domenica 21 aprile 2013

Rischio pignoramenti conti correnti dei pensionati


InfoOggi
CRONACA
22/04/2013, 07:30 A CURA DI REDAZIONE
RESPONSABILE CATEGORIA: SERENA CASU

ROMA, 22 APRILE 2013 - Nella giornata del 16 aprile scorso ho fatto presentare una interrogazione al Senato della Repubblica e rivolta ai Ministri dell’Economia e del Lavoro per far presente il grave problema sui pignoramenti dei conti correnti dei pensionati e successivamente, nella stessa giornata, è stata fatta oggetto di attento esame da altri rappresentanti legislativi che subito dopo a distanza di poche ore hanno presentato una interrogazione alla Camera e una mozione al Senato da parte di tutto il Gruppo della Lega Nord e Autonomie. 

L'articolo 72-ter del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973, introdotto dal decreto-legge n. 16 del 2012 con l'obiettivo di modificare i limiti di pignorabilità da parte dei concessionari della riscossione, ha previsto che il creditore o l'agente della riscossione possa procedere al pignoramento di stipendi, salari o altre indennità relative al rapporto di lavoro o dovute a causa del licenziamento nella misura di un decimo per importi fino a 2.500 euro e un settimo per importi da 2.500 a 5.000 euro, mentre, per quanto riguarda gli importi superiori, il prelievo operato dal pignoramento esattoriale ritorna a configurarsi con quello previsto dalla normativa previgente nella misura di un quinto. 

Malgrado la riformulazione della norma, sussiste il rischio che il creditore o il concessionario della riscossione aggredisca direttamente l'intera capienza del conto corrente del debitore, piuttosto che avviare una procedura coattiva di pignoramento dello stipendio o della pensione dello stesso, aggirando nei fatti i limiti di pignorabilità introdotti dal legislatore. 

Nei fatti il creditore o concessionario della riscossione può aggredire tutti i risparmi di precedenti mensilità presenti sul conto corrente del pensionato o del lavoratore, bloccando anche le somme che confluiscono nel conto corrente fino alla data dell'udienza di assegnazione. 

L'attuale configurazione della norma, permettendo l'aggressione dell'intera capienza dei conti correnti dei debitori, lavoratori e pensionati già vessati e spesso in oggettive difficoltà economiche, permette che costoro rimangano privi di tutela e di qualsivoglia garanzia economica. 

Anche Equitalia ci mette la sua: negli scorsi giorni, ha dichiarato alla redazione di un noto giornale che, in assenza di nuove regole, essa continuerà a pignorare il 100% dei conti correnti dei pensionati morosi, a meno che questi non diano prova che sul conto affluiscano solo i redditi previdenziali. Una prova davvero impossibile e che, comunque, crea una situazione di disparità (incostituzionale) con i pensionati che percepiscono anche redditi di altra natura. 

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, in audizione alla Commissione speciale della Camera, ammette che il problema del pignoramento degli stipendi sta diventando serio e chiede la revisione della attuale normativa introdotta con il decreto “Salva Italia” , nello stesso momento l’amministrazione fiscale – dal medesimo Befera diretta – continua a utilizzare l’anagrafe tributaria per stanare i conti correnti dei pensionati ed effettuare il pignoramento di tutta la pensione. 

E’ doveroso, inoltre, sottolineare come Equitalia abbia una corsia preferenziale per accedere allo strumento del pignoramento presso terzi sui conti correnti bancari e postali rispetto agli altri creditori. Il concessionario della riscossione può, infatti, avvalersi delle disposizioni ex articolo 72-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973 e ordinare direttamente all'istituto bancario o all'ente Poste italiane il pagamento di una somma in denaro senza la necessità di una preventiva citazione in giudizio. 

in un momento drammatico come quello che sta attraversando l'Italia, colpita dalla grave crisi economica finanziaria, l'obiettivo primario deve essere la tutela di quel sistema di garanzia che si fonda sul rispetto dei principi e valori che rappresentano il motore di un Paese civile. Non è più tollerabile che siano violati i fondamentali diritti dei cittadini, primo tra tutti la possibilità di condurre una vita dignitosa, 

Nelle interrogazioni al Senato e alla Camera e nella mozione si chiede di impegnare il Governo a prevedere in tempi rapidi, attraverso l'utilizzo della normativa d'urgenza, azioni di competenza finalizzate all'abrogazione della lettera c), comma 2, art. 12 del decreto-legge n. 201 del 2011.

Il Segretario Generale FILP/Conf. Lavoratori 
Giuseppe Giordano 

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