al
decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 1973, volto ad assicurare la
prestazione di un servizio postale universale con prezzi accessibili a tutti
gli utenti, la determinazione dei servizi oggetto di riserva e la revoca delle
concessioni di servizi postali previste dall'articolo 29 del citato testo
unico, nonché a prevedere l'introduzione degli istituti dell'autorizzazione
generale e della licenza individuale per l'espletamento dei servizi non
riservati;
con il decreto legislativo 22 luglio 1999,
n. 261, di recepimento della direttiva 97/67/CE, sono state pertanto revocate
tali concessioni; le agenzie di recapito sono state autorizzate al servizio di
recapito delle raccomandate;
l'articolo 23 del citato decreto
legislativo, prima della modifica apportata con decreto legislativo n. 58 del
2011, stabiliva che, in relazione a quanto disposto dal decreto del Ministro
delle comunicazioni del 5 agosto 1997, le concessioni di cui all'articolo 29,
numero 1, del testo unico fossero valide sino al 31 dicembre 2000. Al comma 5
del medesimo articolo 23, veniva altresì previsto che Poste italiane potessero
realizzare accordi con gli operatori privati, anche dopo la scadenza delle
concessioni, al fine di ottimizzare i servizi, favorendo il miglioramento della
qualità dei servizi stessi anche attraverso l'utilizzazione delle
professionalità già esistenti;
con «Memorandum» sottoscritto l'11
dicembre 2007 presso il Ministero delle comunicazioni, tra il Ministro
competente, le agenzie di recapito e Poste italiane, sono state delineate le
fasi essenziali del processo di liberalizzazione del settore;
l'anno successivo Poste italiane, con
appositi bandi di gara, ha disposto l'assegnazione di una variegata tipologia
di servizi oltre alle raccomandate, in linea con la prevista ristrutturazione
del sistema postale;
numerosi ex concessionari sono stati
esclusi da tali gare a vantaggio di nuovi soggetti: nel complesso, si è ridotto
sensibilmente il numero degli operatoripartner di Poste italiane
così come, anche a seguito di internalizzazioni del servizio, conseguenti a
situazioni di vario genere (è il caso di alcuni grandi capoluoghi), si è
ridotto il novero delle città in cui essi operano;
considerato che:
allo stato attuale le agenzie di recapito,
escluse dal mercato dei servizi postali nel 1999, risultano affidatarie di
servizi diversi di Poste italiane quali il recapito di prodotti a firma, nonché
la consegna dei pacchi;
in circa 10 anni il valore degli appalti
affidati da Poste italiane, in controtendenza con l'auspicato processo di
liberalizzazione del servizio, si è segnatamente ristretto: da un valore di
circa 70 milioni di euro all'anno nel 2000, a 58 milioni nel 2008, a meno di 40
nel 2011. Le gare bandite di recente da Poste italiane prevedono l'affidamento
di servizi per un valore non superiore a 28 milioni di euro, con ricadute
significative sulle imprese, anche in termini di occupazione;
le agenzie di recapito hanno fatto fronte
alla contrazione del mercato dei servizi postali con grande impegno e
flessibilità, evitando tensioni occupazionali, anche grazie alla fattiva
collaborazione con le organizzazioni sindacali. Nonostante ciò, non si può non
registrare che, a tutt'oggi, diverse centinaia di lavoratori hanno perso il
lavoro e attendono, anche da anni, l'apertura di una vera e propria trattativa
nazionale che veda il coinvolgimento delle autorità competenti;
gli operatori privati, circa 70 fino al
2000, si sono moltiplicati a dismisura; si calcola che oggi le imprese titolari
di licenza siano oltre 2.500. L'autorizzazione all'esercizio del servizio viene
concessa a fronte di un versamento poco più che simbolico, senza alcun
controllo dei requisiti di solidità, tecnico-organizzativi, imprenditoriali
delle imprese e degli addetti al servizio in un settore molto delicato che
prevede anche il contatto con il pubblico, la sicurezza e la riservatezza della
corrispondenza e degli utenti del servizio;
allo stato attuale risulta che, sul
territorio nazionale, operano numerose aziende in regime di subappalto che non
applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro di settore,
si chiede di sapere:
quali iniziative il Ministro in indirizzo
intenda assumere al fine di verificare la coerenza delle strategie e delle
scelte organizzative adottate negli ultimi tempi dalla società Poste Italiane
con gli indirizzi e con le finalità del servizio pubblico universale, con
particolare riguardo alla gestione dei rapporti con gli operatori privati, al
fine di garantire elevati e omogenei standard qualitativi su
tutto il territorio nazionale, procedure di selezione degli affidatari dei
servizi che non penalizzino le piccole imprese e che prevedano l'applicazione e
il rispetto del contratto nazionale di lavoro di settore, nonché la tutela dei
livelli occupazionali;
se non ritenga doveroso attivare un tavolo
di concertazione tra tutti i soggetti cointeressati, allo scopo di concordare e
di avviare nell'immediato un piano per lo sviluppo del settore postale,
prevedendo iniziative specifiche per le piccole imprese del recapito e per i
lavoratori del settore.
Nessun commento:
Posta un commento