venerdì 15 giugno 2012

Togliere il "Bollino Rosa S.O.N.O. - Stesse Opportunità Nuove Opportunità" a Poste Italiane? Interrogazione in Commissione alla Camera dei Deputati.


Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07091
presentata da
TERESA BELLANOVA
giovedì 14 giugno 2012, seduta n.650
On. Teresa Bellanova

BELLANOVA, SIRAGUSA, GATTI, CODURELLI, MATTESINI, SCHIRRU, GNECCHI e RAMPI. - 
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
 - Per sapere - premesso che:

all'interrogante risulta che nella giornata del 12 giugno 2012 sia stato siglato da Poste Italianespa da UilPoste, Failp-Cisal, ConfsalCom e UglCom un accordo separato con il quale vengono fortemente penalizzate le donne in maternità. Le future mamme, difatti, al pari dei lavoratori in infortunio, dei malati oncologici e di gravi altre patologie e di chi subisce ricoveri in ospedale, non avranno da oggi più diritto al bonus presenza pari a 140 euro annui;

l'interrogante è a conoscenza che le responsabili del Coordinamento nazionale donne, di Sic Cgil e Slp Cisl, hanno inviato al Ministro interrogato una lettera per evidenziare il grave atto discriminatorio che il sopracitato accordo produrrebbe;

nella missiva si legge, difatti, che «il 53 per cento del personale di Poste Italiane è composto da donne e l'azienda ha ricevuto nel 2007 il "Bollino Rosa S.O.N.O. - Stesse Opportunità Nuove Opportunità" promosso dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale [...] L'astensione obbligatoria per maternità viene equiparata infatti (insieme all'infortunio sul lavoro!) all'assenza per malattia e, a meno che la lavoratrice interessata non decida di violare la Legge e di presentarsi al lavoro anche quando è OBBLIGATA a stare a casa, perderà 140 euro di salario. Noi ricordiamo che il Progetto "Bollino Rosa S.O.N.O. - Stesse Opportunità Nuove Opportunità" aveva la finalità di comprendere il complesso fenomeno dei differenziali retributivi che colpiscono le lavoratrici in ampi segmenti del mercato del lavoro e "certificava" le buone prassi in termini di strategie e pratiche aziendali tendenti alla valorizzazione della presenza e delle competenze femminili. Questo evidentemente non avviene più dentro Poste Italiane»;

la sopracitata lettera si conclude con un invito al Ministro a far sì che si possa «revocare l'immeritato riconoscimento e di voler considerare la gravità dell'atto compiuto in termini di "cattivo esempio" per quelle aziende che, pur non essendo paragonabili per storia, dimensioni e risorse a Poste Italiane, contribuiscono ogni giorno ad una reale valorizzazione delle politiche di Pari Opportunità» -:

quali iniziative il Ministro, alla luce di quanto esposto in premessa, intenda assumere per evitare che le donne siano penalizzate da un accordo ingiusto che condanna la donna a scegliere tra progetti di maternità e di lavoro, e che rischia seriamente di creare emulazioni in altri contesti lavorativi, allargando in tal senso la platea di donne soggette a questa iniquità. (5-07091)

Nessun commento:

Posta un commento