sabato 26 maggio 2012
INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO
INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO
(nuova normativa)
Dal primo gennaio 2010 la domanda di accertamento d’invalidità, handicap e disabilità si
presentata all’INPS e non più alle aziende USL. Le competenti commissioni ASL sono integrate
da un medico INPS.
Le due novità, che ad una superficiale lettura possono sembrare marginali, hanno dei risvolti
operativi di notevole impatto. Non a caso, già dall’indomani dell’approvazione della legge
102/2009, l’INPS ha iniziato progettare e ad organizzarsi per la nuova gestione. Tale “disegno”
ha trovato formalizzazione nella Determinazione del Commissario Straordinario del 20 ottobre
2009, n. 189 che fissa le linee guida e le modalità operative dei procedimenti.
Queste indicazioni sono state perfezionate e diffuse attraverso la Circolare INPS 28 dicembre
2009 n. 131.
Le linee guida
La piena trasparenza dei procedimenti è il primo obiettivo che viene perseguito, soprattutto
attraverso strumenti e modalità informatici e telematici. La presentazione delle domande e
l’archiviazione di tutti gli atti avverranno attraverso un sistema informatico gestito dall’INPS,
garantendo così, quando il sistema sarà a regime, la tracciabilità di qualsiasi procedura in
tempo reale.
L’Altro obiettivo è quello dell’uniformità dei modelli di presentazione della domanda e dei
relativi verbali di accertamento, messi a disposizione dall’INPS superando così l’attuale
disomogeneità di questi atti a livello locale.
Un ultimo interessante obiettivo e quello di mantenere i tempi dei procedimenti che vanno
dalla domanda alla concessione delle eventuali provvidenze economiche entro 120 giorni.
Tempi ben più ristretti rispetto a quelli precedentemente adottati.
L’informatizzazione
L’intera gestione del procedimento, come detto, è informatizzata attraverso un’applicazione
specifica (“Invalidità Civile 2010” – InvCiv 2010), disponibile sul sito dell’INPS (www.inps.it).
L’accesso all’applicazione è consentito solo agli utenti muniti di PIN (Personal Identification
Number), cioè di un codice d’identificazione univoco, rilasciato dallo stesso INPS.
Possono accedere al sistema, con diversi gradi e modalità di autorizzazione i Cittadini, i medici
certificatori, i patronati sindacali, le associazioni di categoria, le Commissioni Asl e il personale
autorizzato dell’INPS:
Il Cittadino stesso può, quindi presentare la domanda di accertamento (anche se forse è
preferibile appoggiarsi ad un patronato sindacale), ma soprattutto seguire l’iter della propria
pratica dal momento della richiesta di visita all’erogazione delle eventuali provvidenze.
Per far ciò, tuttavia, deve richiedere il PIN. Può farlo inoltrando la richiesta direttamente dal
sito dell’INPS (www.inps.it), sezione dei Servizi online (inserendo i dati richiesti saranno
visualizzati i primi otto caratteri del PIN; la seconda parte del codice sarà successivamente
recapitata per posta ordinaria) oppure, in alternativa, tramite Contact Center INPS (803164).
Ma vediamo quali le diverse fasi che bisogna fare.2
La certificazione medica
Come nei procedimenti attuali, per prima cosa bisogna rivolgersi al medico di base (medico
certificatore) per il rilascio del certificato introduttivo.
Basandosi sui modelli di certificazione predisposti dall’INPS, il medico deve attestare la natura
delle infermità invalidanti, riportare i dati anagrafici, le patologie invalidanti da cui il soggetto è
affetto con l’indicazione obbligatoria dei codici nosologici internazionali (ICD‐9). Dovrà, se
presenti, indicare le patologie elencate nel Decreto Ministeriale 2 agosto 2007 che indica le
patologie stabilizzate o ingravescenti che non danno titolo alla non rivedibilità. Infine dovrà
indicare l’eventuale sussistenza di una patologia oncologica in atto.
Questo certificato – è questa la novità – va compilato su supporto informatico ed inviato
telematicamente.
Anche i medici certificatori, per eseguire questa operazione, devono prima “accreditarsi”
presso il sistema richiedendo un PIN che li identificherà in ogni successiva certificazione.
Una volta compilato il certificato, il sistema genera un codice univoco che il medico consegna
all’interessato.
Il medico deve anche stampare e consegnare il certificato introduttivo firmato in originale, che
il Cittadino deve poi esibire al momento della visita.
La ricevuta indica il numero di certificato che il Cittadino deve riportare nella domanda per
l’abbinamento dei due documenti.
Il certificato ha validità 30 giorni: se non si presenta in tempo la domanda, il certificato scade e
bisogna richiederlo nuovamente al medico.
La domanda
Una volta in possesso del certificato introduttivo, il Cittadino può presentare la domanda di
accertamento. Può farlo automaticamente, dopo aver acquisito il PIN, oppure attraverso gli
enti abilitati: associazioni di categoria, patronati sindacali, CAAF, altre organizzazioni.
In questa fase si abbina il certificato rilasciato dal medico (presente nel sistema) alla domanda
che si sta presentando.
Nella domanda sono da indicare i dati personali e anagrafici, il tipo di riconoscimento richiesto
(handicap, invalidità, disabilità), le informazioni relative alla residenza e all’eventuale stato di
ricovero.
Il Cittadino può indicare anche una casella di posta elettronica (che se è certificata consente
comunicazioni valide da un punto di vista burocratico) per ricevere le informazioni sul flusso
del procedimento che lo riguarda.
Tutte le “fasi di avanzamento” possono essere consultate anche online nel sito dell’INPS, sia
dal Cittadino che dai soggetti abilitati grazie al codice d’ingresso (PIN).
La ricevuta e la convocazione della visita
Per ogni domanda inoltrata, il sistema genera una ricevuta con il protocollo della domanda.
La procedura informatica propone poi un’agenda di date disponibili per l’accertamento presso
la Commissione dell’Azienda USL.
Il Cittadino, può scegliere la data di visita o indicarne una diversa da quella proposta,
scegliendola tra le ulteriori date indicate dal sistema.
Vengono fissati indicativamente nuovi limiti temporali:
‐ per l’effettuazione delle visite ordinarie è previsto un tempo massimo di 30 giorni dalla
data di presentazione della domanda.3
Se non è possibile, in tempo reale, fissare la visita entro l’arco temporale massimo, a causa
dell’indisponibilità di date nell’agenda, la procedura può segnalare date successive al limite
previsto, oppure registrare la domanda e riservarsi di definire in seguito la prenotazione della
visita.
Una volta definita la data di convocazione, l’invito a visita è visibile nella procedura informatica
(visualizzato su internet) e viene comunicato con lettera con raccomandata con avviso di
ricevimento, all’indirizzo e all’e‐mail eventualmente comunicata.
Nelle lettere d’invito alla visita sono riportati i riferimenti della prenotazione (data, orario,
luogo di visita), delle avvertenze riguardanti la documentazione da portare all’atto della visita
(documento d’identità valido; stampa originale del certificato firmata dal medico certificatore;
documentazione sanitaria, ecc…), e delle modalità da seguire in caso d’impedimento a
presentarsi a visita, nonché le conseguenze che possono derivare dall’eventuale assenza alla
visita.
Nella stessa lettera viene ricordato che:
‐ il Cittadino può farsi assistere, durante la visita, da un suo medico di fiducia;
‐ in caso d’impedimento, può chiedere una nuova data di visita collegandosi al sito dell’INPS
e accedendo al Servizio online con il proprio codice d’identificazione personale (PIN);
‐ se assente alla visita, verrà comunque nuovamente convocato. La mancata presentazione
anche alla successiva visita sarà considerata a tutti gli effetti come una rinuncia alla
domanda, con perdita di efficacia della stessa.
Visita domiciliare
Nel caso in cui la persona sia intrasportabile (il trasporto comporta un grave rischio per
l’incolumità e la saluta della persona) è possibile richiedere la visita domiciliare.
Anche in questo caso la procedura è informatizzata e spetta al medico abilitato a rilasciare il
certificato introduttivo.
Il certificato medico di richiesta di visita domiciliare va inoltrato almeno 5 giorni prima della
data già fissata per la visita ambulatoriale.
E’ poi il Presidente della Commissione dell’Azienda USL a valutare il merito della certificazione
e disposizione o meno la visita domiciliare.
In caso di accoglimento, il Cittadino viene informato della data e dell’ora stabilita per la visita
domiciliare, altrimenti viene indicata una nuova data d’invito a visita ambulatoriale. Tali
comunicazioni saranno notificate con le modalità già descritte (visualizzazione del sito internet,
eventuale invio per posta elettronica, lettera raccomandata).
La verifica
Fino al 31 dicembre 2009 tutti i verbali emessi dalle Commissioni ASL dovevano essere inviati
alla Competente Commissione INPS per la verifica e la convalida. La Commissione INPS aveva
tempo 60 giorni, dalla ricezione dei verbali, per convalidare il verbale oppure per sospenderlo
e chiedere chiarimenti all’Azienda USL oppure riconvocare a visita l’interessato. Trascorsi 60
giorni vige il principio di silenzio assenso. Nessuna norma fissa il tempo massimo di invio dei
verbali, da parte delle Commissioni ASL all’INPS. Anche su tale passaggio le novità sono
sostanziali.4
Come già detto le Commissioni ASL sono integrate con un medico INPS e questo può
rappresentare un vantaggio in termini di tempi, oltre che ‐ sicuramente – di risparmi di
gestione.
Infatti, se al termine della visita il verbale viene approvato all’unanimità, il verbale, validato dal
Responsabile del Centro Medico Legale dell’INPS, viene spedito all’interessato da parte
dell’INPS stesso.
Se il verbale dà diritto a prestazioni economiche (pensioni, indennità, assegni), viene anche
attivato il flusso amministrativo per la relativa concessione ed erogazione e quindi inviato
anche all’ente concessore “messo in lavorazione”.
Se al termine della visita di accertamento, invece, il parere non è unanime, l’INPS sospende
l’invio del verbale e acquisisce gli atti che vengono esaminati dal Responsabile del Centro
Medico Legale dell’INPS. Questi può validare il verbale entro 10 giorni oppure procedere ad
una nuova visita nei successivi 20 giorni.
La visita in questo caso, viene effettuata, oltre da un medico INPS (diverso da quello presente
in Commissione ASL), da un medico rappresentante delle associazioni di categoria (ANMIC,
ENS, UIC, ANFFAS) e, nel caso di valutazione dell’handicap, da un operatore sociale (per
certificazioni relative alla legge 104/1992 e 68/1999).
La Commissione medica può avvalersi della consulenza di un medico specialista della patologia
oggetto di valutazione. Le consulenze potranno essere effettuate da medici specialisti INPS o
da medici convenzionati con l’Istituto.
L’invio del verbale
Come detto, il verbale viene inviato al Cittadino dall’INPS.
Le versioni inviate sono due: una contenente tutti i dati sensibili e una contenente solo il
giudizio finale per gli usi amministrativi.
Se il giudizio finale prevede l’erogazione di provvidenze economiche, il Cittadino viene invitato
ad inserire online i dati richiesti (ad esempio reddito personale, eventuale ricovero a carico
dello Stato, frequenza a scuole o centri di riabilitazione, coordinate bancarie).
Anche queste informazioni finiscono nella “banca dati” e completano il profilo della persona ai
fini dell’invalidità civile, handicap e disabilità. E anche per queste procedure è bene farsi
assistere da un patronato sindacale, un associazione o un soggetto abilitato.
Il procedimento si conclude con l’erogazione delle provvidenze economiche e nei casi in cui ne
sia riconosciuto il diritto sulla base dei requisiti sanitari e di diritto.
I fascicoli elettronici dei verbali conclusi vengono archiviati nel Casellario Centrale d’invalidità
gestito dall’INPS.
Domande e visite precedenti
La circolare INPS del 28 dicembre 2009, n. 131 fornisce anche precisazioni rispetto alle
domande presentate prima del 31 dicembre 2009, o alle visite effettuate prima di quella data.
Le domande con visite effettuate dalle Commissioni Asl entro il 31 dicembre 2009, non
entrano nella nuova procedura e continuano ad essere gestite secondo l’iter precedente.
La verifica dei verbali e quindi l’accertamento definitivo spetta comunque all’INPS, che
esamina con un medico rappresentante delle associazioni di categoria (ANMIC, ENS, UIC,
ANFFAS) e dell’operatore sociale nei casi previsti dalla legge. L’accertamento potrà consistere
nell’esame della documentazione agli atti o nella programmazione della nuova visita.
Al contrario i verbali relativi alle domande presentate entro il 31 dicembre 2009, con visite
effettuate dal 1 gennaio 2010, sono gestite con le nuove modalità informatiche.
Sui verbali deve essere evidenziato se il giudizio medico legale sia stato espresso all’ unanimità
o a maggioranza della Commissione medica integrata, e su questi verbali seguono le
approvazioni e le verifiche di cui si è già detto.5
Visite di revisione
L’indicazione riguarda tutti quei casi nei verbali sia già stata prevista una revisione successiva.
La Circolare INPS 131/2009 precisa che “le prestazioni per le quali sono già indicate negli
archivi dell’Istituto le date di scadenza, saranno caricate in automatico nella procedura
INVCIV2010 e potranno quindi essere gestite interamente con il nuovo iter procedurale. La
programmazione dei calendari di visita dovrà ovviamente essere effettuata dall’Asl.
Atteso che dalle procedure di revisione sono esclusi i soggetti di cui al DM 2/08/2007, il medico
INPS che integra la Commissione medica, avrà cura di esaminare gli atti contenuti nel fascicolo
sanitario dell’ASL relativamente ai soggetti portatori delle patologie ricomprese nel citato DM,
al fine di escludere ogni ulteriore accertamento”.
Si suggerisce a chi sia in possesso di un verbale (d’invalidità o di handicap) a scadenza, di
rivolgersi comunque alla propria Azienda USL per avere conferma della procedura adottata e
dei tempi di attesa.
Ricordiamo, infatti che alla scadenza del verbale, decadono tutte le prestazioni economiche e i
benefici (ad esempio, permessi e congedi lavorativi) precedentemente concessi.
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