Corriere di Como.it
DOMENICA 22 SETTEMBRE 2013
La stangata allo sportello
Denunciato un dipendente dell’ufficio centrale delle Poste
Denunciato un dipendente dell’ufficio centrale delle Poste
L’accusa, alla fine, è di truffa informatica. Il cuore della
frode, però, è di vecchio stampo, tutt’altro che digitale.
Perché a “rubare” i codici segreti, indispensabili per avere accesso ai soldi di ignari risparmiatori, era un dipendente dell’ufficio postale centrale di Como. Forte della fiducia dei clienti, si faceva consegnare la carta personale e spiava i dati per poi riferirli ai complici.
Oltre una cinquantina le vittime già accertate, più di 100mila gli euro sottratti dai conti dei truffati, anche se gli agenti della polizia postale sono convinti che il raggiro possa essere stato più ampio.
La svolta di un’indagine che procedeva da mesi è avvenuta giovedì scorso.
Il dipendente infedele è stato denunciato a piede libero e, in attesa degli accertamenti, mandato in ferie forzate.
Il complice è stato invece arrestato e rinchiuso a San Vittore. È un 35enne di Alserio che, seppure agli arresti domiciliari, “lavorava” da casa. Perquisendo la sua abitazione, gli agenti di polizia hanno scoperto un personal computer portatile nascosto tra le tegole del sottotetto e numerose chiavette prepagate Internet disseminate nel fienile.
Il cuore della frode, come detto, era l’ufficio centrale di Poste Italiane di Como, in via Gallio.
Il dipendente denunciato, secondo quanto accertato dai poliziotti, con una scusa qualsiasi si faceva consegnare la tessera Postepay dai clienti che andavano allo sportello per una ricarica o altre operazioni. Una volta avuta la card tra le mani, senza farsi notare controllava il codice riservato indicato sul retro della tesserina.
Ottenere tutte le altre informazioni, regolarmente registrate nella banca dati di Poste Italiane, richiedeva al dipendente pochi secondi.
Il pacchetto di informazioni, compreso di codice segreto, veniva poi girato al 35enne di Alserio.
Gli agenti della polizia postale, però, non escludono il coinvolgimento di altri complici, tra i quali un romeno arrestato già alcuni mesi fa nell’ambito di un’altra inchiesta per reati simili. Dalla sua abitazione, il comasco si occupava di gestire i soldi rubati alle Postepay delle vittime, spesi per acquisti online ma soprattutto ricariche telefoniche e trasferimenti di denaro a complici all’estero o in Italia. Le somme rubate venivano inoltre utilizzate per ricaricare conti- gioco, ad esempio per il poker online.
«Si tratta di una nuova modalità per “pulire” soldi sporchi - ha detto Nicola Pagani, ispettore capo della polizia postale di Como - Una volta caricati i soldi sul sito, il giocatore sfida quello che in realtà è un complice, che “casualmente” vince tutte le partite e intasca in questo modo l’intera somma».
Gli agenti della postale hanno già accertato oltre 50 vittime, per una somma totale sottratta che supera i 100mila euro.
Oltre alle card di Postepay, sembra che l’organizzazione clonasse anche altre carte di credito di diversi istituti bancari, ipotesi sulla quale ora sono in corso ulteriori indagini.
«Abbiamo motivo di pensare che il numero dei truffati possa essere più ampio - sottolinea l’ispettore capo Pagani - Tra le denunce già presentate andremo a verificare se ci siano casi riconducibili a questa indagine. Se ci fossero poi altri cittadini che pensano di poter essere stati raggirati li invitiamo a farsi avanti».
«Il nostro impegno contro questo tipo di reati è sempre massimo - ha aggiunto Sebastiano Scarabelli, responsabile territoriale Lombardia di Poste Italiane specializzato proprio nel contrasto alle frodi - Purtroppo, nel caso del coinvolgimento di un dipendente la prevenzione è praticamente impossibile. La posizione dell’impiegato denunciato al momento è al vaglio degli organi disciplinari. I clienti in grado di dimostrare di essere stati derubati possono farsi avanti per il risarcimento».
Perché a “rubare” i codici segreti, indispensabili per avere accesso ai soldi di ignari risparmiatori, era un dipendente dell’ufficio postale centrale di Como. Forte della fiducia dei clienti, si faceva consegnare la carta personale e spiava i dati per poi riferirli ai complici.
Oltre una cinquantina le vittime già accertate, più di 100mila gli euro sottratti dai conti dei truffati, anche se gli agenti della polizia postale sono convinti che il raggiro possa essere stato più ampio.
La svolta di un’indagine che procedeva da mesi è avvenuta giovedì scorso.
Il dipendente infedele è stato denunciato a piede libero e, in attesa degli accertamenti, mandato in ferie forzate.
Il complice è stato invece arrestato e rinchiuso a San Vittore. È un 35enne di Alserio che, seppure agli arresti domiciliari, “lavorava” da casa. Perquisendo la sua abitazione, gli agenti di polizia hanno scoperto un personal computer portatile nascosto tra le tegole del sottotetto e numerose chiavette prepagate Internet disseminate nel fienile.
Il cuore della frode, come detto, era l’ufficio centrale di Poste Italiane di Como, in via Gallio.
Il dipendente denunciato, secondo quanto accertato dai poliziotti, con una scusa qualsiasi si faceva consegnare la tessera Postepay dai clienti che andavano allo sportello per una ricarica o altre operazioni. Una volta avuta la card tra le mani, senza farsi notare controllava il codice riservato indicato sul retro della tesserina.
Ottenere tutte le altre informazioni, regolarmente registrate nella banca dati di Poste Italiane, richiedeva al dipendente pochi secondi.
Il pacchetto di informazioni, compreso di codice segreto, veniva poi girato al 35enne di Alserio.
Gli agenti della polizia postale, però, non escludono il coinvolgimento di altri complici, tra i quali un romeno arrestato già alcuni mesi fa nell’ambito di un’altra inchiesta per reati simili. Dalla sua abitazione, il comasco si occupava di gestire i soldi rubati alle Postepay delle vittime, spesi per acquisti online ma soprattutto ricariche telefoniche e trasferimenti di denaro a complici all’estero o in Italia. Le somme rubate venivano inoltre utilizzate per ricaricare conti- gioco, ad esempio per il poker online.
«Si tratta di una nuova modalità per “pulire” soldi sporchi - ha detto Nicola Pagani, ispettore capo della polizia postale di Como - Una volta caricati i soldi sul sito, il giocatore sfida quello che in realtà è un complice, che “casualmente” vince tutte le partite e intasca in questo modo l’intera somma».
Gli agenti della postale hanno già accertato oltre 50 vittime, per una somma totale sottratta che supera i 100mila euro.
Oltre alle card di Postepay, sembra che l’organizzazione clonasse anche altre carte di credito di diversi istituti bancari, ipotesi sulla quale ora sono in corso ulteriori indagini.
«Abbiamo motivo di pensare che il numero dei truffati possa essere più ampio - sottolinea l’ispettore capo Pagani - Tra le denunce già presentate andremo a verificare se ci siano casi riconducibili a questa indagine. Se ci fossero poi altri cittadini che pensano di poter essere stati raggirati li invitiamo a farsi avanti».
«Il nostro impegno contro questo tipo di reati è sempre massimo - ha aggiunto Sebastiano Scarabelli, responsabile territoriale Lombardia di Poste Italiane specializzato proprio nel contrasto alle frodi - Purtroppo, nel caso del coinvolgimento di un dipendente la prevenzione è praticamente impossibile. La posizione dell’impiegato denunciato al momento è al vaglio degli organi disciplinari. I clienti in grado di dimostrare di essere stati derubati possono farsi avanti per il risarcimento».
Anna Campaniello
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