Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-00516
presentato daInterrogazione a risposta scritta 4-00516
MICCOLI Marco
testo di
Martedì 21 maggio 2013, seduta n. 20
MICCOLI e PIAZZONI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
da circa novant'anni operano nel mercato dei servizi postali le agenzie di recapito meglio note come imprese private di appalti postali, le quali, sino all'anno 1999, hanno operato in regime di concessione dell'allora Ministero delle poste;
successivamente al recepimento della direttiva comunitaria 97/67/CE, mediante l'emanazione del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, che poneva fine a tali concessioni, il Governo invitava le Poste italiane a stipulare accordi di collaborazione con le agenzie di recapito al fine di salvaguardare le stesse imprese e i livelli occupazionali;
tali accordi si traducevano in affidamenti di corrispondenza ordinaria e raccomandata e servizi accessori di Poste italiane prorogati sino al 2007, anno in cui con un documento sottoscritto da agenzie di recapito, Poste italiane e Ministero delle comunicazioni – meglio noto comememorandum 11 dicembre 2007 – venivano definite le linee guida del processo di liberalizzazione dei servizi postali;
nell'anno 2008 Poste italiane affidava i servizi di consegna della propria corrispondenza ordinaria raccomandata e servizi accessori con appositi bandi di gara, determinando una contrazione considerevole del valore affidato alle imprese che da circa 70 milioni del 2000 si riduceva a 58 milioni nel 2008, a 40 milioni nel 2011 e infine a 28 milioni nell'ultimo bando del 2012; tale contrazione di fatturato ha comportato rilevanti riduzioni di personale nelle imprese private; solo nell'ultimo anno i livelli occupazionali a rischio ammontano a circa 2000 unità, di cui il 30 per cento già compromesse;
in alcune realtà come Roma e Napoli la dimensione del problema ha assunto livelli socialmente preoccupanti;
nel predetto memorandum si stabiliva che tra le parti sarebbero state avviate iniziative e soluzioni idonee a salvaguardare l'occupazione delle agenzie di recapito e di Poste italiane; quanto esposto si realizzava di fatto solo per Poste italiane a seguito dell'accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali del 28 febbraio 2013 firmata con le organizzazioni sindacali in cui si scongiuravano 9000 esuberi dichiarati dalla stessa azienda;
purtroppo, per le agenzie di recapito in appalto nessun intervento sino a oggi ha garantito la tenuta dei livelli occupazionali;
nel citato accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali del 28 febbraio 2013 veniva sottoscritto tra le parti l'apertura di un tavolo entro il mese di aprile 2013 per la discussione delle problematiche legate alla contrazione dei volumi e dei livelli occupazionali delle aziende in appalto;
a tutt'oggi nessuna trattativa nel merito si è mai instaurata, mentre aumenta lo stato di crisi economica e occupazionale delle imprese in appalto;
Poste italiane – ente a totale partecipazione statale, il cui ruolo e risultato economico assumono rilevante importanza per ciò che attiene alla responsabilità sociale del nostro Paese – chiude da diversi anni bilanci con profitti in costante crescita, che si evidenziano con il risultato di un miliardo e trentadue milioni di utile ottenuto nel 2012 –:
quali urgenti iniziative intenda adottare allo scopo di salvaguardare i duemila posti di lavoro nelle aziende degli appalti postali, anche mediante la convocazione di un tavolo di concertazione tra le parti interessate, le organizzazioni sindacali e gli organi istituzionali competenti, volto a garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. (4-00516)
da circa novant'anni operano nel mercato dei servizi postali le agenzie di recapito meglio note come imprese private di appalti postali, le quali, sino all'anno 1999, hanno operato in regime di concessione dell'allora Ministero delle poste;
successivamente al recepimento della direttiva comunitaria 97/67/CE, mediante l'emanazione del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, che poneva fine a tali concessioni, il Governo invitava le Poste italiane a stipulare accordi di collaborazione con le agenzie di recapito al fine di salvaguardare le stesse imprese e i livelli occupazionali;
tali accordi si traducevano in affidamenti di corrispondenza ordinaria e raccomandata e servizi accessori di Poste italiane prorogati sino al 2007, anno in cui con un documento sottoscritto da agenzie di recapito, Poste italiane e Ministero delle comunicazioni – meglio noto comememorandum 11 dicembre 2007 – venivano definite le linee guida del processo di liberalizzazione dei servizi postali;
nell'anno 2008 Poste italiane affidava i servizi di consegna della propria corrispondenza ordinaria raccomandata e servizi accessori con appositi bandi di gara, determinando una contrazione considerevole del valore affidato alle imprese che da circa 70 milioni del 2000 si riduceva a 58 milioni nel 2008, a 40 milioni nel 2011 e infine a 28 milioni nell'ultimo bando del 2012; tale contrazione di fatturato ha comportato rilevanti riduzioni di personale nelle imprese private; solo nell'ultimo anno i livelli occupazionali a rischio ammontano a circa 2000 unità, di cui il 30 per cento già compromesse;
in alcune realtà come Roma e Napoli la dimensione del problema ha assunto livelli socialmente preoccupanti;
nel predetto memorandum si stabiliva che tra le parti sarebbero state avviate iniziative e soluzioni idonee a salvaguardare l'occupazione delle agenzie di recapito e di Poste italiane; quanto esposto si realizzava di fatto solo per Poste italiane a seguito dell'accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali del 28 febbraio 2013 firmata con le organizzazioni sindacali in cui si scongiuravano 9000 esuberi dichiarati dalla stessa azienda;
purtroppo, per le agenzie di recapito in appalto nessun intervento sino a oggi ha garantito la tenuta dei livelli occupazionali;
nel citato accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali del 28 febbraio 2013 veniva sottoscritto tra le parti l'apertura di un tavolo entro il mese di aprile 2013 per la discussione delle problematiche legate alla contrazione dei volumi e dei livelli occupazionali delle aziende in appalto;
a tutt'oggi nessuna trattativa nel merito si è mai instaurata, mentre aumenta lo stato di crisi economica e occupazionale delle imprese in appalto;
Poste italiane – ente a totale partecipazione statale, il cui ruolo e risultato economico assumono rilevante importanza per ciò che attiene alla responsabilità sociale del nostro Paese – chiude da diversi anni bilanci con profitti in costante crescita, che si evidenziano con il risultato di un miliardo e trentadue milioni di utile ottenuto nel 2012 –:
quali urgenti iniziative intenda adottare allo scopo di salvaguardare i duemila posti di lavoro nelle aziende degli appalti postali, anche mediante la convocazione di un tavolo di concertazione tra le parti interessate, le organizzazioni sindacali e gli organi istituzionali competenti, volto a garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. (4-00516)
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