venerdì 1 giugno 2012

Parma, I sindacati: "Le Poste chiuderanno 20 uffici"

01/06/2012 - ECONOMIA Gazzetta di Parma I sindacati: "Le Poste chiuderanno 20 uffici" di Vittorio Rotolo Il piano di riorganizzazione messo a punto da Poste Italiane, e che riguarda cinque regioni fra cui l’Emilia Romagna, potrebbe determinare nel nostro territorio il taglio di una cinquantina di zone di recapito e la chiusura di venti uffici, mentre altri cinque sarebbero «razionalizzati», operativi cioè solo a giorni alterni. A lanciare il grido d’allarme sono Cgil, Cisl e Uil, preoccupati dalle possibili conseguenze occupazionali con dipendenti in esubero o difficilmente ricollocabili. «Una politica di tagli che ci sembra immotivata, considerato che nell’ultimo anno Poste Italiane ha chiuso il bilancio facendo registrare utili per centinaia di milioni di euro – rileva Angelo Fiorillo, segretario provinciale della Slp Cisl –; in linea di massima potremmo pure essere d’accordo al ridimensionamento, che l’azienda giustifica con il calo della corrispondenza, ma bisogna pur sempre trovare soluzioni che consentano lo sviluppo del settore ed il mantenimento dei livelli occupazionali». «Nel 2010 era stato raggiunto un accordo per recuperare la produttività – aggiunge Daniela Campanini, di Uil Poste – L’azienda si era impegnata ad avviare la vendita di prodotti on line affidandone la distribuzione ai portalettere. Che sarebbero inoltre tornati anche a consegnare i pacchi fino a cinque chili, riprendendo in mano un servizio attualmente esternalizzato. Di tutto ciò non si è mai fatto nulla ed ora la situazione è critica». Rischia perciò di passare quasi in secondo piano l’accordo, siglato nelle scorse settimane, per la stabilizzazione dei dipendenti con contratti a termine o interinali. Una vicenda che tocca circa 4000 persone a livello nazionale, di cui una ventina nel Parmense. «Ma si tratta di un accordo che riguarda esclusivamente i lavoratori attualmente collocati all’interno di Poste Italiane per effetto di una sentenza di primo o secondo grado – chiarisce Silvia Avanzini, della Slc Cgil –; chi vorrà avere un contratto a tempo indeterminato dovrà restituire gli arretrati percepiti negli anni scorsi in seguito al contenzioso. Anche su questo fronte – spiega – la nostra posizione è critica, dal momento che la prevista stabilizzazione non ricalca affatto l’accordo del 2006. In quell’occasione, infatti, l’inserimento in graduatoria era aperto a tutti quelli che avevano avuto un rapporto di lavoro con Poste Italiane, senza distinzione fra chi aveva fatto causa, per un vizio di forma nell’applicazione del contratto o per altri motivi, e chi no».

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