La prima firmataria dell'interpellanza urgente
commenta la risposta del Governo: “Non posso dichiararmi soddisfatta direi né
nel merito né nel metodo”
On. Silvia Velo |
Dopo la risposta del Governo presentata dal sottosegretario Massimo Vari (news precedente), la replica di Silvia Velo, primo firmatario dell'interpellanza urgente presentata con diciotto colleghi del Pd e riguardante il futuro della Toscana postale.
“Non posso dichiararmi soddisfatta direi né nel merito né nel metodo”, ha detto l'onorevole. “Nel merito perché sostanzialmente il Governo conferma quanto annunciato da Poste italiane”. Rispetto alle 172 chiusure, “in realtà a suo tempo ci era stato detto che si trattava di uffici diseconomici che dovevano essere obbligatoriamente oggetto di comunicazione da parte di Poste italiane all'Agcom; ma essere dichiarati uffici diseconomici non significa automaticamente: chiusura. Mi pare invece che nella risposta del sottosegretario -ma spero di essermi sbagliata- si parli esplicitamente di chiusura, quindi è quasi peggio rispetto a quanto mi aspettassi”.
“Poi non sono soddisfatta nel metodo, perché noi abbiamo fatto un'interpellanza al Governo. Poste italiane le abbiamo già sentite in aula. Il piano di riorganizzazione e ristrutturazione è un atto pubblico, che è stato oggetto di comunicazione ai sindacati, di interviste sulla stampa e quant'altro. Quindi non era questo l'oggetto dell'interpellanza. L'oggetto dell'interpellanza era una richiesta al Governo rispetto a quali siano le strategie che intende mettere in campo. Infatti le Poste italiane sono un'azienda, una spa, ma di proprietà dello Stato. Allora delle due l'una: o il Governo, che ne è proprietario, ha un ruolo nella definizione della strategia e degli indirizzi della società, oppure, se questo ruolo è demandato totalmente all'autonomia del management, allora decidiamo che non è più un'azienda da proteggere e da privilegiare in qualche modo”.
“Per noi non è sufficiente, in questo quadro, che il piano di riorganizzazione di Poste sia conforme a quanto previsto dall'accordo di programma. Se questo anche fosse -e su questo deve vigilare un soggetto terzo, come è l'Agcom- al contempo, tuttavia, causa disservizi e disagi, che ci sono: ci sono oggi, c'erano ieri, documentati sui giornali, dai sindaci, dalle interrogazioni, quotidianamente. Ognuno di questi disagi e disservizi ha una spiegazione puntuale, ma messi tutti insieme rendono all'evidenza che il servizio di consegna di posta ordinaria sta decadendo nel nostro Paese, e questo è un disservizio che va a danno delle popolazioni più deboli”.
VaccariNews
17/09/2012
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