mercoledì 29 agosto 2012

Ex Cmp di Novara: lavoratori in trincea per difendere il loro futuro e non solo


Tribunanovarese
28 agosto 2012

Poste Italiane taglia 100 posti di lavoro. E il servizio per gli utenti è a rischio

Novara - Da un mese presidiano giorno e notte il piazzale davanti all’ingresso del Cmp di Novara. O meglio: di quello che era fino a poche settimane fa uno dei centri di eccellenza del servizio corrispondenza di Poste Italiane. Il secondo centro in Italia per qualità e servizi offerti dopo quello di Padova. Un gioiello, inaugurato una quindicina di anni fa, per il quale la stessa azienda ha investito solo negli ultimi anni la bellezza di 8 milioni di euro. Soldi che ora rischiano di venire bruciati dalla decisione di ridurre drasticamente gli occupati dell’(ex) Cmp di Novara. «L’obiettivo aziendale è di ridurre i costi facendo una semplice riduzione di 100 addetti qui a Novara che si dovranno spostare negli altri centri postali: a cominciare da quello lombardo di Roserio. Peccato che quello stesso centro sia destinato a chiudere entro 700 giorni, come ha già annunciato l’azienda. E quindi? Noi siamo qui per difendere il nostro lavoro, il Cmp di Novara e anche per difendere il servizio offerto ai cittadini. Questi tagli scellerati, inspiegabili a fronte del recentissimo investimento sul centro, avranno conseguenze negative sulla consegna della posta ai novaresi».
Sotto il gazebo a parlare sono i rappresentanti di tutti gli addetti del centro novarese che dal prossimo 3 settembre potrebbero venire “spediti” (come la posta che gestiscono ogni giorno) a lavorare in un altro centro. E nel frattempo vengono lasciati completamente all’oscuro sul proprio destino: ancora nessuna traccia dei colloqui personali che l’azienda si era impegnata ad attuare prima di decidere ogni spostamento del personale. «Già da agosto la posta di Vercelli e Biella viene lavorata a Torino – hanno spiegato i lavoratori – Qui rimane solo quella nostra novarese e quella del Vco. Tra pochi giorni perderemo anche il servizio stampa. Anche in questo caso viene accentrato a Torino. Perderemo più della metà dei prodotti postali finora gestiti. Con il paradosso che già oggi succede che se Torino non riesce a smaltire il carico di lavoro in più, ci chiedono di intervenire noi di Novara. E’ assurdo e non ha una logica in termini di risparmio aziendale…».
Di lavoratori ce ne sono tanti: quasi tutti hanno garantito la loro presenza al gazebo offrendo la loro presenza oltre l’orario di lavoro, sprecando tempo libero e tempo per le rispettive famiglie. C’erano, tra gli altri, Domenico Chiesa, Cesare Bacchetta, Stanislao Bentrovato e Pierangela Tropea. «Anche il servizio cosiddetto di posta pregiata, come le  assicurate, è destinato ad avere tempo più lunghi perché ogni lettera imbucata a Novara, andrà a Torino, verrà smistata e poi restituita a Novara e da qui spedita al destinatario. Prima si facevano pochi chilometri: oggi se ne perdono per ogni lettera 250…».
Sabato primo ottobre lavoratori e sindacati hanno programmato un grande corteo che parte dal Cmp e passa da via Chinotto, corso Risorgimento, viale Dante, corso della Vittoria, corso Cavour e via F.lli Rosselli, passando per Provincia, Prefettura, Comune e duomo. Si partirà alle 10 e lungo il percorso lavoratori e sindacati si dicono«disponibili ad accogliere, e ben volentieri, singoli cittadini e rappresentanti delle istituzioni perché qui si tratta di problemi quotidiani di tutti i novaresi». Oltre al taglio di cento posti di lavoro al Cmp di Novara, Poste Italiane ha in programma di tagliare 30 portalettere in Provincia (9 di questi su Novara città).
Accanto alle proteste dei lavoratori, i sindacati hanno rimarcato tutte le loro perplessità di un’azione aziendale che «ci spaventa perché potrebbe avere come obiettivo la chiusura totale del Cmp novarese». A parlare sono Diego Rossi, Slc-Cgil, Angelo Brocchetto, Slp-Cisl, Giuseppe Simula, Cobas-Ptcub, Massimo Scarpetta, Rsu-Cisl, Angelo Marino, Uil Poste e Raffaele Farinacci, Cobas-Ptcub (assente giustificato Silvio Rea, Failp Cisal). «Non vogliamo che la decisione aziendale venga attuata – dicono i sindacati – Novara perderà un importante centro industriale che serviva le province del quadrante con 200 addetti su 24 ore su 24 offrendo un servizio che la stessa azienda valuta di grande qualità». Qualcuno parla di «follia aziendale» e di «forzatura su mandato del governo» il quale avrebbe dato il via libera alla razionalizzazione aziendale. Lo stesso governo che ha indicato lo scorporo del settore finanziario di Poste Italiane come prioritario per lo sviluppo del “sistema Italia”. «Ma è invece vero il contrario: scorporando i due settori, corrispondenza e finanzia, si vuole tenere solo la parte buona dell’azienda dimenticando che anche nel servizio corrispondenza ci sono ampi margini di investimento, come per la gestione pacchi. Ma l’azienda non ci vuole sentire…». E fanno una controproposta per il Cmp di Novara che passa «dalla riattivazione del servizio di videocodifica in remoto, dal servizio giacenza per Equitalia e dal progetto Bari legato alla gestione ottimale per i portalettere: qui i margini di sviluppo ci sono, non buttiamo via tutto».
Il corteo di sabato sarà l’ennesima occasione per i lavoratori di far sentire la propria voce, sollecitando (ancora una volta) l’interessamento di politici e istituzioni. Da parte sua il vescovo ha già dato la sua disponibilità ad ascoltare i lavoratori fuori dal duomo.

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