giovedì 31 maggio 2012

Poste italiane: "Atteggiamento strabico". Sindacati contro il taglio dei servizi

Dal quotidiano Repubblica del 31 maggio 2012
Per le sigle di rappresentanza ci sarebbero delle contraddizioni fra lo stato di salute economico dell'azienda, che l'anno scorso "ha chiuso con utili di 180 milioni", e le scelte di riduzione del personale. Ma per 20 addetti scatta l'assunzione Utili e stabilizzazioni (per via giudiziaria) da una parte, tagli dall’altra. E’ la visione "strabica" di Poste Italiane secondo i sindacati Slc-Cgil, Uil Poste e Slp-Cisl che evidenziano "le contraddizioni" nel comportamento dell’azienda: “Da una parte sbandiera i suoi profitti, dall’altra procede a riduzioni di personale e ad inviti per il pensionamento con il metodo contributivo” dicono le parti sociali nel corso di una conferenza stampa. Il 18 maggio scorso, rendono noto le sigle, Poste Italiane ha assunto a Parma con contratto a tempo indeterminato circa 20 lavoratori dopo un ricorso giudiziario. L'episodio ha riguardato l’intera Penisola e, mediante gli strumenti legali, ha prodotto “la stabilizzazione di lavoratori che in precedenza avevano prestato opera con contratto a tempo determinato, lavoratori che dovranno tuttavia rinunciare agli arretrati”. Fanno notare i sindacati che si tratta di un accordo meno vantaggioso di quello, di forme analoghe, ottenuto nel 2006. Nonostante questo consolidamento, le organizzazioni sindacali di categoria provinciali sono preoccupate dalla volontà di Poste Italiane di procedere ad un'ulteriore riorganizzazione sia del recapito che della sportelleria: sarebbero previste 50 zone in meno per il recapito, 20 uffici postali chiusi e 5 razionalizzati nelle chiusure e aperture. “In ogni caso – lamenta Angelo Fiorillo della Cisl – non capiamo quale sia la ragione dei tagli previsti da Poste Italiane a fronte degli 870milioni di utili con i quali si è chiuso il bilancio dell’anno scorso. A fronte di una riduzione della corrispondenza non sono stati previsti investimenti. L’intenzione dell’azienda è di non farsi carico dell’organizzazione”. D’accordo Daniela Campanini, Uil: “Ci preoccupa soprattutto una riorganizzazione che prevede il taglio di cinque zone di recapito. Occorre pensare a come ricollocare di lavoratori, inoltre Banco posta è il servizio che finora ha prodotto più utili”. Secondo Silvia Avanzini, Cgil, Poste Italiane starebbero inoltre chiamando le lavoratrici “per convincerle ad andare in pensione con il metodo contributivo, a Parma sono già state chiamare circa 35 dipendenti”. Inoltre, Poste Italiane sta procedendo - con la riforma Fornero che ancora non ha risolto definitivamente il capitolo esodati - ad incentivi all'esodo, che interessano soprattutto le donne. A questo proposito i sindacati di categoria sollecitano le lavoratrici a prendere contatti con le organizzazioni sindacali in quanto il passaggio al contributivo risulta altamente penalizzante sul sistema di calcolo della pensione, ed è comunque opportuno, per una scelta consapevole, verificare le ipotesi di uscita. (31 maggio 2012)

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