sabato 8 settembre 2012

La direttrice delle Poste deruba l’intero paese


08/09/2012 - Scoperta quando è andata in ferie

Prelievo dopo prelievo
ha intascato 700 mila euro

GAETANO MAZZUCCA
REGGIO CALABRIA
Melicuccà - Reggio Calabria
I risparmi di un intero paese passavano ogni giorno dalle sue mani. Direttrice e unica dipendente dell’ufficio postale di Melicuccà, in provincia di Reggio Calabria, Rosa Pustorino era certa che nessuno l’avrebbe mai scoperta. Ha commesso un unico errore: andare in ferie. Quei pochi giorni di vacanza le sono costati il carcere. In sua assenza il sistema che aveva escogitato è andato in tilt svelando ai mille abitanti del piccolo centro in provincia di Reggio Calabria il raggiro di cui erano vittime da anni. Almeno 700mila euro sono stati sottratti dai conti correnti, ma gli accertamenti sono solo all’inizio e alla fine è probabile che si arriverà a superare il milione.

Due giorni dopo essere andata in ferie, al piccolo ufficio postale si è presentata una signora chiedendo di ritirare una somma di denaro. Quando l’impiegato le ha risposto che sul suo conto non c’era un euro, la donna è corsa dai carabinieri con in mano l’ultimo estratto conto in cui risultavano oltre 44mila euro. La disperazione della signora in poche ore ha fatto il giro del paese, così il giorno seguente all’ufficio postale si sono presentati decine di correntisti per controllare i loro risparmi. Per molti l’incubo di perdere tutto è diventato realtà. In quei giorni gli abitanti del paese calabrese sono arrivati a inscenare forme di protesta, in un caso addirittura arrivando a tenere un sit-in davanti all’ufficio postale. I carabinieri, però, erano già al lavoro. Scattata la perquisizione all’interno dell’ufficio postale, l’attenzione degli investigatori si è concentrata su un armadio chiuso a chiave in cui la direttrice diceva di tenere caramelle e cioccolate. Al posto dei dolci, invece, è stata trovata un’agendina in cui erano riportati alcuni nominativi abbinati a cifre. Da Reggio Calabria, in quei giorni di inizio agosto, è giunto anche il responsabile provinciale delle Poste, è venuto fuori che alcune stranezze dell’ufficio di Melicuccà erano finite all’attenzione del servizio di gestione delle frodi, Fraud Management. A fine giugno alcuni funzionari della struttura avevano effettuato un’ispezione e il comportamento della direttrice era stato così sospetto da far decidere ai vertici delle Poste di inviare un dipendente, nel periodo di ferie della Pustorino, a controllare. A quel punto è bastato poco per ricostruire il meccanismo utilizzato dalla ormai ex direttrice. In gergo viene chiamato il sistema della «forzatura». Secondo quanto accertato dagli inquirenti, la Pustorino sarebbe riuscita a fotocopiare i libretti entrando così in possesso dei dati necessari per entrare nel sistema ed effettuare i prelievi di denaro. Le potenziali vittime sarebbero state scelte tra gli utenti sui cui conti figuravano pochissime movimentazioni di denaro. Nel caso in cui qualche cliente avesse voluto ritirare da un conto che la direttrice aveva in precedenza «prosciugato», lei stessa interveniva utilizzando o denari personali o soldi sottratti da altri libretti. Un delitto perfetto, o quasi. Tra il 2010 e il 2012 la direttrice si sarebbe così impossessata di almeno 700mila euro «prelevando importi non superiori a 5mila euro, per non destare sospetti e non attirare l’attenzione degli organismi centrali di controllo, ed effettuando giroconti su rapporti postali ancora in corso di identificazione». Diciotto le parti offese individuate al momento dai carabinieri e dalla Procura di Palmi, ma il numero sembra destinato a salire. Due anziani coniugi si sono visti sparire sotto gli occhi i risparmi di una vita: 76mila euro. Poste italiane ha comunque già annunciato che si impegnerà a restituire i denari ai cittadini di Melicuccà. Dopo la prima denuncia a suo carico, Rosa Pustorino era stata trasferita in un altro ufficio, dove, però, non ha mai preso servizio adducendo motivi di salute. Per il gip che ha disposto l’arresto c’è il rischio che possa reiterare il reato «in quanto dotata di buone conoscenze in ordine alla procedura contabile relativa alle operazioni finanziarie». Il suo conto corrente è sotto sequestro e in queste ore gli inquirenti stanno ricostruendo i movimenti per capire che fine abbia fatto tutto quel denaro. «Va sottolineata - ha detto il procuratore della Repubblica aggiunto di Palmi, Emanuele Crescenti – l’importanza della collaborazione delle parti offese. La speranza è che questo contributo da parte della gente si riscontri anche per altri reati in cui non ci sia un coinvolgimento personale».

LA STAMPA.IT/CRONACHE

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