Buone notizie sul fronte dell’occupazione per diverse centinaia di lavoratori siciliani. L’azienda Poste italiane e i sindacati, hanno sottoscritto un importante accordo che riguarda la trasformazione della posizione lavorativa dei dipendenti con contratto in regime di “part-time”, in “full-time”.
Coinvolti circa 800 lavoratori (dei quali 200 nella provincia etnea) che prestavano servizio con orario ridotto. L’intesa prevede politiche attive del lavoro attraverso la trasformazione, secondo una graduatoria stilata sulla base dell’anzianità nel servizio, entro il 2013, di 150 rapporti di lavoro da part-time a full-time e di un numero ancora imprecisato nel 2014. Nello specifico 100 unità (50 nel mese di giugno e 50 nel mese di luglio) e ulteriori 50 entro il mese di dicembre. A Catania e provincia saranno una cinquantina gli impiegati interessati.
Grande soddisfazione della Cisl che vede così premiato il grande impegno profuso nell’aver dato vita a un forte impulso per lo sblocco della vicenda, insieme ad altre organizzazioni sindacali: Slc Cgil, Failp Cisal, Confsal Com, e Ugl Com. Solo la Uil Poste non ha firmato l’accordo: “Accogliamo con favore la soluzione di tale vertenza anche perché l’elevato numero di part-time – spiega il segretario regionale della Cisl Poste, Giuseppe Lanzafame – rispetto ai full-time ha creato squilibri e difficoltà organizzative enormi per il lavoro di sportello che il front-office svolge, quotidianamente, con i clienti”. “Si esce dunque dalla precarietà – commenta soddisfatto Lanzafame -. Non solo, secondo l’accordo anche i dipendenti che vogliono lasciare il posto ai figli, lo possono fare fino al raggiungimento di quel 13 per cento di part-time previsto”.
Nell’ambito di tale intesa, l’aliquota del 10 per cento del numero dei rapporti a tempo parziale con contratto a tempo indeterminato in forza dal 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, è incrementata di un ulteriore 3% fino al limite del 13%. Ciò consentirà ulteriori ingressi di giovani che saranno assunti “part-time” al posto di genitori che volontariamente lasciano il servizio. Una forma di assunzione fino a ieri “bloccata”.
L.A.
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