lunedì 10 settembre 2012

Poste, 856 firme contro la chiusura. Sono state raccolte nelle frazioni di Bolzano Bellunese, Tisoi, Gioz e Vezzano e consegnate a prefetto e sindaco


BELLUNO. I residenti di Bolzano Bellunese, Vezzano e Tisoi dicono no alla chiusura dell'ufficio postale di via Lechner. E lo dicono con una raccolta di firme, già presentata al prefetto e al sindaco di Belluno. Sono 856 i consensi (più della metà dei residenti) ottenuti dalla petizione voluta da alcune associazioni frazionali e dallo stesso comitato per la gestione degli usi civici.
La raccolta è partita a luglio, quando si è venuti a conoscenza dell’intenzione di Poste Italiane di chiudere una trentina di uffici nella provincia: tra questi, appunto, quello di Bolzano. Subito, cittadini e associazioni si sono mobilitati. «Non si può chiudere un ufficio di questo tipo, perché verrebbe a mancare un importante servizio e un punto di riferimento non solo per Bolzano, ma anche per le frazioni di Vezzano, Gioz, Tisoi e Libano», precisa Sergio Rech, presidente del comitato frazionale degli usi civici.
«Le poste sono presenti a Bolzano da oltre 70 anni», spiega il consigliere comunale Roberto De Moliner in qualità di rappresentante del Circolo culturale XXV Aprile, evidenziando il grande lavoro svolto dalle associazioni per questo obiettivo. «Le firme raccolte le abbiamo consegnate al prefetto vicario, che ci ha lasciato qualche spiraglio, spiegandoci che il numero delle chiusure non è definitivo. Venerdì, poi, le abbiamo consegnate al sindaco: Massaro ci ha anticipato che alla fine di settembre ci sarà un incontro con la società a cui verrà consegnato un documento redatto da tutti i sindaci dei comuni interessati dai tagli. Con questo documento si chiede di ripensare l’utilizzo degli uffici, trasformandoli in servizi polifunzionali aperti ad altre attività. Così Poste riduce i costi di affitto e il servizio viene mantenuto».
Le associazioni frazionali, infatti, fanno notare come «l’ubicazione dell’ufficio di Bolzano sia centrale per il territorio rurale e fa sì che questo servizio sia importante non solo per i residenti, ma anche per le attività economiche presenti. Tagliarlo significa non tenere conto della necessità di garantire servizi nelle aree rurali, soprattutto a favore delle persone più deboli; gli anziani sono molto numerosi nel nostro territorio e per loro spostarsi a un altro sportello, magari in centro città, può diventare un serio problema».
«L’ufficio postale», precisano De Moliner e Rech, «non è utilizzato solo dai cittadini di Bolzano Bellunese e dalle frazioni limitrofe, ma anche da persone che risiedono al confine conin comune di Sedico, come Libano e Bolago. Quindi chiediamo che Poste Italiane riveda la decisione di soppressione dello sportello».
Il problema è il depauperamento della frazione, come ha evidenziato Massimo De Pellegrinm dell’associazione Ricreativa. «Due anni fa ci hanno tolto una corsa dell’autobus al mattino, adesso l’ufficio postale. Se continua così mettono in difficoltà i nostri anziani».
Corriere delle Alpi
09 settembre 2012
di Paola Dall'Anese

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